Fino al cuore della rivolta – Festival della Resistenza, 4-5-6-7-8 e 11-12-13-14-15 agosto 2023 a Fosdinovo
Grandi novità e graditi ritorni nel programma di Fino al cuore della rivolta
Anche questa estate è arrivato il momento del festival “Fino al cuore della rivolta” giunto alla sua diciannovesima edizione. Dal 4 all’8 e dall’11 al 15 agosto, torna con un’edizione ancora più ricca. Dieci giorni di dibatti, spettacoli, teatro e socialità con la possibilità di campeggiare per i volontari e non solo.
“Questa manifestazione è divenuta, con il passare degli anni il più importante festival nazionale dedicato alla Resistenza, un evento apprezzato e consolidato che attira moltissimi ospiti anche da fuori regione. L’impresa – sottolineano gli organizzatori – ha sempre più del “miracoloso”, sia per come viene realizzata dai volontari dell’associazione Archivi della Resistenza con totale spirito di gratuità, sia per l’entusiasmo che suscita presso un pubblico affezionato, pertinace e assai eterogeneo, soprattutto in termini anagrafici. Il miracolo è possibile grazie alle decine di volontari e volontarie che non solo in questi giorni di festival, ma durante tutto l’anno, curano lo spazio del Museo audiovisivo della Resistenza promuovendo eventi legati ai valori dell’antifascismo e della Resistenza, in grado di intercettare interessi di un pubblico intergenerazionale.
Come è ormai consuetudine, il festival, a cura di Archivi della Resistenza, si svolge nella suggestiva cornice del Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo (MS) che in queste giornate di musica, dibattiti, teatro e poesia dedicate alla Resistenza, si anima di una partecipazione straordinaria. Il tutto all’interno di un bosco di castagni secolari, intorno a quella che era la sede di una colonia per bambini realizzata dai partigiani nel dopoguerra e trasformata, a fine anni Novanta, nel primo museo multimediale della Resistenza italiana, con testimonianze legate alla lotta partigiana, fonti orali uniche per arrivare «fino al cuore della rivolta». Anche quest’anno il programma del festival sarà ricco di spettacoli e vedrà protagonisti, come sempre, importanti nomi del panorama artistico e culturale”. gni giornata sarà animata dalle 17.00 da dibattiti su argomenti politici di attualità e incontri sulla memoria storica. Dalle 19.30 gastronomia con piatti tipici e sorprese culinarie e due pranzi su prenotazione, sabato
Dalle 21.00 gli spettacoli e a seguire i dopospettacolo che chiuderanno le serate.
Ogni sera navette gratuite dalle 18.00 dal campo sportivo di Fosdinovo.
Protagonisti dei dibatti saranno Carlo Greppi che presenterà il suo ultimo libro insieme a Giovanni de Luna; Angelo d’Orsi che insieme a Eric Gobetti e Davide Conti dialogheranno sul fascismo di ieri di oggi; Giorgio Sacchetti e Andrea Ventura dialogheranno sulla data fatidica del 1921; e poi un dialogo sul Cile al cinquant’anni dal Colpo di Stato con David Muñoz Gutierrez, Angelo d’Orsi e Davide Conti; un dibattito sulla democratizzazione delle forze armate con gli autori Giorgio Sacchetti e Sergio Sinigaglia in dialogo con Mario Amilcare Grassi “Celè”; Marino Severini dei Gang che insieme a Luca Pampaloni e Stefano Arrichetti propongono un dibattito su “vite resistenti”; Paolo de Simonis, Mirco Carrattieri, coordinati da Claudia De Venuto, presenteranno il progetto dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano; Giorgio Pagano, Andrea Ranieri, Sergio Olivieri e Stano Gallo dialogheranno sul libro edito da ETS “Io sono un operaio. Storia di Dino Grassi, un maestro d’ascia diventato sindacalista”; Santo Peli parteciperà a un dibattito insieme a Filippo Colombara, Chiara Colombini sul tema dei luoghi comuni sulla Resistenza; mentre Paola Imperatore e Paolo Missiroli, due giovani studiosi, propongono un dibattito su crisi climatica e capitalismo a partire dalle loro ultime pubblicazioni; si parlerà di storia dell’anarchia italiana insieme a Franco Bertolucci, Adriana Dadà, coordinati da Stefano Gallo; con Paolo Pezzino e Marco de Paolis si ricorderà la storia e il processo sulla strage di Marzabotto a partire da alcuni documenti chiave; un dibattito sulla figura di Don Milani con Edoardo Martinelli, Angelo d’Orsi e Raffaele Tumino.
Dalle 21.00 inizieranno gli spettacoli e i concerti con straordinarie novità e graditissimi ritorni. Per la prima volta sul palco del festival saliranno: 99 Posse, Meganoidi, Frankie hi-nrg mc, Sick Tamburo, Daniela Pes, I Pupi di Surfaro, Beppe Casales ( con lo spettacolo “Cara professoressa” dedicato alla figura di Don Lorenzo Milani). E grandi ritorni: Nada con il concerto “Nada duo”; Maurizio Maggiani, con un monologo su “La politica del cucchiaio”; ; un editoriale dal palco di Angelo d’Orsi sulla guerra in Ucraina; Bobo Rondelli, grande amico del festival, con un concerto in quartetto; Mara Redeghieri con “Futura Umanità”; Tonino Carotone che presenta il suo ultimo album “Etiliko Romantiko”; il grande ritorno dei GANG che saliranno sul palco nella stessa sera di CISCO “Stefano Bellotti”; ; il ritorno di Giancane con il toor del suo nuovo album “Tutto male”; il progetto “Nella notte ci guidano le stelle. Canti della Resistenza con molti degli artisti coinvolti come Marco Rovelli, Pierpaolo Capovilla, Ardecore, Bologna Violenta, Paolo Monti, Paolo Enrico Archetti Maestri; il duo geniale e irriverente delle Wunder Tandem; Marco Rovelli & Paolo Monti per un “concerto d’amore”; Alessio Lega con un “Cabaret concerto” ispirato ai testi poetici; Casa del Vento & Quartetto Euphoria con un concerto imperdibile con archi dal titolo “Live a Sant’Anna di Stazzema”. E le nuove proposte Edoardo Cerea, Fance, On the Moon.
Infine i consueti dopospettacolo che concluderanno le cinque serate del festival sotto il porticato del Museo con musica e recitazione da mezzanotte fino alla chiusura. Saranno protagonisti artisti emergenti, attori e musicista, espressione del territorio e di una rete di relazioni artistiche. Tra questi Alice Sanguinetti, The Newcastle Spiderfolks, Marco Maravacchio, Sebastian Luque Herrera e Jonathan Lazzini, Cosmic Queers, Federico Rosi, Nicola Erba, Rema, EmilyA ndME, Alberto Pirazzini , I Premi Oskar, Drastic Over, Asia Minniti, Melaskula, Fuso & Super Glam, Malcom Lowry, Nomera, Maz Vilander & Makadam Zena per il gran finale.
Il festival è a cura dell’associazione Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani e delle sezioni ANPI di Sarzana, Carrara, Villafranca-Bagnone, Lerici, Ortonovo, Fosdinovo, Castelnuovo Magra, Massa – Sez. Patrioti Apuani, tutti facenti parte del Comitato Sentieri della Resistenza. E ha il patrocinio di Regione Toscana, Province di Massa Carrara e della Spezia, dei Comuni di Fosdinovo, Carrara, Sarzana, Castelnuovo Magra, Massa e La Spezia, Proloco di Fosdinovo, Arci Massa Carrara e Val di Magra, Rete Museale Terre dei Malaspina e delle Statue Stele. Hanno poi collaborato importanti festival, associazioni e centri di ricerca: Istituto Ernesto de Martino di Sesto Fiorentino (FI), Fondazione Ignazio Buttitta di Palermo, Circolo Gianni Bosio di Roma, Lega di Cultura di Piadena (PC), Istituto Alcide Cervi (RE), Asociacion de Amigos de las Brigades Internacionales, Associazione Italiana di Storia Orale, Paesaggi della Memoria, Istituto Spezzino per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, gli Istituti Storici della Resistenza Toscano e Apuano, Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti per la Spagna (AICVAS), Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), Scuola Abreu per Aulla, ValSusa FilmFest, Rete del caffè sospeso, Blanca Teatro, Associazione Raglio Forte, Ri-Maflow – Fabbrica recuperata, Il Cantastorie online, VAB sez. Giucano. Inoltre attraverso il crowdfunding hanno partecipato altri soggetti: RitrovArci di Canepari, Spinta dal Bass No Tav. Infine Contatto Radio – Popolare Network è, come ogni anno, la radio ufficiale del festival.
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Storia di un maestro d’ascia diventato sindacalista” ha suscitato partecipazione e interesse anche al Festival della Resistenza in corso a Fosdinovo. Giorgio Pagano, curatore del libro, ha dialogato con Stefano Gallo, direttore della Biblioteca Serantini di Pisa, Andrea Ranieri, saggista e ex dirigente sindacale e politico, e Sergio Olivieri, ex deputato di Rifondazione Comunista.
Gallo ha definito il libro di Grassi uno “scritto autobiografico” e insieme “una storia politica del PCI, del sindacato e dell’associazionismo operaio”. Nella fabbrica, diventata “luogo politico”, si forma “l’identità operaia”, quella che fa dire a Grassi la frase che dà il titolo al libro: Grassi è stato tanti anni segretario della Commissione Interna del Cantiere Muggiano, poi consigliere regionale, ma “si sente fondamentalmente e soprattutto un operaio”. Grassi non si sofferma, nella Memoria, sulle cause della sconfitta operaia negli anni Settanta-Ottanta, lo fa solo in alcuni passi dell’intervista a Pagano nel 2023, ma “il testo è potente anche per i suoi silenzi”.
Andrea Ranieri ha apprezzato lo sforzo del libro di rappresentare non solo la storia della classe e dei suoi istituti, sindacato e partito, ma anche la storia della persona, e le connessioni e gli interscambi tra queste diverse storie. Ranieri, esponente del movimento del Sessantotto, ha ricordato il dialogo di allora con Grassi, “che ci riconosceva il merito di aver risvegliato la situazione”, e lo ha definito “lo stalinista più dolce che abbia conosciuto”. Le sue caratteristiche furono “l’ortodossia ferrea”, “l’amore per il lavoro” e “la lotta per la sua dignità, da raggiungere attraverso il sapere e attraverso la solidarietà tra lavoratori, il mutualismo”. Oggi, ha concluso, “la sinistra ha dimenticato la classe operaia e le persone della classe operaia”.
Sergio Olivieri ha evidenziato la “moralità” di Grassi: “sistema di valori forte, disinteresse personale e spinta all’autoformazione civile”, e si è detto “sorpreso per alcune critiche che non gli avevo mai sentito esprimere, come quelle alle scelte di Berlinguer e di Lama negli anni Settanta”. Anche se Grassi “sfugge al tema dell’incontro-scontro tra la vecchia e la nuova generazione operaia negli anni Settanta”, “il suo libro è molto potente, è come se resuscitasse un’ascia di guerra”.
Giorgio Pagano ha condiviso la centralità, nei testi del libro, dello “stile di vita operaio, tipico dell’operaio ansaldino”. “Equilibrio, misura, sobrietà, austerità – ha detto Pagano – ci parlano ancora oggi, nell’epoca della crisi del produttivismo consumista e del necessario giusto mezzo tra autotutela della persona e tutela del mondo, del necessario ritorno all’etica delle virtù”. Circa l’ortodossia di Grassi, secondo Pagano “indubbiamente ci fu, ma non fu priva di elementi di creatività e di anticonformismo, come quando Grassi ruppe per alcuni mesi con il partito, non a caso su una questione morale, l’indennità dei parlamentari”. A proposito del rapporto con la nuova generazione operaia, Pagano ha evidenziato la “grande apertura di Dino Grassi verso il Sessantotto, come già verso i giovani degli anni Sessanta” e ha ricordato “il primo incontro nazionale tra operai e studenti, che si fece alla Spezia nel 1961, subito dopo la grande lotta degli ansaldini, che segnò la riscossa operaia dopo i duri anni Cinquanta”. La rottura venne dopo, con il “dottrinarismo della sinistra extraparlamentare”. “Queste non sono solo storie del passato, sono anche storie del futuro, anzi del presente – ha concluso – perché sono sempre di più i lavoratori che, come allora, ‘non ce la fanno più’ o vogliono reindustrializzare dal basso fabbriche in crisi, come la GKN di Firenze”.
Le prossime presentazioni di “Io sono un operaio” si terranno domenica 20 agosto alle ore 21 a Sesta Godano (Aia della corte, con Nicola Caprioni), venerdì 25 agosto alle 21 a Montaretto (Casa del popolo, con Sandro Antonini) e sabato 26 agosto alle 21 a Varese Ligure (Sala mostre del Castello dei Fieschi, con Egidio Banti e Andrea Ranieri).
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