Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Quali sono gli stipendi da dimezzare

a cura di in data 18 Settembre 2011 – 16:09

Norvegia, isole Lofoten (2010) (foto Giorgio Pagano)

Norvegia, isole Lofoten (2010) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia – 18  settembre  2011 – Il consigliere regionale del Pd Alessio Cavarra ha reso noti i suoi redditi pubblicandoli sul suo sito. “Spero di creare un dibattito forte nel mio partito -ha detto- dobbiamo diventare gli alfieri della trasparenza”. Dibattito non ce n’è stato. Interpellati da un quotidiano, esponenti sia del Pd che del Pdl hanno detto che avrebbero fatto altrettanto, ma sui loro siti -mi segnala un lettore- non è apparso nulla. Un altro lettore mi scrive: “d’accordo sulla glasnost, ma il vero scandalo è quanto guadagnano i parlamentari e i consiglieri regionali”. Un consigliere della Regione Liguria ha un’indennità di carica pari al 75% di quella dei parlamentari, più un rimborso spese forfettario: in tutto oltre 9.000 euro al mese. Un altro “privilegio” di cui si discute molto è il vitalizio degli ex consiglieri regionali: chi è stato consigliere per una sola consigliatura (cinque anni) può aggiungere alla sua pensione la cifra di 1.755 euro al mese, superiore a quella di un operaio che ha lavorato tutta una vita. Il vitalizio sale fino a 5.266 euro al mese se gli anni dedicati all’attività consiliare sono stati quindici. Ciò che fa più scandalo, poi, è “il gioco al cumulo” di vitalizi (Regione e Parlamento). Tralascio le e-mail che mi sono arrivate dedicate ai privilegi, ancora più vistosi, dei parlamentari. Ne cito solo una, che mi ha particolarmente colpito. Rivela quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati: cure che non vengono erogate dal Servizio Sanitario Nazionale ma da un’assistenza privata finanziata da Montecitorio (cioè da noi), e che sono estese ai familiari dei deputati, compresi i conviventi more uxorio. Nel 2010 deputati e parenti hanno speso 10 milioni e 117.000 euro!
Tornando alla Regione, il 20 luglio il presidente del Consiglio Monteleone ha dichiarato, con il consenso di quasi tutti i consiglieri interpellati: “In tre mesi cancelliamo i vitalizi dello scandalo”. Il segretario del Pd Bersani, intervenendo alla festa genovese del suo partito, ha auspicato che “tutte le Regioni governate dal centrosinistra, Liguria compresa, aboliscano il vitalizio”. Vedremo. Certo è che, in questi anni, di impegni e giuramenti per ridurre i privilegi della politica ne abbiamo sentiti davvero troppi: ma sono stati tutti traditi. Solo un esempio: nella prima bozza della manovra Tremonti, a luglio, si diceva che alla scadenza dell’incarico politico sarebbero scomparsi “pensioni e vitalizi”. Ma una misteriosa manina ha nottetempo cancellato tutto.
Finora, purtroppo, è prevalsa la tendenza a fare tutti assieme, destra e sinistra, promesse mancate o modifiche pasticciate e cautissime. Spero che la mia parte politica, la sinistra, si metta alla testa della riforma dei costi della politica. C’è da interrogarsi sul perché finora non è avvenuto: alla radice vi è la perdita, da parte del Pd, di ogni memoria della sinistra. Nel Pci noi funzionari avevamo stipendi parametrati orgogliosamente al salario di un operaio metalmeccanico. E, se avevamo incarichi pubblici, versavamo al partito una quota massiccia dei nostri emolumenti. A me, da sindaco, iscritto a Pds e Ds, è sempre rimasta la paga di quando ero funzionario. Tutto ciò appartiene al passato, lo capisco. Ma oggi un partito di sinistra, in una fase di emergenza nazionale per rientrare da un debito enorme, in cui si richiedono sacrifici pesantissimi ai lavoratori, non può non capire che i cittadini chiedono ai politici una morale pubblica simile a quella di allora, anche se espressa con atti diversi. Un rigoroso riformista come Mario Pirani ha proposto, su Repubblica, una misura drastica: il dimezzamento netto di tutti gli stipendi dei politici, anche come atto unilaterale della sinistra in caso di mancato accordo con la destra. Sembra impossibile che possa accadere. L’unica speranza è che la  spinta popolare possa risvegliare una sinistra smarrita e infiacchita.

lucidellacitta2011@gmail.com

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