Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
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Giorgio Pagano presenta “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945”, Sabato 23 Aprile a Pontremoli e ad Arcola

a cura di in data 30 Marzo 2016 – 08:03
Invito - Pontremoli

Invito – Pontremoli

GIORGIO PAGANO PRESENTA
EPPUR BISOGNA ARDIR. LA SPEZIA PARTIGIANA 1943-1945

Sabato 23 aprile
Ore 15,30 Pontremoli, Stanze del Teatro della Rosa
Ore 18 Arcola, Sala polivalente

Il libro di Giorgio Pagano “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945”, dopo le affollate presentazioni alla Spezia, Sarzana, Levanto, Lerici, Sesta Godano, Migliarina, Follo e Valmozzola, verrà presentato sabato 23 aprile a Pontremoli (ore 15,30, Stanze del Teatro della Rosa) e ad Arcola (ore 18, Sala polivalente). Entrambe le iniziative sono organizzate dalle locali sezioni dell’Anpi, in collaborazione con l’Associazione Culturale Mediterraneo e, a Pontremoli, con l’Istituto Storico della Resistenza Apuana A Pontremoli interverrà Paolo Bissoli, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana; ad Arcola Anna Maria Carignani, del direttivo della sezione Anpi. Ad entrambe parteciperà il giornalista e scrittore Andrea Ranieri.

Il libro, edito da Cinque Terre, è una storia della Resistenza nella IV Zona operativa, fatta rivivere attraverso le testimonianze dei protagonisti, le ragazze e i ragazzi di settant’anni fa. “Eppur bisogna ardir” si apre con la prefazione di Donatella Alfonso, giornalista di “Repubblica” e scrittrice, e prosegue con l’introduzione dell’autore e i tre capitoli “La Storia”, “Racconti e ritratti” e “Facio e Laura” (si tratta delle pagine dedicate alle figure di Dante Castellucci “Facio”, partigiano ucciso da altri partigiani, e della sua compagna Laura Seghettini). La Resistenza spezzina si svolse in buona parte in territorio pontremolese, ed ebbe molti partigiani pontremolesi tra i protagonisti principali: in primo luogo Laura Seghettini, che sarà presente in sala.

Tra i protagonisti del libro anche molti partigiani arcolani, presenti fin dai primi mesi del 1944 nel parmense -dove parteciparono all’assalto al treno a Valmozzola, uno dei primi episodi di guerriglia partigiana- per poi dare vita, insieme ai sarzanesi, alla brigata garibaldina “Ugo Muccini” (dal nome di un comunista arcolano morto nella guerra di Spagna), che combatté in Val di Magra.

La conclusione è affidata al saggio “La Resistenza e la sua eredità 1945-2015”, una riflessione su come trasmettere ai giovani la scelta morale e la concezione della politica della Resistenza e su come far sì che l’antifascismo e la Costituzione siano alla base di uno “spazio repubblicano” condiviso da tutti gli italiani. “Oggi -sostiene l’autore- i partiti non ci sono più, o almeno non ci sono più quelli veri, radicati nel popolo. Prima l’eredità della Resistenza cercavano, anche se non ci sono mai riusciti fino in fondo, di trasmetterla loro. Ma oggi? Dobbiamo ripartire dalle persone, dalle donne e dagli uomini semplici che hanno fatto la Resistenza, che sono i protagonisti delle tante piccole storie di questo libro. Ma ripartire anche, più in generale, dalle donne e dagli uomini semplici della nostra storia del dopoguerra e di oggi. Non dai poteri costituiti, ma dai germogli che nascono dal basso, dalla società”.

Invito - Arcola

Invito – Arcola

Il titolo del libro è quello di un verso originario di “Fischia il vento”, la canzone più amata dai partigiani ai monti. Giorgio Pagano spiega così lo spirito che pervade il libro: “L’ardore, inteso come coraggio morale, è il tema di questo libro. Perché, come disse Robert Kennedy, ‘il coraggio morale è merce più rara del coraggio in battaglia o dell’intelligenza’. Settant’anni fa ognuno si trovò solo di fronte alla propria scelta. Ogni partigiano ebbe un suo personale ‘ardir’: da tutte queste storie individuali sorse una storia collettiva. Fu la dimensione morale, che Piero Calamandrei indicava come una sorta di impulso diffuso, generato ‘da una voce sotterranea’, a indicare agli italiani la via della ribellione e del riscatto. Le ombre della Resistenza, che pure ci furono, non scalfiscono la luce della dimensione morale. Il valore del coraggio morale dei partigiani è più che mai attuale in una fase in cui è del tutto assente dalle qualità degli uomini pubblici, sostituito dall’accondiscendenza supina e dalla cedevolezza d’animo. Di coraggio morale abbiamo bisogno per tornare alla politica-virtù contro la politica-cinica tecnica del potere”.


 

Il libro “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945” di Giorgio Pagano ha suscitato interesse e attenzione anche a Pontremoli e ad Arcola. Dopo le introduzioni dei rappresentanti dell’Anpi Paolo Bissoli e Anna Maria Carignani, presenti le due Sindache Lucia Baracchini e Emiliana Orlandi, è intervenuto il giornalista e scrittore Andrea Ranieri, che ha definito quello di Pagano “un libro prezioso”, che “racconta la storia dal punto di vista degli ultimi”. Ranieri si è soffermato su due protagonisti del libro, Rudolf Jacobs, il tedesco che divenne partigiano, definendolo “eroe di una possibile Europa dei popoli”, e Dante Castellucci “Facio”, partigiano ucciso dai suoi compagni: “mi ha fatto capire -ha detto- che l’orrore può nascere anche dalla parte dei giusti”. Ranieri si è poi soffermato sul capitolo conclusivo, “La Resistenza e la sua eredità”, condividendone l’analisi: “Se vogliamo parlare ai giovani dobbiamo tornare ai valori della Resistenza e della Costituzione, all’ardir e al coraggio morale contro la concezione della politica come mera tecnica del potere”. Infine una riflessione sulla riforma costituzionale: “Bisogna recuperare la possibilità di una discussione davvero costituente, non subordinata a esigenze di potere… oggi manca lo spirito costituente del 1946-1947, quando pure le differenze politiche erano fortissime… la Costituzione non può essere identificata con un atto di governo”. Ranieri ha così concluso: “Smettiamola con il mito della velocità e della decisione, un mondo più veloce non è di per sé un mondo migliore”.

L’autore si è innanzitutto soffermato sull’unità tra Resistenza spezzina e pontremolese (“il sottotitolo del libro, anziché ‘La Spezia partigiana’, avrebbe forse dovuto essere ‘La Lunigiana partigiana’”) e sul rilevante contributo arcolano alla Resistenza. Pagano ha poi spiegato che la legge dà, finalmente, la possibilità di rendere giustizia a “Facio”: si possono infatti proporre nuove onorificenze. Il Comune natio di “Facio”, Sant’Agata di Esaro, ha presentato la richiesta della revoca della falsa medaglia (secondo la quale “Facio” fu ucciso dai fascisti) e del conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare a “Facio” e agli altri otto combattenti della leggendaria battaglia del Lago Santo. La richiesta, ha detto Pagano, è stata controfirmata dai copresidenti del Comitato Unitario della Resistenza di Spezia e dal presidente dell’Anpi provinciale di Massa-Carrara. “Nei giorni scorsi -ha proseguito- ho incontrato Laura Seghettini, la compagna di “Facio”, e Pietro Gnecchi, l’unico eroe del Lago Santo ancora in vita. E’ la loro richiesta estrema. Fu questa anche l’ultima preghiera che mi fece Nello Quartieri, il comandante ‘Italiano’: ‘Dobbiamo liberare -mi disse- la coscienza della Resistenza dalle sue macchie, per renderla più pura e quindi più fonte di insegnamento morale’. Poco prima di morire ‘Facio’ disse a Laura: ‘Un giorno qualcuno farà luce sulla mia storia’. L’abbiamo fatta, in buona parte, questa luce, ma ora bisogna andare fino in fondo”. Piena intesa con Ranieri, infine, sulla Costituzione e sulla necessità dello “spirito costituente”: “La Costituzione non può essere connessa a un governo… nacque come patto sociale e garanzia di convivenza, non come strumento del potere di una parte. I governi, perché sono espressione non di tutta la politica ma solo di una parte, devono stare sotto la Costituzione, non sopra. Solo il popolo e la sua rappresentanza possono essere costituenti”.

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