Perchè sto con Garibaldi
Città della Spezia, 14 luglio 2019 – Ho letto su “Città della Spezia” che cosa intende realizzare l’Amministrazione Comunale per superare la barriera tra città e mare rappresentata da viale Italia:
“La vera e propria piazza sospesa, dalle dimensioni di 170 metri per 5.5 metri, coincide sul tratto di viale Italia ed è raggiungibile dal centro cittadino attraverso via Diaz e dal mare attraverso la banchina Thaon di Revel, per mezzo di due rampe ciclopedonali di 76 metri. La piazza sarà raggiungibile anche dai giardini, grazie ad una scalinata di 117 metri immersa nel verde che ha inizio nei pressi del monumento di Giuseppe Garibaldi.
Sono tre, quindi, gli accessi: dalla città su via Diaz, dal mare sulla banchina Thaon di Revel e dai Giardini Pubblici nei pressi del monumento di Garibaldi. Inoltre, sono previsti due ascensori, uno dalla passeggiata Morin e uno da viale Italia, per garantire la massima accessibilità e fruibilità della nuova struttura e per integrare tutti i percorsi ciclopedonali esistenti”.
Sono molto preoccupato. Così verrebbe distrutta la memoria storica di questa parte della città, caratterizzata dai luoghi più cari a noi spezzini: passeggiata Morin, i Giardini Storici con il monumento di Garibaldi, via Diaz.
Ha perfettamente ragione l’architetto Roberto Venturini, già responsabile della Tutela Paesaggistica della nostra Provincia:
“Quando nell’Ottocento i primi piani di espansione progettarono l’assetto della città futura vennero realizzati viali alberati ed assi stradali ortogonali secondo coni visuali ben precisi. Il monumento a Garibaldi, uno dei simboli della città, ai Giardini si trova esattamente all’incrocio tra gli assi stradali di corso Cavour e di viale Mazzini; ebbene, la progettata passerella va ad impattare con la visuale del monumento da viale Mazzini ed inoltre in quel punto una lunga rampa curva entra all’interno dei Giardini Storici.
La cosiddetta “piazza sospesa” andrà ad insistere sulla via Diaz che rappresenta per la città il punto dell’accesso storico al mare da via Prione. Anticamente le mura della città si aprivano con la Porta della Marina; nell’Ottocento infatti veniva chiamata via della Marina e qui esisteva l’antico molo di approdo di cui rimangono tracce nella pavimentazione.
Via Diaz scomparirà, sostituita da una selva di pali a sostegno della passerella.
La progettata rampa sulla passeggiata Morin verrà collocata proprio nel mezzo del viale delle palme andando ad interrompere la continuità della passeggiata.
L’intero progetto è altamente invasivo e discutibile sotto il profilo architettonico, non tiene conto dei valori paesaggistici, ambientali e storici del contesto in cui si andrà a collocare; i volumi da realizzare a fianco della passerella aumenteranno ulteriormente l’impatto dell’intera struttura sulla banchina Revel senza soluzione di continuità stilistica ed architettonica con il ponte esistente per il porto Mirabello”
Meglio non si potrebbe dire. Spero che la Soprintendenza ligure Archeologia Belle Arti Paesaggio neghi l’approvazione ad un progetto così lesivo della nostra memoria storica.
NON RINUNCIAMO ALL’INTERRAMENTO DI VIALE ITALIA
Capisco l’esigenza da cui nasce il progetto: il superamento della barriera rappresentata da viale Italia.
Ricordo che l’ultimo atto della mia Amministrazione fu, nel 2007, la scelta del progetto vincitore del concorso internazionale di idee sul waterfront. Dopo dieci anni perduti, il progetto va senz’altro rivisto alla radice. Ma rimane più che mai valido un suo obbiettivo di fondo: l’interramento di viale Italia per consentire il deflusso del traffico veicolare sotto la superficie pedonale e il sistema del verde come elemento di connessione e di integrazione piena tra la città storica e il waterfront. Fare arrivare il verde al mare, così com’era un tempo.
Conosco l’obiezione: il progetto ha alti costi per il bilancio del Comune. Proprio per questo la mia Amministrazione, prima ancora dell’approvazione del progetto, siglò un protocollo di intesa con la Regione Liguria, firmato dal Presidente Sandro Biasotti (centrodestra) e confermato dal suo successore Claudio Burlando (centrosinistra), in base al quale la Regione si impegnava a sostenere il costo dell’interramento, anche utilizzando finanziamenti europei. La questione andrebbe ripresa. Presuppone che la Regione si concentri sui grandi progetti ed esca dalla logica delle miriadi di progetti disseminati in giro per la Liguria senza alcun filo conduttore che non sia la mera ricerca del consenso: logica che è sempre stata dominante, al di là dei colori politici. E’ possibile, poi, prevedere l’utilizzo di fondi statali e anche forme di intervento dei privati: nella parte interrata potrebbero sorgere parcheggi e altre funzioni di loro interesse.
IL METODO PER LA SCELTA MIGLIORE
A questo punto serve un confronto con la città. Una scelta così importante non può non essere il frutto di un processo di coinvolgimento dei cittadini. L’Amministrazione si apra alla cittadinanza, in un quadro di regole e tempi certi: non sarà uno “sfogatoio” ma una vera rivoluzione culturale fatta di trasparenza e responsabilità, che aiuterà a fare la scelta migliore.
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