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14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Il libro di Dino Grassi “Io …

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La crisi climatica, l’Enel e il mare che si sta sollevando

a cura di in data 19 Ottobre 2021 – 06:51

Lerici
(2013) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 19 settembre 2021 – La notizia più importante della settimana, per la città, è apparsa il 17 settembre sul “Sole 24 ore”: Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, che ha il compito di far “tornare i conti” dell’elettricità a disposizione del Paese, avrebbe concluso che dei 600 MW prodotti con il combustibile fossile nel sito spezzino si può fare a meno a partire dal 1° gennaio 2022. Terna avrebbe garantito l’approvvigionamento al Nord Ovest “ricalibrando nodi e carichi della rete”. E’ una tesi che ho più volte sostenuto in questo giornale, in sintonia con le associazioni ambientaliste, e che -se le indiscrezioni saranno confermate- Terna fa propria per la prima volta. Ciò rafforza enormemente la battaglia per impedire che la centrale a carbone di Vallegrande sia sostituita con la nuova centrale a gas proposta da Enel: se non c’è deficit energetico, la nuova centrale non serve.
Il parere di Terna smonta non solo le tesi dell’Enel, ma anche quelle del ministro alla Transizione ecologica Cingolani, che solo poche settimane fa, in una conferenza stampa, ha detto: “Se dobbiamo decarbonizzare dobbiamo stabilizzare l’energia da rinnovabili. Di contro, la domanda di energia richiede gas almeno fino a che le rinnovabili non riusciranno a garantire adeguata copertura”. Cingolani trascurava del tutto ciò che Terna sta per prospettargli: i pompaggi che già ora Enel sarebbe in grado di mettere in funzione rappresentano una stabilizzazione sufficiente della rete. Finora Enel non vi ha fatto ricorso perché, sotto le insegne del capacity market, risulta più remunerativo partecipare alle aste di fornitura con l’entrata in funzione fino a 14 centrali a gas, tra cui alcune di nuova costruzione come quella prevista a Spezia. Con una sovracapacità che andrebbe a carico delle bollette. E che inquinerebbe ulteriormente l’aria che respiriamo e contribuirebbe ad aggravare la crisi climatica.

Lerici
(2012) (foto Giorgio Pagano)

Ricordiamo le altre grandi novità di questi mesi e settimane. La prima è che L’Agenzia internazionale per l’energia ha ordinato la cessazione dal 2021 di qualsiasi operazione finalizzata allo sviluppo delle fonti come petrolio e gas: le nuove centrali a gas vanno cancellate perché inquinanti e climalteranti. La seconda è il rapporto dell’Ipcc, il foro scientifico mondiale sul cambiamento climatico: le temperature oggi stanno aumentando più velocemente di qualsiasi momento negli ultimi 2 mila anni, è necessario che non solo le emissioni di carbonio ma anche quelle di metano siano rapidamente e drasticamente ridotte in questo decennio e portate a zero entro il 2050. O facciamo questo, o la finestra per evitare le conseguenze più catastrofiche sul pianeta si chiuderà.
Dobbiamo sbrigarci. Non c’è ancora corrispondenza tra gravità della crisi climatica e effettivo impegno della politica. In Italia manca ancora una legge sul clima, abbiamo ancora i vecchi obiettivi della riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030, mentre l’Europa l’ha innalzato al 55% (ma sarebbe necessario il 65%).
Come città di mare, e più in generale come provincia, dobbiamo riflettere seriamente su un’altra questione posta dall’Ipcc: il mare si sta sollevando. Nel 2019 l’ Ipcc fissava l’innalzamento del mare, per la fine del secolo, tra 43 cm e 84 cm. Dobbiamo pianificare lo sviluppo delle aree costiere sulla base di questi scenari. Più che pensare a edificare sulla costa, ad avanzare sul mare, servirebbe un arretramento strategico. Spezia, Lerici, Portovenere, Sarzana stanno varando piani e progetti di forte impatto sui litorali: questa dimensione del problema è stata studiata? O si rischia di realizzare opere la cui vita sarà inferiore ai cinquant’anni?

Post scriptum
Sull’Enel rimando agli articoli:
La transizione ecologica e la svolta di Civitavecchia, MicroMega.net, 1° aprile 2021
Se la transizione ecologica cambia anche il sindacato, Il Secolo XIX Nazionale, 12 aprile 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Le partite liguri in gioco nella transizione ecologica, La Voce del Circolo Pertini, 15 aprile 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Futuro energetico: una battaglia anche in Liguria, La Voce del Circolo Pertini, 31 maggio 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Futuro Vallegrande, Toti neghi l’intesa e proponga una diversa “transizione energetica”, Città della Spezia, 8 giugno 2021
La transizione non è ecologica se restano gli impianti fossili, MicroMega.net, 11 giugno 2021
Centrale di Vallegrande, la Regione può dire no. Per davvero, La Nazione, 29 giugno 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Le mani di Enel ed Eni sulla transizione energetica anche in Liguria, La Voce del Circolo Pertini, 30 giugno 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Le mani di Enel ed Eni sulla transizione energetica anche in Liguria, La Voce del Circolo Pertini, 15 luglio 2021, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Sull’innalzamento del mare rimando all’articolo:
L’erosione della foce del Magra e il Lagora ad alto rischio, Città della Spezia, 26 gennaio 2014

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