Nuovo Ospedale, serve una nuova intesa con lo Stato
Città della Spezia, 20 dicembre 2020 – Il Presidente della Regione Toti ha presentato, nei giorni scorsi, il nuovo modello finanziario di realizzazione dell’Ospedale del Felettino. La Giunta Burlando aveva finanziato l’opera grazie ad un finanziamento dello Stato, impegnato in due parti successive, pari a 143 milioni di euro. Poca cosa era l’apporto finanziario, in soldi veri, della Regione: neppure una decina di milioni. Il resto veniva dalla vendita del Sant’Andrea al costruttore dell’opera. La gara fu aggiudicata all’impresa Pessina, poi cacciata con motivazioni mai chiare. Tant’è che è in atto un contenzioso milionario tra l’ASL e l’impresa: se dovessero prevalere le ragioni di quest’ultima, per le finanze pubbliche e per noi cittadini sarebbe un bagno di sangue. Non solo: la causa legale potrebbe comportare il blocco di ogni altra procedura di gara riguardante l’Ospedale.
La proposta di Toti è alternativa a quella della Giunta precedente. Leggiamo le parole del Presidente della Regione: “anziché investire 175 milioni di edilizia in conto capitale, meglio usare quei soldi per altri interventi che abbiamo spalmato sulla regione”. Come sarà finanziato, allora, l’Ospedale spezzino? La struttura sarà realizzata dai privati, secondo una formula, quella del “leasing in costruendo”, che va per la maggiore nella “sanità ideale” dell’attuale Giunta ligure, quella della Lombardia. In cambio i privati avranno la gestione dell’Ospedale a livello di servizi alberghieri, non sanitari, per almeno una trentina d’anni. Quindi: il privato, esclusivamente con capitali propri, realizzerà l’Ospedale per poi affittarlo all’ASL 5, che a sua volta pagherà un canone d’affitto assai oneroso per restituire nei trent’anni successivi l’investimento del privato. L’azienda sanitaria corrisponderà ai costruttori-gestori due canoni annuali: uno legato all’edificazione dell’opera e uno connesso con i servizi alberghieri. Ed è proprio su queste voci che si muoverà il margine di profitto delle imprese, mentre Asl 5 (e di fatto Regione Liguria) vedranno una parte del proprio bilancio ipotecata per i prossimi trent’anni. Chiede giustamente il Manifesto per la sanità locale:
“Come farà l’ASL 5 a pagare i molti e troppi milioni annuali di canone per restituire al privato il capitale con gli interessi? Taglierà prestazioni e servizi sanitari? Oppure, o assieme, ridurrà ulteriormente il personale già oggi sotto i livelli di decenza? Ridurrà pesantemente la qualità del servizio sanitario all’utenza di questa provincia? Insomma saranno i cittadini i pagatori di ultima istanza? Oppure si continua a coltivare la prospettiva che inevitabilmente col tempo, nel breve o medio periodo, si sbaracca tutto e si cede al privato tutta la gestione anche sanitaria dell’Ospedale spezzino?”.
Aggiungo: ma l’esperienza degli appalti per servizi alberghieri -dalla mensa alla manutenzione- affidati per un troppo alto numero di anni non è stata già fatta, e con risultati negativi? Quante volte abbiamo sentito i dirigenti dell’ASL lamentarsi di avere “le mani legate”?
A queste domande, riferite a rischi molto concreti, occorre dare risposta. Così come va data risposta ad altre domande chiave, connesse alle prime: perché non usare direttamente i 175 milioni per l’Ospedale spezzino? Perché spalmarli nella regione? E infine: ma questi milioni esistono ancora? O sono stati perduti perché non utilizzati e/o già spesi?
Sarebbe, in ogni caso, molto meglio che la Regione ricercasse una nuova intesa con lo Stato per il finanziamento dell’opera. In fondo non si chiederebbe molto: la costruzione dell’Ospedale del Felettino è stata finanziata dallo Stato per decenni, e una importante “città media” come Spezia si ritrova allo sbando, con un Sant’Andrea sempre più vetusto e il vecchio Felettino già abbattuto… Un vero disastro, a cui porre rimedio in modo certo e nel più breve tempo possibile.
La città, sotto la guida del Sindaco, dovrebbe mobilitarsi unita. Su questioni come queste le differenze politiche devono passare in secondo piano. Quando si è vittime della Regione, nessuna acquiescenza a logiche di schieramento partitico può essere perdonata.
Post scriptum:
Da oggi ritornano, nella rubrica, le foto dell’Alta Val di Vara. Nella foto in alto è ritratto l’altare in parte seicentesco della chiesa di San Lorenzo a Scurtabò di Varese Ligure, in quella in basso il campanile della chiesa di San Bartolomeo a Càssego di Varese Ligure.
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