Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Enel, se il Sindaco volesse..

a cura di in data 7 Luglio 2019 – 14:51
Vernazza (2008) (foto Giorgio Pagano)

Vernazza
(2008) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 30 giugno 2019 – Appena rientrato in città, la lettura di “Città della Spezia” mi ha ben spiegato quello che sta succedendo sull’Enel. Al convegno sindacale del 26 giugno l’Amministratore Delegato dell’Enel Carlo Tamburi è stato chiaro: “Dove è stato combusto il carbone si può installare anche un impianto a gas”. Il Sindaco ha resistito: “Come città non siamo d’accordo con questo progetto, chiediamo di investire nel nostro territorio quel che di meglio Enel ha a disposizione. Ognuno deve fare la sua parte. E infatti chiediamo al Ministero se è giusto che una centrale elettrica sia così vicina all’area urbana. Penso che ci si debba fermare un secondo. La città ha fame di spazi e ci possono essere investitori che propongono attività più sostenibili”. Ma il Presidente della Regione Giovanni Toti lo ha gelato. Questo il commento di Thomas De Luca: “Pur senza mai nominarlo il Presidente Toti sembra proprio aver aperto all’approvazione dell’installazione della centrale a turbogas alla Spezia”.
Quello che non tutti sanno è che il parere della Regione è decisivo per l’approvazione o meno del progetto dell’Enel: l’intesa con la Regione è infatti il passaggio chiave. Così prevede la legge: il Comune può anche votare contro, ma il suo è un parere inessenziale. Se invece la Regione negasse l’intesa, il progetto dell’Enel si bloccherebbe. E’ la questione che ho posto nei giorni scorsi insieme agli altri ex Sindaci della città: si veda “Gli ex Sindaci: la Regione tace. Non si perpetri errore anni ’50”, “Città della Spezia”, 21 giugno 2019. In realtà la Regione ha parlato, e ha deciso di perpetrare l’errore: costruire una nuova centrale elettrica in pieno centro urbano, in mezzo alle case. Quel Presidente dell’Enel che negli anni Ottanta disse: “Oggi non costruiremmo più una centrale in un sito simile”, è stato clamorosamente smentito. E’ veramente incomprensibile: Enel ha già largamente demolito la centrale di Montalto di Castro, in riva al mare ed in aperta campagna, ben lontana da nuclei ed insediamenti residenziali, mentre invece qui insiste nel volerne ricostruire una nuova dentro l’edificato urbano.

Mi sarei aspettato che il Sindaco chiamasse ad una mobilitazione unitaria per premere sulla Regione. Leggo invece un suo intervento che sembra una marcia indietro: “Questa è davvero la stagione della responsabilità verso il quartiere di Melara e la città tutta per un futuro di sviluppo economico nuovo, per un’economia maggiormente sostenibile, per l’occasione storica di dismissione dell’uso del carbone: e per dimostrarlo è necessario lavorare insieme per raggiungere obiettivi che, finora, non sono mai stati traguardati. Se l’opposizione vuole davvero essere utile e servire la città, si unisca a noi nel rivolgersi direttamente al Ministro Di Maio per dire di no ad una centrale elettrica a carbone in centro città. Costruisca con noi un modello nuovo, anche di politica, che vada al di là delle parole e si concretizzi in atti coerenti e responsabili e non, come fatto finora, a una strumentalizzazione ad oltranza a costo di sconfessare loro stessi, protagonisti indiscussi della politica spezzina fino al 2017” (“Città della Spezia”, 28 giugno 2019).
Il Sindaco non dice più “no” alla centrale a gas. Mette l’accento sul “no” alla centrale a carbone: ma la vera questione oggi è quella del gas. Il “no” al carbone è stato deciso da tempo: è giusto chiedere garanzie precise, ma non è la questione chiave. Peracchini, inoltre, non dice nulla sulla Regione, che ha invece un ruolo determinante. Sembra quasi un ritorno alla posizione dello scorso ottobre, quando la maggioranza in Consiglio Comunale votò un documento favorevole alla centrale a gas.
A questo punto è bene si faccia chiarezza. Io credo e spero che non sia tutta una pantomima, che tutto non sia stato già deciso. Se il Sindaco vuole può far sentire il peso del Comune e giocare un ruolo. Se lo farà avrà tutto il mio appoggio. Innanzitutto il Sindaco può varare un provvedimento urbanistico: anche senza una rivisitazione generale del Piano Urbanistico -che richiederebbe tempi lunghi ma che comunque deve essere fatta- basterebbe intanto approvare una variante limitata alle aree del Levante, in modo di esercitare nel più breve tempo possibile un’azione di salvaguardia sul futuro utilizzo delle aree della centrale, affermando da subito la necessità di un modello di sviluppo alternativo a quello delle industrie insalubri. Un provvedimento urbanistico che dovrebbe essere accompagnato da studi soprattutto di natura ambientale, sanitaria ed epidemiologica, che riprendano le indagini svolte nei primi anni Duemila ed i successivi Rapporti del Progetto SENTIERI.
Ma soprattutto il Sindaco può esercitare un ruolo politico: c’è un atto forte, fortissimo, che solo lui può fare. L’unico, in una stretta drammatica, capace di scompaginare tutto. Il Sindaco sa cosa può fare, e qual è la sua forza.

NO ALLE CARICATURE DEL PASSATO ED ALLE INSINUAZIONI SENZA FONDAMENTO

Sono il primo a capire che bisogna innovare, andare avanti, non accontentarsi mai dei risultati ottenuti in passato. Non a caso ho appena proposto di varare un nuovo Piano Urbanistico, che sostituisca quello approvato durante il mio mandato. Ma ciò non può significare azzerare tutto, nel nome di una visione secondo cui nel passato c’è solo il male. Un male che ha solo un nome: la sinistra.
Alla fine degli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta governavano, a Spezia, la DC e il PSI, mentre il PCI era all’opposizione. Non fu la sinistra, come dice sempre il Sindaco, a fare la scelta dell’Enel, anche se è vero che la avallò, nel nome dei posti di lavoro.

Riomaggiore, mareggiata (2016) (foto Giorgio Pagano)

Riomaggiore, mareggiata
(2016) (foto Giorgio Pagano)

Poi, con gli anni, crebbe un’avversione popolare all’Enel che animò battaglie ed iniziative di massa per un lunghissimo periodo, che furono guidate dalla sinistra ed ottennero significativi risultati in termini di contenimento delle emissioni inquinanti. Da quelle del Sindaco Varese Antoni nei primi anni Settanta, che impose all’Enel combustibili meno inquinanti, a quelle del Sindaco Gianluigi Burrafato nei primi anni Novanta, che chiuse la centrale per due anni per la violazione della legge sugli scarichi termici. La centrale fu riaperta solo perché il Parlamento, con il voto contrario della sinistra, modificò la legge sugli scarichi andando incontro alle richieste dell’Enel.
Si giunse così all’accordo del 1997, che diede grandi benefici ambientali perché consentì di passare da una centrale di 1800 Mw a carbone ad una centrale depotenziata di 1200 Mw, di cui solo 600 a carbone desolforato. Fu un risultato quasi insperato, come ho raccontato in questa rubrica (“Ci stiamo giocando il futuro”, 16 giugno 2019), perché a favore della soluzione del mantenimento dei quattro gruppi a carbone erano tutta la destra, tutto il sindacato ed una parte consistente della sinistra.
Aggiungo che Peracchini è stato in tutti questi anni un protagonista della vita cittadina, anche come Segretario della Cisl: ognuno può ricordare che non ha mai preso posizione contro la centrale. Io, per esempio, sono stato molto critico verso il Sindaco Federici ed il Ministro Orlando sull’Autorizzazione ambientale all’Enel del 2013: non ricordo di avere avuto Peracchini al mio fianco.
Non posso non replicare, infine, all’insinuazione ripetuta continuamente dal Sindaco secondo cui il Comune in passato non avrebbe agito verso l’Enel per incassare l’Ici dovuta.
Innanzitutto va ricordato che l’Ici è stata istituita con legge del 1994 e che il nostro Comune fu da subito un ente precursore nell’organizzazione di un moderno ed efficiente Ufficio Tributi, con la realizzazione di una banca dati e di attività accertative fin dalla fine degli anni Novanta. In quel lontano periodo l’Enel versò l’Ici dovuta al Comune della Spezia sulla base dei valori immobiliari relativi alla centrale come risultanti dalle scritture contabili presenti nei bilanci del gruppo, in quanto non era stata ancora completata la procedura di accatastamento di tutti gli immobili e degli impianti industriali Enel presenti sul nostro territorio.
L’Enel, come qualunque altro contribuente, doveva versare l’Ici sulla base della rendita attribuita dal Catasto locale, cioè da quell’Ufficio del Ministero dell’Economia e delle Finanze che negli anni successivi ha cambiato nome in Agenzia del Territorio. Per la centrale l’Enel presentò la pratica di accatastamento nel 1997 e gli Uffici del Catasto proposero una sostanziale rettifica che venne impugnata dall’Enel innanzi alle Commissioni tributarie locali e poi regionali. L’Enel poi nel 2003 depositò una successiva variazione in Catasto che venne validata dall’Agenzia del Territorio solo negli anni successivi.
Nel frattempo il Comune non stette certo con le mani in mano. Fin da subito l’Ufficio Tributi si attivò presso il Catasto per richiedere una rettifica della rendita catastale della centrale e nel contempo emise diversi provvedimenti accertativi ai fini Ici nei confronti dell’Enel, che furono impugnati e dunque sospesi stante i diversi filoni di contenzioso principale che erano in corso tra Catasto ed Enel. A partire dalla metà degli anni Duemila la situazione venne ulteriormente complicata dal fatto che il gruppo Enel aveva nel frattempo provveduto a conferire la proprietà degli impianti a diverse società operative (Enel Produzione, Enel Distribuzione, ecc.) e questa circostanza comportò la riclassificazione catastale e dunque anche ai fini Ici degli immobili della centrale. Nel 2006 il Comune, proprio allo scopo di rafforzare i servizi di gestione delle entrate comunali, costituì Speziarisorse spa la quale prese in mano le procedure accertative nei confronti dell’Enel come di tutta la platea dei contribuenti spezzini. Speziarisorse, per implementare le attività di controllo ai fini Ici specie nei confronti delle grande imprese spezzine (dall’Enel alla Fincantieri, da Termomeccanica ai terminalisti portuali), propose di costituire un gruppo di lavoro misto composto da tecnici interni e personale dell’Agenzia del Territorio, che in quegli anni era diretto dall’attuale Assessore all’Urbanistica della Giunta Peracchini Annamaria Sorrentino. Il lavoro congiunto di analisi di tutta la struttura impiantistica della centrale Enel da parte dei tecnici dei due enti prosegui e portò all’emissione di nuovi avvisi di accertamento Ici da parte di Speziarisorse per le annualità 2003-09 che furono impugnati anch’essi dall’Enel. L’Enel però riconobbe successivamente la correttezza degli accertamenti emessi da Speziarisorse per conto del Comune e negli anni 2010-11 versò nelle casse del Comune una somma imponente a titolo di regolarizzazione degli arretrati: circa 25 milioni di euro. Inoltre l’Enel, accettando definitivamente le nuove classificazioni catastali, adeguò il versamento Ici imponibile annuale dovuto per la somma di circa 4,5 milioni di euro a partire dal 2010. Questa è la verità dei rapporti ai fini Ici tra Comune ed Enel di quegli anni. Sono dati, informazioni e notizie che il Sindaco Peracchini -anche nella sua attuale veste di Assessore al Bilancio- può richiedere agli uffici finanziari del Comune ed a quelli di Speziarisorse. Ogni informazione può inoltre essere richiesta dal Sindaco all’assessore Sorrentino, per il ruolo svolto allora.

lucidellacitta2011@gmail.com

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