Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Galassia e memoria nera

a cura di in data 24 Agosto 2023 – 15:47

La 92a divisione di fanteria americana in un paese dell’Appennino Ligure – aprile 1945
(foto National Archives Records and Administration, Washington)

Città della Spezia, 26 marzo 2023

Il fatto accadde a Ceparana il 22 febbraio del 2021: alcuni giovani neonazisti pedinarono e picchiarono un diciottenne “colpevole” di portare un autoadesivo sul cellulare con la scritta “Azione antifascista”. I carabinieri, grazie alla sua denuncia e alla successiva indagine, risalirono agli aggressori. Venne in questo modo alla luce un fatto precedente, avvenuto l’8 novembre 2020 a Sarzana. Un adolescente fu accerchiato, minacciato e schiaffeggiato perché indossava una maglietta del Festival della Resistenza di Fosdinovo. Le due aggressioni hanno svelato l’esistenza di una rete di giovani neonazisti operante nella nostra provincia, come si legge nella relazione dei carabinieri del reparto operativo, di cui ha pubblicato alcuni stralci “La Nazione” del 22 marzo scorso:
“L’esistenza di un gruppo operante in provincia della Spezia, collegato con analoghi a Genova e Milano, ideologicamente di estrema destra, in particolare di ispirazione nazionalsocialista (naziskin o skinn 88), riconducibile a Lealtà Azione e avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi”.
L’indagine ha ricostruito i pensieri e le immagini di questa galassia nera, scoprendo quel che non era stato ancora eliminato dalle loro chat, di cui il magistrato ha disposto lo screening. Odio razziale e violenza la fanno da padroni.
Un ragazzo riferisce a un altro di aver fatto un nuovo acquisto e invia la foto di un portacenere con impressa la svastica del nazionalsocialismo sul fondo. L’altro commenta scrivendo: “L’unico vero partito”. E poi, riferendosi alla cenere che l’oggetto è destinato a raccogliere, afferma: “è quasi un peccato riempirlo di ebrei”.
Un altro ancora, alludendo al contatto con gli ultras di estrema destra: “Il calcio è un divertente passatempo, non una ragione di vita, quella deve esserlo la difesa della razza bianca ariana”.
Altri esempi: “Scontri nelle strade con spranghe nelle mani i rivoluzionari non sono morti invano”; “Posso morire per la rivoluzione”; “Né comunismo né capitalismo: Azione Nazionalsocialista”, e così via.
Spesso i commenti ai messaggi sono “88”, numero che rappresenta l’ottava lettera dell’alfabeto, la “H” che, ripetuta due volte è utilizzata nella terminologia dell’estrema destra radicale a significare “Heil Hitler”; e “A.C.A.B.”, acronimo di “all corps are bastards” – tutti i poliziotti sono bastardi”. Dopo la seconda aggressione un solo commento corale: “Onore”.
Una ragazza pubblica nella chat un breve filmato girato dal suo telefonino, nel quale si vede un bambino di colore con un giocattolo in mano mentre sembra raccogliere dei fiori. Il commento pubblicato è “cazzo, una scimmia nel mio giardino”.
Una sera i giovani neonazisti progettano una spedizione a Sarzana contro “zingari e marocchini”. Un’altra volta raccontano il pestaggio di un presunto “pedofilo”.
Un ragazzo mostra, tatuata nella schiena, la scritta a caratteri cubitali “Dux”.
Sta per arrivare il 25 aprile 2020, e poi il 28 aprile, anniversario della morte di Mussolini:
“La settimana nera. I nostri nemici festeggiano tracotanti, noi commemoriamo. È la settimana che ci fa fremere dalla voglia di urlare PRESENTE! … Decorrono 75 anni dal martirio dell’ultimo dei Cesari. Ma non doveva finire così! Quando penso alla grandezza del Duce e al suo martirio mi assale il magone… Si narrava che la base trapezoidale della fiamma tricolore fosse l’urna che racchiudeva le spoglie del Duce e l’acronimo del partito ‘Mussolini Sei Immortale’”.
Purtroppo non si tratta di fantasmi, come ha dichiarato a “La Nazione” l’on. Maria Grazia Frija.
In un’inchiesta di Fanpage sulla “lobby nera”, il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini parla del rapporto diretto che esisterebbe tra Lealtà Azione e la Lega, attraverso quattro personaggi del partito di Salvini, e su un giro di finanziamenti. Chissà se la magistratura sta indagando e se Salvini ha qualcosa da dire. La presenza alle iniziative di Lealtà Azione della sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassineti (Fratelli d’Italia) è stata più volte documentata. Nessuna presa di distanza? E soprattutto: la XII Disposizione finale della Costituzione vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista. Perché Lealtà Azione non è stata ancora sciolta?
Nel processo spezzino un giovane ha patteggiato, gli altri faranno un percorso riabilitativo-educativo in strutture sociali. Forse si sono già ravveduti. Speriamo che possano tutti costruirsi una nuova vita.

La 92a divisione di fanteria americana tra Alta Toscana e la Spezia – aprile 1945
(foto National Archives Records and Administration, Washington)

Intervistato da “La Nazione” nella mia veste di co-presidente del Comitato Unitario della Resistenza ho dichiarato:
“Ringraziamo le forze dell’ordine e la magistratura perché sono state ancora una volta all’altezza del loro compito. Ma affrontare questa sfida solo come una sfida alla sicurezza significa affrontare i sintomi e non il problema. È alla politica che deve essere richiesto di affrontare la questione. Perché è una basilare questione politica, una questione di salute della democrazia. Questi episodi si inseriscono in un processo in corso di revisione politica e culturale, che ha come obiettivo la fine dell’antifascismo come cultura civile del Paese, nata dalla vicenda storica che ha portato l’Italia al ventennio della dittatura. Ma l’antifascismo è l’elemento fondativo della democrazia riconquistata, è il patrimonio comune degli italiani. Niente e nessuno potrà mai sostituirlo in questa indispensabile funzione. Un popolo grande e unito lo ribadirà nelle manifestazioni del 24 aprile a Migliarina e del 25 aprile al Monumento della Resistenza. Nei mesi scorsi si è costituita, attorno al Comitato Unitario, una rete antifascista amplissima, che ha dato vita alla manifestazione del 16 dicembre. Abbiamo in programma venti mesi di iniziative per ricordare l’ottantesimo anniversario della lotta di liberazione, che iniziò l’8 settembre 1943 e si concluse il 25 aprile 1945. Saremo nelle scuole, nelle fabbriche, in ogni quartiere e paese della provincia all’insegna della memoria storica, guidati dal motto del Presidente Sandro Pertini: ‘il fascismo non è un’opinione, è un crimine’. Oggi come ieri”.
Spero che tutte le forze politiche, senza distinzioni, partecipino alle manifestazioni del 25 aprile e sostengano l’impegno per la storia e la memoria. Non ci si può “inceppare” davanti alla parola antifascismo, come ha fatto Giorgia Meloni. Il comunicato tedesco affisso dopo la strage dei 335 morti ammazzati alle Fosse Ardeatine spiegava perché li avevano uccisi: non perché erano italiani ma perché ai loro occhi erano tutti “comunisti badogliani”. Una mezza dozzina non erano nemmeno italiani, ma lussemburghesi, ungheresi, turchi, ucraini…
Scrisse a suo tempo Vittorio Foa: “Si uccidevano gli ebrei perché erano ebrei, non per quello che pensavano e facevano; si uccidevano gli antifascisti per quello che pensavano e facevano; si uccidevano uomini che non c’entravano per niente solo perché erano dei numeri da completare per eseguire l’ordine”.
Alessandro Portelli, che alla storia della strage delle Fosse Ardeatine ha dedicato lo studio più accurato, ha ricordato:
“Quando l’italiano Guido Buffarini Guidi, ministro degli interni di quella che si era chiamata Repubblica sociale italiana, consegna ai nazisti la lista di una cinquantina di italiani da uccidere, non lo fa perché erano italiani. Lo fa precisamente perché, agli occhi del suo regime, erano tutto il contrario: nemici della patria, letteralmente ‘anti-italiani’”.
Perché gli italiani non erano, non sono mai stati, una cosa sola. Ci furono, allora, gli italiani che morirono o rischiarono la vita per la democrazia e ci furono gli italiani – loro sì i veri “anti-italiani” – che difendevano la barbarie.
Il giornale clandestino trovato sotto il letto dagli assassini di Bruno Bucci, una delle 335 vittime, si chiamava
“Italia Libera”. Perché è vero, di Italia si trattava; ma l’aggettivo non è meno importante del nome.

Le foto di oggi sono dedicate alla 92° divisione di fanteria americana. Sono un regalo prezioso dell’amico storico Sandro Antonini, che le ha scoperte nei National Archives and Records Administration di Washington. La prima è stata scattata in un paese dell’Appennino Ligure, la seconda tra Alta Toscana e La Spezia. Chiedo ai lettori in grado di riconoscere i luoghi precisi di scrivermi.
L’Italia fu liberata dai partigiani e dagli Alleati. Tra quest’ultimi c’erano anche quelli che la ragazza condannata ha chiamato “scimmie”. Dalla Spezia a Ventimiglia, in Liguria avanzò infatti la 92° divisione di fanteria americana, composta in buona parte da soldati neri. Era una grande unità segregata dell’esercito degli Stati Uniti, poi dimenticata per motivi razziali, a cui va restituito l’onore (quello vero). Quando arrivò alla Spezia, la città era già in mano ai partigiani. Il comandante di battaglione Philo M. Baumgartner, nel suo diario, scrisse:
“Il viaggio più bello che abbia mai fatto – un giardino lungo una costa, simile alla California, per 50 miglia. Milioni di fiori – di tutti i tipi – alberi e cespugli. Tutti erano per le strade per salutarci – agitando le mani, lanciando fiori e distribuendo bevande. Bandiere ovunque. Sembrava il 4 luglio. Un giro davvero trionfale. Non hanno sparato un colpo dal 24 aprile”.
Era davvero arrivata la primavera.

lucidellacitta2011@gmail.com

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