Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Il turismo non va subìto, ma governato con regole sagge

a cura di in data 9 Luglio 2023 – 21:38

Veduta del Golfo dei Poeti dalla Bellavista
(2022) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 19 febbraio 2023

Ricordate i mesi più duri della pandemia? Quando riuscivamo a fare una passeggiata nelle nostre città semivuote, eravamo quasi sopraffatti dalla loro bellezza. Lerici, dove risiedo, era di una bellezza sovrumana. Proprio per questo sentivamo che ci mancava qualcosa di essenziale: gli altri. Oggi ci lamentiamo dell’eccesso di presenze del turismo di massa: Lerici, invasa dalle macchine, molto più sporca, non è bella come allora. Però ha i corpi delle persone, e ciò è meglio del vuoto. La discussione sul turismo non è per niente facile: perché le città non possono essere meri luoghi di consumo ma nemmeno luoghi desertificati. La “disneylandizzazione” non va bene, ma il turismo è una straordinaria occasione di incontro tra persone e tra culture. La questione è allora quella di governare il turismo con regole sagge, anziché subirlo.
Se ne è discusso, nella nostra città, nell’interessante convegno “Per un nuovo modello di turismo: territorio, ambiente, tutela”, organizzato dalla Rete Ambiente – Altro Turismo. “No al turismo mordi e fuggi”, che ha peraltro “scarse o inesistenti ricadute economiche”, ha detto nell’introduzione Gino Di Sacco. Luisa Rossi ha evidenziato i rischi che corre il paesaggio: “Il turismo è un’attività che divora i fondamenti della sua stessa ragione d’essere”. Non ha certo torto. Ho ricostruito la storia dello sviluppo del turismo di massa negli anni Sessanta ad Ameglia nell’articolo “Gli anni Sessanta ad Ameglia” (“Ameglia Informa”, novembre e dicembre 2022 e gennaio e febbraio 2023), sviluppando alcuni spunti di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”. Bisognerebbe ricostruire la storia anche di altri territori, da Lerici a Marinella di Sarzana. Non abbiamo conosciuto la “rapallizzazione”, ma in alcune zone ci siamo andati molto vicini. E oggi la pressione del cemento si è forse attenuata ma persiste. A Marinella è stato approvato un grande investimento immobiliare, a Lerici si vuole fare il parcheggio interrato in centro: siamo sicuri che siano scelte giuste? La Palmaria deve diventare come Capri? Ma che senso ha trasformare un posto unico al mondo, con la sua atmosfera così speciale, in un posto uguale a un altro? Cosa c’entrano le piscine con il DNA della Palmaria?
E alla Spezia il waterfront non doveva diventare il simbolo della riappropriazione da parte della città del suo mare, il luogo identitario di socialità e di cultura di una città di mare? Come potrà esserlo se arriveranno quattro navi da crociera contemporaneamente? E cosa faranno coloro che sbarcheranno da queste navi? Giovanni Cortelezzi ha chiesto “un’indagine conoscitiva” sull’impatto del turismo crocieristico: da quello ambientale – l’inquinamento è innegabile, e non possiamo aspettare inermi l’elettrificazione delle banchine, che non sarà immediata – a quello economico, a quello relativo al rapporto con la comunità ospitante. Io ho sempre pensato, per Spezia, a un porto crocieristico di solo transito, non di imbarco-sbarco, perché assai meno ingombrante. Si è scelto il porto di imbarco-sbarco, con tutte le infrastrutture relative: ma in un anno i passeggeri che hanno scelto Spezia per imbarcarsi e per sbarcare sono stati un’inezia: 9.000! Gli altri, invece, 524.000! Non c’è forse materia per riflettere?
Il professor Rossano Pazzagli, dell’Università del Molise, è stato molto chiaro:
“Il turismo o si governa o si subisce. Noi lo stiamo subendo, ne stiamo diventando schiavi. C’è un attacco al paesaggio e alla qualità della vita dei residenti. Bisogna uscire dalla logica dei numeri, gestire i flussi, mettere al centro la qualità della vita dei residenti, passare dal turismo di massa al turismo dell’esperienza, che va alla ricerca non di luoghi da scoprire ma di luoghi da vivere. Se una località diventa troppo turistica non è più appetibile per i turisti”.

Veduta del Golfo dei Poeti da Falconara
(2021) (foto Giorgio Pagano)

Parole sacrosante. Io ho lavorato, negli scorsi anni, alla redazione dei Piani strategici di aree turistiche o con potenzialità turistiche, sempre con questa visione: “La buona politica turistica è quella che innalza la qualità della vita dei residenti. Una città è accogliente con gli ospiti se ci si vive bene.”. Nelle aree vaste del Mugello o di Pisa come in quella di Oristano, a Betlemme in Palestina e nella regione di Lembà a Sao Tomè e Principe in Africa. Luoghi diversissimi tra loro. Ma sempre considerati non come un dispositivo di consumo. Perché c’è sempre un problema di giustizia tra chi usa un territorio e chi lo vive.
Anche a Spezia bisognerebbe tornare a un Piano strategico partecipato di area vasta, al cui interno inserire quel “Piano regolatore provinciale del turismo” giustamente richiesto dalla Rete Ambiente e Altro Turismo.
Di questo Piano dovrà essere parte integrante la riflessione su come “la crisi climatica e ambientale ci costringe a forme di adattamento che devono basarsi sulla conservazione e il recupero di habitat fondamentali nel fornirci servizi ecosistemici”. Lo ha spiegato Fabio Giacomazzi. Se guardiamo, per fare un esempio, alla bruttura degli argini lungo il fiume a Bocca di Magra, è evidente che non bastano le risposte alla crisi climatica e ambientale di tipo ingegneristico e tecnologico. Bisogna tornare alle soluzioni basate sulla natura, tutelando e restaurando l’ecosistema fluviale.
Sebastiano Venneri di Legambiente ha suggerito di fare come a Paganella, nelle Dolomiti. Guardate il sito: https://www.dolomitipaganellafuturelab.it/. È un progetto per definire una visione di sviluppo turistico bilanciato di lungo periodo assieme alla comunità, basato sulla vivibilità e la qualità di vita di residenti e ospiti. Sindaci e cittadini devono darsi da fare. Come ha scritto Tomaso Montanari, “se la politica riprende a designare la polis, può perfino succedere che qualcosa davvero cambi”.

Post scriptum:
su questi temi rimando agli articoli della rubrica:
“Di troppo turismo si muore”, 30 settembre 2018
“Turismo, cambiamo modello”, 21 novembre 2021

lucidellacitta2011@gmail.com

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