Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Città della Spezia, Rubrica Luci della città di Giorgio Pagano

Tra fanatismo e mancanza di etica

a cura di in data 31 Agosto 2022 – 21:02

Appennino tosco-emiliano, Lagdei
(2015) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 31 luglio 2022

Immersi come siamo in tante tragedie globali, rischiamo di non dar peso a fatti certamente minori, ma comunque in qualche modo preoccupanti, che accadono vicino a casa nostra. Anche se è difficile, non dobbiamo mai abbandonare la nostra responsabilità di pensare, di agire, se necessario di indignarci.
Faccio solo qualche esempio. Il primo: il cantautore Riccardo Borghetti aveva generosamente offerto alla causa di difesa della Palmaria un suo concerto gratuito da organizzare a Porto Venere. Il Comune di Porto Venere non ha concesso i permessi richiesti e non ha neppure risposto alla Pec di richiesta, come hanno scritto in una nota stampa i membri del movimento “Palmaria sì, masterplan no”, lamentando il trattamento ricevuto. Già è assurdo che ogni evento, in molti degli spazi pubblici a Porto Venere, si possa svolgere solo con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Altrove si possono svolgere manifestazioni di ogni tipo, patrocinate o no dalle amministrazioni. L’importante è chiedere le autorizzazioni; il patrocinio è un optional, non un obbligo. Il Sindaco di Porto Venere è andato ancora oltre: ha dichiarato che Legambiente, una delle associazioni promotrici del concerto, ha un contenzioso con il Comune, per cui il patrocinio “è inopportuno e sconveniente”. Ma questo significa limitare la libertà di espressione. Il Sindaco deve essere il Sindaco di tutti, anche di chi è in contenzioso con lui. E deve avere una cultura del dialogo, della ricerca della sintesi, del compromesso. La parola “compromesso” è una bella parola, come ha sostenuto il grande scrittore israeliano Amos Oz: “Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo”.

Andiamo, per il secondo esempio, all’altro lato del golfo. La notizia è che non c’è più Villa Marigola tra i set del Lerici Music Festival, la kermesse musicale in corso, arrivata alla sesta edizione, che annovera la presenza di musicisti di fama internazionale. “Erano i primi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, quando ho avuto la comunicazione da parte del gestore della villa che Crédit Agricole, proprietaria della villa, non aveva intenzione di concederla a causa della presenza di sostenitori russi -ha spiegato il Sindaco di Lerici- Abbiamo proseguito con una pianificazione diversa, spostando i concerti in centro”. Tra gli organizzatori del Festival non figura alcun russo. E’ invece noto che tra i finanziatori vi sono tra gli altri gli uomini d’affari russi Leonid Boguslavsky, che durante la pandemia ha donato 500mila euro alle aziende del territorio in difficoltà, e Alexander Knaster, presidente del Pisa Calcio, cittadino Usa da quando aveva sedici anni, con moglie ucraina. Subito dopo lo scoppio della guerra Boguslavsky ha dichiarato: “Sono per la pace, si fermi immediatamente la guerra in Ucraina. Spero che possiamo iniziare a ricostruire un mondo sicuro, pacifico e interconnesso il prima possibile”. Quello che è successo è assurdo: è un atto che limita anch’esso la libertà di espressione. Significa che oggi essere un russo in Italia è una colpa, secondo Crédit Agricole. E’ la stessa banca che non esita a fare profitti scommettendo sulla catastrofe nucleare. Chi produce le armi nucleari e con il sostegno di quali istituzioni lo racconta il report “Perilous Profiteering. The companies building nuclear arsenals and their financial backers”, realizzato a fine 2021 dalla Ong olandese PAX e dalla campagna internazionale ICAN, che nel 2017 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo ruolo nella promozione del Trattato per l’abolizione delle armi nucleari. Se non contiamo le banche statunitensi, abbiamo ai primi posti nel mondo per dimensione di investimenti negli arsenali atomici Deutsche Bank, Mizuho Financial, Mitsubishi Financial, Bnp Paribas e Crédit Agricole. L’elmetto acceca la ragione, non c’è dubbio.

Appennino tosco-emiliano, Lagdei
(2015) (foto Giorgio Pagano)

La notizia nel capoluogo -il terzo esempio- è di segno diverso. L’ex presidente dell’Autorità Portuale, Lorenzo Forcieri, è stato condannato dal Tribunale della Spezia a cinque anni in primo grado per le accuse di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Forcieri è stato riconosciuto colpevole di aver usufruito indebitamente di un servizio di vigilanza per la propria abitazione da parte dell’azienda che gestiva anche la sicurezza all’interno del porto, e di aver provato a rivelare la bozza di un bando di gara per trovare un partner alla società che avrebbe dovuto realizzare la stazione marittima. Lo scorso 21 maggio la Procura della Repubblica della Spezia aveva chiesto per lui una condanna inferiore, a quattro anni e tre mesi. Naturalmente, fino all’ultimo processo, vale la presunzione di innocenza: il garantismo è doveroso. Tuttavia testimonianze e intercettazioni -e il fatto che cinque imputati abbiano patteggiato la pena, riconoscendo così le loro colpe- evidenziano un quadro di rapporti e di intrecci tra il gruppo dirigente dell’AP e alcune imprese che è davvero inquietante. Possibile che la politica spezzina sia tutta silente, e che non ci sia alcuna riflessione di natura, appunto, politica? La notizia preoccupante è questa, più che quella sulla condanna: la mancanza di discussione sull’agire politico in generale, che deve essere regolato non dall’etica della responsabilità ma dall’etica della convinzione, dell’”io sto qui e non posso fare altrimenti”. Non è vero che il fine giustifica i mezzi. Bisogna vedere la bontà del fine. Come scrisse Franco Antonicelli, partigiano e intellettuale azionista, “la politica è strumento non di potere ma di libertà, per coloro che non sono ancora liberi, la cui libertà deve essere difesa, allargata, rafforzata contro i potenti di turno”. E’ una concezione etica della politica, “da non abbandonare mai anche se destinata alla sconfitta”. Questa visione della politica egli ha scolpito in una delle sue ultime poesie, “L’alibi”:

Quando avanzano i cesariani,
conta rimanere anche solo, in uno spazio
sempre più piccolo, la buona daga in mano,
non essere altri, né altrove,
ma un soldato in campo.

lucidellacitta2011@gmail.com

Popularity: 3%