Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Il progetto della coalizione civile, sociale e popolare

a cura di in data 21 Marzo 2015 – 09:55

Città della Spezia, Cronaca4, Gazzetta della Spezia, 19 marzo 2015 – Alcuni giorni fa ho dato la mia disponibilità a candidarmi a Presidente della Regione Liguria. La mia era solo una disponibilità: aspettavo che la società civile, le forze sociali, e anche le forze politiche della sinistra, formulassero il loro giudizio, e io ne avrei preso atto, anche se fosse stato sfavorevole. Dopo il grande incontro di San Torpete, e il pronunciamento a mio favore di tante voci, grandi e piccole, oggi posso dire che sì, mi candido, per mettere al servizio della mia regione l’esperienza acquisita in tanti anni trascorsi da Sindaco di una città importante della Liguria, da cooperante internazionale, da pianificatore territoriale e da organizzatore di iniziative culturali.
Ci sono molte cose da fare, subito.
C’è da mettere in sicurezza il territorio, e da recuperare il grande distacco rispetto alle altre Regioni più avanzate nel campo della pianificazione territoriale e paesaggistica.
C’è da cambiare non la quantità ma la qualità dell’intervento pubblico, perché è passato il tempo delle grandi opere inutili e costose, che servono solo ad arricchire sempre gli stessi, ed è venuto il momento di un grande piano di piccole opere, mirate a restituire alla Liguria la sua maggiore risorsa, la bellezza, e a creare nuovo lavoro per i nostri giovani.
Ci sono da risolvere i problemi dell’industria ligure, che deve essere sempre più tecnologica ed ecologica, e sostenuta nei suoi settori più innovativi.
Ci sono da risolvere i nodi della sanità, la maggiore industria regionale, per esempio abolendo l’assurdo privilegio concesso ai pochi primari interessati.
C’è da riformare il welfare, varando il reddito minimo di autonomia e superando l‘attuale frammentazione degli interventi.
Con un metodo di governo: la programmazione partecipata con le istituzioni locali, le forze sociali e i cittadini. Tutto il contrario del mix centralismo regionale/clientelismo localistico che ha dominato in questi anni.
Ma soprattutto c’è da ridare una speranza, e una concreta occasione di cambiamento a tutte le Liguri e i Liguri che vivono come un’umiliazione collettiva il degrado dei servizi pubblici, l’affarismo imperante, l’oscuramento complessivo dell’immagine della Regione. A riportare al voto i cittadini disgustati dalla politica del centrodestra e del centrosinistra non possono essere né l’erede del sistema che ci ha amministrati per molti anni né il rappresentante della nuova destra xenofoba e clientelare. Per fare tutto questo occorre una Liguria altra e diversa, che ritrovi in sé, fin dalla formazione delle liste dei candidati, le migliori competenze e la passione di tutti coloro che, in questi anni, si sono battuti contro la cementificazione, le ingiustizie sociali, il declino economico e morale. Bisogna dar vita a una grande lista civica, sociale e popolare, con un programma di rottura radicale nei confronti del passato.
Il progetto della coalizione civile, sociale e popolare non ha finora trovato una convergenza con quello di una parte della sinistra politica. Continuerò a ricercare questa convergenza, in modo trasparente e pubblico. Non solo per evitare la dispersione delle candidature ma anche e soprattutto perché nuovo civismo e nuova sinistra hanno davvero bisogno di incontrarsi e di fondersi. Offro la mia disponibilità a un progetto unitario: ma esso deve essere capace di coinvolgere non solo le forze politiche ma anche e soprattutto la grande maggioranza dei cittadini che vuole rompere con un sistema che ci ha portato al declino.

Giorgio Pagano

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