Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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La Cgil non è sola

a cura di in data 11 Settembre 2011 – 10:25

La Spezia,Tramonti (2010)   (foto Giorgio Pagano)

La Spezia,Tramonti (2010) (foto Giorgio Pagano)

Città  della  Spezia – 11   settembre 2011 – Uno sciopero come quello organizzato dalla Cgil martedì scorso non si vedeva da tempo, anche a Spezia. La Cgil, davvero, non è sola. E’ stata capace di intercettare l’indignazione di tante persone per bene, iscritte anche agli altri sindacati o non sindacalizzate, occupate e non, precarizzate, impoverite, buttate su un mercato senza prospettive come capita ai giovani. Ha dimostrato di essere l’unica organizzazione in grado di coagulare l’opposizione a una  manovra che non interviene sulle ragioni che hanno determinato la crisi, anzi fa pagare ancora una volta i più deboli, riproponendo le stesse ricette che hanno gettato il mondo intero nel marasma. E’ il miglior atto di responsabilità verso il Paese che si potesse assumere: la responsabilità, infatti, non è solo acquiescenza alla necessità, ma anche risposta energica a scelte sbagliate e ingiuste e dimostrazione che ci sono altre strade per uscire dalla crisi, diverse dal taglio dello Stato sociale e dei diritti dei lavoratori
Non a caso il passaggio più applaudito dell’intervento di Lorenzo Cimino, segretario provinciale della Cgil, in piazza del Bastione è stato quello in cui ha scandito “Ci vuole una patrimoniale vera!”. Una tassa sulle grandi ricchezze consentirebbe di non colpire salari e pensioni e di non distruggere il welfare. E, se destinata non solo al debito ma a un nuovo modello di sviluppo, creerebbe lavoro e occupazione. Non solo: la patrimoniale risponderebbe a un maggior senso di giustizia perché riporterebbe il principio di proporzionalità dei sacrifici al centro del discorso politico rinsaldando il patto di unità tra i cittadini, un patto che il privilegio, invece, erode. Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica a Rimini: verità sullo stato dell’economia ed equità delle misure economiche sono due facce della stessa medaglia. E insieme possono ricreare la fiducia tra i cittadini  e la loro motivazione alla solidarietà e alla responsabilità verso la società.
La patrimoniale spaventa una sinistra ridottasi per troppo tempo, perché appiattita sul neoliberismo, a considerare obsoleto il tema della giustizia sociale e della lotta alle diseguaglianze. Ecco perché non è al centro della sua iniziativa. Non a caso l’altro passaggio più applaudito dell’intervento di Cimino è stato quello rivolto a un’opposizione giudicata “troppo attendista e morbida”: “Sveglia, non esitate!”. Il rischio è la perdita di fiducia nella politica come primo strumento collettivo per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro. In questo momento di emergenza nazionale la destra si è rivelata clamorosamente inadeguata. Ma la sinistra sembra non trovare la forza e la credibilità necessarie per rovesciare questo corso rovinoso. I successi amministrativi e referendari della primavera stanno diventando, ha scritto su Repubblica Carlo Galli, “vittorie perdute”. Il Pd ne fu protagonista solo di risulta, eppure si intestò queste vittorie e si propose come l’interprete della domanda di rinnovamento radicale della politica e del suo rapporto con la società. Ma poi la sua azione politica è parsa “incerta e politicista, attorcigliata nelle beghe interne e chiusa negli orizzonti del Palazzo”. E’ così: o la sinistra si schiera, interpretando e rappresentando l’enorme spinta dello sciopero della Cgil, o perderà un’occasione storica. Ha ragione Cimino: se c’è, batta un colpo.
Un’ultima considerazione: penso da tempo che il gruppo dirigente del centrosinistra spezzino abbia “esaurito la spinta propulsiva”. L’ho scritto nel mio libro “La sinistra la capra e il violino”, e ho motivato anche così il mio distacco dalla politica “tradizionale”. Purtroppo tante vicende recenti, le più diverse tra loro, confermano tutte il mio giudizio: dall’“autosospensione” di un assessore regionale all’incomprensibile rimpasto in Provincia, dalla lotta endemica interna al Pd sarzanese fino all’inaccettabile rinvio della nomina del Presidente, scaduto da tempo, del Parco Montemarcello-Magra. Non se ne esce con una persona, ma ricostruendo, anche a Spezia, la sinistra: una forza politica laburista e ambientalista, con idee forti e un radicamento nel popolo. Ma per far questo  le persone servono, e anche i leader. Ora un nuovo leader c’è. Dopo lo sciopero di martedì e quella piazza piena che condivideva le parole che ascoltava, il nome, in riva al Golfo, lo conoscono tutti.

lucidellacitta2011@gmail.com

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