Che risultati sta producendo questa “stabilità” di governo?
Città della Spezia – 9 Agosto 2013 – Il senatore Massimo Caleo scrive su Città della Spezia che è “demagogico invocare il ritorno alle urne” e invoca la permanenza del Governo Letta: c’è bisogno, afferma, di “stabilità politica”, sia per affrontare la crisi economica che per attuare la riforma della Costituzione. Io penso che questa impostazione sia sbagliata, perché tiene la politica prigioniera in un’unica dimensione, quella di un presente sempre più precario, e trasforma la “stabilità” in un tabù, che viene prima delle responsabilità che i partiti hanno di fronte al loro elettorato. Che risultati sta producendo questa “stabilità”? Sono stati 100 giorni di assoluta ambiguità, di opacità sul piano istituzionale e morale: abbiamo bevuto la cicuta dello scandalo kazako e abbiamo assistito all’apertura di un processo di riforma della Costituzione che per una parte della maggioranza è in realtà un processo di controriforma all’insegna del presidenzialismo. Mentre sul piano economico-sociale vedo una continuità con il Governo Monti e le ricette dell’austerity liberista.
Ma vorrei mettere l’accento sulla sentenza della Cassazione su Berlusconi, perché segna un punto di non ritorno. Sia perché Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale. Sia perché subito dopo egli ha messo in atto una manovra eversiva contro la separazione dei poteri e contro lo Stato di diritto, cioè contro la nostra democrazia. La richiesta che venga esplicitamente violato il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge che cosa significa se non questo? E’ un elemento non solo politico, ma di modello di civiltà. Ecco perché penso che il Pd vada scosso dal suo politicismo. Non considero perduto il Pd, vorrei che non rinunciasse alla sua natura di perno di un nuovo centrosinistra alternativo al berlusconismo e che non prendesse la china dell’insignificanza. Proprio per questo il Pd deve assumere un’iniziativa per superare l’attuale quadro di governo. La finzione delle larghe intese è stata lacerata dalla condanna di Berlusconi e poi dalla manovra eversiva del Pdl. Il Pd, a questo punto, deve dettare regole e contenuti essenziali per chiudere una fase e aprirne un’altra, che passi dalla riforma della legge elettorale. D’accordissimo con Caleo che non si possa andare a votare con il Porcellum. Ma non si può aspettare di fare la riforma della legge elettorale con il Pdl, che la pospone alla riforma della Costituzione! Il Pd deve darsi subito l’obbiettivo di togliere il Porcellum con il consenso delle forze sane del Parlamento per poi tornare al voto. A settembre si può partire dalla proposta più semplice, il ritorno al Mattarellum. E’ l’unica iniziativa possibile per mettere in sicurezza il nostro sistema democratico. Poi, alle elezioni, servirà un nuovo centrosinistra. Quello che chiedo al Pd è di recuperare il senso della responsabilità verso il cambiamento offuscato dalle sue lotte intestine. Ricordiamoci che gli oltre cento parlamentari che hanno votato contro Prodi l’hanno fatto lucidamente per scegliere la linea delle larghe intese, contro la volontà degli elettori e degli iscritti del Pd, e in contrasto con il programma elettorale della coalizione di centrosinistra. E’ questa linea che va sconfitta, altrimenti il Pd prenderà la strada del Pasok greco. Ma è arrivato il momento dell’assunzione di responsabilità anche per il M5S: oggi è chiaro quali gravi errori ha compiuto dopo il voto. Sottrarsi di nuovo alle scelte necessarie per il cambiamento non sarebbe più compreso da molti suoi elettori.
Giorgio Pagano
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