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Il lavoro ed il sindacato ieri ed oggi. Presentazione del libro “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” – La Spezia, Urban Center – Giovedì 26 gennaio ore 17

a cura di in data 22 Gennaio 2023 – 21:59

Invito

Il lavoro ed il sindacato ieri ed oggi
Presentazione del libro
Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia
La Spezia, Urban Center
Giovedì 26 gennaio ore 17

La CGIL e l’Associazione Culturale Mediterraneo organizzano la presentazione di entrambi i Volumi del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”. L’incontro, che si terrà giovedì 26 gennaio alle ore 17 alla Spezia, nella sala dell’Urban Center in via Carpenino, verrà dedicato al tema “Il lavoro ed il sindacato ieri ed oggi”. Interverranno il segretario della CGIL spezzina Luca Comiti, il giornalista Marco Ursano, il presidente della Fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni e gli autori.
I due Volumi hanno per titolo “Dai moti del 1960 al Maggio 1968” e “Dalla Primavera di Praga all’Autunno Caldo”. L’opera si caratterizza come un libro di microstoria che consente di comprendere, attraverso il “prisma spezzino”, il Sessantotto nazionale e internazionale.
Il tema del lavoro e del sindacato è centrale nel libro, grazie soprattutto alle testimonianze di tantissimi lavoratori di tutti i luoghi di lavoro della provincia.
Negli anni Cinquanta c’era stata, anche e forse in particolare alla Spezia, la sconfitta: licenziamenti, emigrazione, confinamento degli operai più combattivi, comunisti e socialisti. I lavoratori cominciarono a tornare protagonisti nel luglio 1960 -insieme ai giovani- nella lotta contro il Governo Tambroni, che aveva avuto i voti del MSI, e contro la decisione di tenere il Congresso del MSI a Genova. Fu una “rottura storica”, che avviò una fase nuova. Non a caso alla Spezia si sviluppò, nel 1961, la prima grande lotta operaia dopo dieci anni, quella del Muggiano, che conquistò obiettivi importanti in termini di salario, diritti, salute. Cominciò in quegli anni il “ritorno in fabbrica” del sindacato, contrassegnato dalla “contrattazione articolata”, che comportava una maggiore partecipazione dei la¬voratori all’elaborazione delle rivendicazioni e alle decisioni sulle lotte e quindi uno sviluppo della coscienza operaia.
Le lotte sindacali, cresciute nel 1962-1963, subirono una stasi a causa della recessione produttiva del 1964, per poi riprendere nel 1967 ed esplodere nel biennio 1968-1969, con la conquista dello Statuto dei diritti dei lavoratori e di altri obiettivi, economici e di democrazia nei luoghi di lavoro. Fu il più ampio movimento sociale della storia, in Italia e alla Spezia.
Il libro si sofferma anche sul periodo successivo, sulle riforme ottenute nella prima parte degli anni Settanta e sulla successiva sconfitta, e sollecita una riflessione su “quel che resta di quegli anni” nel mondo del lavoro e nel sindacato oggi.
“Il lavoro è cambiato rispetto ad allora, e cambierà profondamente ancora nei prossimi anni -affermano Luca Comiti e Giorgio Pagano- ma resta valido lo spirito vero di quel tempo: la necessità di dare valore economico e sociale a tutti i lavori, di rilanciare quello che il segretario della FIOM degli anni Sessanta e Settanta Bruno Trentin, poi segretario della CGIL, definiva il percorso della libertà del lavoro, non dal lavoro. Un nuovo laburismo e un nuovo sindacato possono nascere solo così”.

Al termine dell’incontro sarà consegnata una pergamena ai lavoratori iscritti alla CGIL protagonisti delle lotte degli anni Sessanta.


La CGIL e l’Associazione Culturale Mediterraneo hanno organizzato la presentazione dei due Volumi del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, a cui ha partecipato il presidente della Fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni. Il dialogo tra Giorgio Pagano e Fulvio Fammoni, incentrato sul tema “Il lavoro ed il sindacato ieri ed oggi”, è stato introdotto dal segretario della CGIL spezzina Luca Comiti e moderato dal giornalista Marco Ursano.
Pagano si è soffermato sui caratteri delle lotte operaie degli anni Sessanta, sviluppatesi nel periodo 1960-1963 e poi, dopo una pausa a metà decennio, esplose nel biennio 1968-69: “erano lotte contro i bassi salari, l’ambiente nocivo, la mancanza di democrazia nei luoghi di lavoro”. “Il ‘ritorno in fabbrica’ del sindacato dopo la sconfitta degli anni Cinquanta – ha proseguito – affrontò i temi concreti della condizione operaia e della dignità delle persone. Dietro quelle lotte si scorge un senso di giustizia offesa, una sorta di ‘economia morale’, che si incontrò con la mobilitazione giovanile. Movimento operaio e movimento studentesco ebbero molti punti in comune: antiautoritarismo e critica al classismo; lotta morale per la dignità; fratellanza: voglia di essere liberi e voglia di stare insieme. Nelle occupazioni studentesche come nei cortei operai. Su queste basi ci creò l’osmosi in fabbrica tra la nuova e la vecchia generazione, tra i giovani arrabbiati, più colti, e i loro compagni più anziani, sopravvissuti alla discriminazione degli anni Cinquanta. Le contraddizioni di generazione e quelle di classe scoppiarono assieme e contemporaneamente e si mescolarono tra loro”.
Fammoni ha concordato: “il collante di quelle lotte furono la dignità e la libertà del lavoro”, e ci parla ancora oggi. “Il sindacato italiano – ha aggiunto – ha ancora una dimensione di massa e un forte tratto confederale: quello che nel corso della sua storia lo ha sempre contraddistinto come elemento di raccordo fra società e Stato – forse l’elemento che dà più fastidio –, estendendo progressivamente a tutti i diritti conquistati dal lavoro. Questo governo di destra non propugna l’inutilità del sindacato, ma pensa a organizzazioni meno autonome e con caratteristiche corporative, fino a richiamare per il loro futuro esperienze simili a Paesi con sindacati o solo collaborativi o solo di opposizione. Non è questa la nostra Storia e non vogliamo sia il nostro futuro. Per questo, valore sociale e costituzionale del lavoro, condizioni materiali dignitose, universalità dei diritti, ruolo dei contratti nazionali, assieme a un moderno concetto di rappresentanza assumono oggi un significato strategico”.

Al termine dell’incontro è stata consegnata una pergamena ai lavoratori iscritti alla CGIL protagonisti delle lotte degli anni Sessanta.

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