Giorgio Pagano presenta “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945” a Monterosso, Mercoledì 17 Agosto ore 21
GIORGIO PAGANO presenta
“EPPUR BISOGNA ARDIR.
LA SPEZIA PARTIGIANA 1943-1945”
Monterosso, Molo dei pescatori
Mercoledì 17 agosto ore 21
Il libro di Giorgio Pagano “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945”, dopo le affollate presentazioni alla Spezia, Sarzana, Levanto, Lerici, Sesta Godano, Migliarina, Follo, Valmozzola, Pontremoli, Arcola, Sestri Levante, Massa, Genova e Pignone, verrà presentato mercoledì 17 agosto alle ore 21 a Monterosso, al Molo dei pescatori (in caso di maltempo all’Oratorio della Confraternita dei Neri Mortis et Orationis). L’iniziativa è organizzata dal Comune di Monterosso, dalla locale sezione dell’Anpi e dall’Associazione Culturale Mediterraneo. Interverranno il Sindaco Emanuele Moggia e Danilo Francescano, della sezione Anpi.
Il libro, edito da Cinque Terre, è una storia della Resistenza nella IV Zona operativa, fatta rivivere attraverso le testimonianze dei protagonisti, le ragazze e i ragazzi di settant’anni fa. “Eppur bisogna ardir” si apre con la prefazione di Donatella Alfonso, giornalista di “Repubblica” e scrittrice, e prosegue con l’introduzione dell’autore e i tre capitoli “La Storia”, “Racconti e ritratti” e “Facio e Laura” (si tratta delle pagine dedicate alle figure di Dante Castellucci “Facio”, partigiano ucciso da altri partigiani, e della sua compagna Laura Seghettini).
Tra i protagonisti del libro ci sono anche i partigiani di Monterosso e delle Cinque Terre, combattenti nelle Brigate “Costiera”, “Cento Croci” e “Gramsci” e nella Colonna “Giustizia e Libertà”. In particolare, è narrata la tragica vicenda di Giuseppe Da Pozzo e Luigi Zebra, fucilati dai fascisti a Monterosso il 5 marzo 1945.
La conclusione è affidata al saggio “La Resistenza e la sua eredità 1945-2015”, una riflessione su come trasmettere ai giovani la scelta morale e la concezione della politica della Resistenza e su come far sì che l’antifascismo e la Costituzione siano alla base di uno “spazio repubblicano” condiviso da tutti gli italiani. “Oggi -sostiene l’autore- i partiti non ci sono più, o almeno non ci sono più quelli veri, radicati nel popolo. Prima l’eredità della Resistenza cercavano, anche se non ci sono mai riusciti fino in fondo, di trasmetterla loro. Ma oggi? Dobbiamo ripartire dalle persone, dalle donne e dagli uomini semplici che hanno fatto la Resistenza, che sono i protagonisti delle tante piccole storie di questo libro. Ma ripartire anche, più in generale, dalle donne e dagli uomini semplici della nostra storia del dopoguerra e di oggi. Non dai poteri costituiti, ma dai germogli che nascono dal basso, dalla società”.
Il titolo del libro è quello di un verso originario di “Fischia il vento”, la canzone più amata dai partigiani ai monti. Giorgio Pagano spiega così lo spirito che pervade il libro: “L’ardore, inteso come coraggio morale, è il tema di questo libro. Perché, come disse Robert Kennedy, ‘il coraggio morale è merce più rara del coraggio in battaglia o dell’intelligenza’. Settant’anni fa ognuno si trovò solo di fronte alla propria scelta. Ogni partigiano ebbe un suo personale ‘ardir’: da tutte queste storie individuali sorse una storia collettiva. Fu la dimensione morale, che Piero Calamandrei indicava come una sorta di impulso diffuso, generato ‘da una voce sotterranea’, a indicare agli italiani la via della ribellione e del riscatto. Le ombre della Resistenza, che pure ci furono, non scalfiscono la luce della dimensione morale. Il valore del coraggio morale dei partigiani è più che mai attuale in una fase in cui è del tutto assente dalle qualità degli uomini pubblici, sostituito dall’accondiscendenza supina e dalla cedevolezza d’animo. Di coraggio morale abbiamo bisogno per tornare alla politica-virtù contro la politica-cinica tecnica del potere”.
C’erano tantissime persone anche a Monterosso alla presentazione di “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945” di Giorgio Pagano, quindicesima tappa di un lungo giro tra Liguria, Toscana ed Emilia, che ha stimolato in ogni luogo riflessioni ed emozioni sulla memoria della Resistenza e sulla perenne validità delle virtù civiche e morali che allora emersero tra gli italiani. Nello straordinario scenario del Molo dei pescatori sono intervenuti il rappresentante dell’Anpi Danilo Francescano, il Sindaco di Monterosso Emanuele Moggia e i partigiani Agostino Ruggero Grasso “Tino”, Laura Fabbri “Kiki” e Piero Corte. Laura, in particolare, si è fatta portavoce della delusione dei partigiani per la condizione odierna dell’Italia, “un Paese piatto, mediocre, dove si fa fatica a conquistare un po’ di dignità”. Giorgio Pagano ha così concluso il suo intervento: “Partiti senza popolo competono per gestire quello che c’è, senza un’idea di futuro. Avanza un pauroso processo di distacco tra governanti e governati e di svuotamento della democrazia e della partecipazione. E’ il tempo della vigliaccheria: dobbiamo tornare al tempo dell’ardir, del coraggio morale, della politica-virtù contro la politica-tecnologia del potere. E’ il tempo del ‘salva te stesso’ e dell’istinto di sopravvivenza, al di fuori di un’azione collettiva: dobbiamo tornare al tempo della solidarietà, della vita concepita come cammino non solo individuale ma collettivo. E’ il tempo del leaderismo, dell’accentramento del comando: dobbiamo tornare alla politica partecipata, dove i cittadini sono spettatori e non attori. I valori della Resistenza e della Costituzione sono il faro per invertire la rotta e salvare e rinnovare il nostro Paese”.
“Eppur bisogna ardir” farà ora tappa a Massa (19 agosto, ore 21,15, Mostra della Resistenza) e a Groppo di Sesta Godano (20 agosto, ore 20,30, terrazza circolo Anspi San Siro).
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