Piazza del mercato, facciamo come a San Lorenzo
Città della Spezia, 31 gennaio 2016 – Gianfranco Bianchi, presidente di Confcommercio, ha ricordato “la lezione di piazza del mercato, pur transitata attraverso un concorso di idee”: “non fu scelto il progetto vincitore col risultato che, pagato dazio all’arretratezza, ne è risultato un ibrido insoddisfacente” (“Città della Spezia”, 5 gennaio 2016). In altre sedi Confcommercio ha sostenuto di aver lanciato “un progetto che prevedeva parcheggi sotterranei” nella piazza e ha rimpianto “l’antica struttura liberty” (così il direttore Roberto Martini, su “La Nazione” dell’11 novembre 2015). Di fronte a ricordi così sbiaditi, va raccontata la storia vera: non tanto per chiarire il passato, quanto per riflettere sul futuro.
La discussione sulla piazza ci fu a cavallo del millennio: la struttura liberty non c’era più da decenni, era stata sostituita da tettoie diventate nel frattempo fatiscenti e fuori norma, che imponevano la chiusura del mercato. Una situazione drammatica, che portò il Comune a presentare un progetto -esposto in una mostra al Centro Allende- e a sottoporlo alla partecipazione di tutti i cittadini: interrare, in due piani distinti, i banchi e i parcheggi, così da avere un mercato in sicurezza e dotato di posti auto e, in superficie, una grande piazza pedonale per la città. Il progetto fu bocciato dagli ambulanti, dai negozianti della zona e dai residenti, per timore dei tempi lunghi. Anche Confcommercio si schierò contro. Optammo, allora, per un intervento di superficie, che non poteva non tener conto delle norme igienico-sanitarie, e quindi doveva prevedere coperture fisse. Per l’architettura fu bandito un concorso di idee, e fu ovviamente attuato il progetto vincitore (non farlo sarebbe stato, oltre che sbagliato, illegittimo!). Aprimmo un processo partecipativo, per tentare una sintesi delle tante domande poste: si stava per realizzare un luogo sia di lavoro e di consumo sia di aggregazione e socialità. Ma fummo molto vincolati dal fatto che si doveva attuare il progetto vincitore. Il risultato fu comunque nettamente migliorativo rispetto al passato: un mercato in sicurezza e una piazza anche per la città, nella sua parte centrale.
Oggi il mercato vive la crisi economica di tutto il commercio, ma nel contempo è diventato meta turistica. Chi viene in città passa dalla piazza e quantomeno scatta una foto. Bisognerebbe discutere su come riprendere l’idea dell’integrazione tra piazza del mercato e piazza della città: un esempio ci viene da San Lorenzo, a Firenze. Perché non creare una struttura fissa che offra le specialità gastronomiche locali, cucinate con prodotti del mercato? Sarebbe un elemento di forte attrazione. Ancora: perché non realizzare nella piazza eventi musicali, artistici e ludici, con l’impegno del Comune e magari anche di un consorzio degli operatori? A questo consorzio, di fronte alle necessità di una continua manutenzione, potrebbe essere affidata anche la gestione della struttura, in cambio di una parte delle tasse da versare. Non è il momento delle polemiche retrospettive, ma del rilancio di una “capacità di visione” degli amministratori e di uno “spirito di corpo” degli operatori: piazza del mercato può diventare non solo un luogo dove fare la spesa, ma anche un posto che intrattiene, aperto all’esperienza del gusto e del divertimento. Per noi spezzini e per i turisti.
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