Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Passione, la virtù mancante

a cura di in data 28 Giugno 2020 – 14:37
Roma, Maxxi, fotografia esposta alla mostra "Road to justice", 22 giugno-14 ottobre 2018 (2018) (foto Giorgio Pagano)

Roma, Maxxi, fotografia esposta alla mostra “Road to justice”, 22 giugno-14 ottobre 2018
(2018) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 21 giugno 2020 – Gli Stati Uniti sono a un passaggio aspro della loro storia: pandemia, disoccupazione, diseguaglianze, rivolta. Fenomeni tutti aggravati dal fatto di avere al timone del Paese il leader più incompetente e divisivo della sua storia. Eppure sta emergendo, come ho scritto domenica scorsa in questa rubrica, un ritrovato coraggio morale. L’onda antirazzista sta scuotendo l’America e il mondo.
Molto meno l’Italia. Colpisce, ha scritto Gianni Riotta su La Stampa del 15 giugno, “l’indifferenza della nostra politica davanti a questo sommovimento morale. I giovani hanno bisogno di messaggi generosi, che li facciano impegnare sugli ideali, non sulle fazioni. Solo il Presidente Mattarella ha saputo parlare il linguaggio etico di speranza e unità e il suo invito va condiviso”.
La campana, prosegue Riotta, suona per tutti: “suona per chi, nel centrodestra, non voglia non essere sopraffatto dai populisti, ma rintocca con severa urgenza per la sinistra distratta”. Che deve “riflettere sull’appello di fratellanza sociale che ci arriva”.


Roma, Maxxi, mostra “African Metropolis”, 22 giugno-4 novembre 2018, "Le Merchand de Venise" di Kiluanij Kia Henda (2018) (foto Giorgio Pagano)

Roma, Maxxi, mostra “African Metropolis”, 22 giugno-4 novembre 2018, “Le Merchand de Venise” di Kiluanij Kia Henda
(2018) (foto Giorgio Pagano)

“Fratellanza” è il termine che uso anch’io, sia per descrivere, nei miei libri sulla Resistenza e sul Sessantotto, le esperienze storiche più feconde della nostra storia recente, sia per comprendere il nostro bisogno di società e di vicinanza con l’umanità emerso durante la pandemia, che non va disperso ora che sembra prevalere il ritorno alla “normalità” e a “come eravamo”.
Eppure, anche in Italia, anche a Spezia, le piazze si sono riempite di giovani impossibili da etichettare, arrabbiati, orgogliosi, finalmente allo scoperto a urlare “Black lives matter”. La stessa ribellione morale che ha spinto tante persone a indignarsi di fronte alla notizia della nostra vendita di armi all’Egitto: innanzitutto perché non esiste Stato al mondo che fornisca armi a un regime che è coinvolto nell’omicidio di un suo cittadino, Giulio Regeni (ne ho scritto in questa rubrica due domeniche fa).

La realtà ci offre altri temi non meno drammatici: gli effetti della pandemia nei Paesi in via di sviluppo, già afflitti dal cambiamento climatico e ridotti sempre più ai limiti della sussistenza, gli annegati nel Mediterraneo, lo sfruttamento degli africani nei campi, la vita nei quartieri poveri delle nostre città… Ma non riusciamo a sentire queste voci.
“Passione, ecco la virtù mancante in Italia, temuta dai pavidi, ma solo lievito di rinascita”. La conseguenza è una “sinistra condannata a ridursi ad affarismi locali, cricche, clientele”, conclude Riotta. Chissà se pensava alla sinistra ligure, che si dilania da mesi -ha scritto Luca Borzani su Repubblica del 13 giugno- “nel triste spettacolo di un ceto politico così esausto, familista, chiuso su sé stesso da non riuscire neanche più a individuare un percorso in grado di garantire la sua sopravvivenza”. Sola cosa a cui è peraltro interessato. Era davvero difficile fare di peggio.

lucidellacitta2011@gmail.com

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