Anche i dinosauri pensavano di avere più tempo
Città della Spezia, 26 maggio 2019 –
Appartengo alla generazione che ha creato il problema, sconvolto e devastato questo pianeta. Ora che si muovono i ragazzi, la mia generazione deve dar loro fiducia. I giovani si sono mossi scendendo nuovamente in piazza per il clima, a Spezia come in tutta Europa. Sarà sempre più difficile sfuggire alle loro argomentazioni. E’ vero, la politica è sempre più concentrata sul giorno per giorno. Ma possiamo cambiarla, obbligarla a pensare al futuro.
Per questo anche noi adulti dobbiamo fare la nostra parte. Come dice la fisica ed economista indiana Vandana Shiva: “Serve una nuova solidarietà tra le età, tra giovani ed anziani”. Ma a tal fine la mia generazione deve fare un’autocritica radicale. Siamo figli del boom economico, siamo cresciuti in una società che credeva nelle risorse infinite, dove pensavamo di poter fare quello che volevamo. Ma ora i nodi sono venuti al pettine: abbiamo convertito l’agricoltura in industria, inquinato terra e mari, consumato le risorse idriche, raddoppiato le emissioni di gas serra. E’ dei giorni scorsi la notizia che i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera misurati dagli scienziati hanno stabilito un nuovo record: l’ultima volta che l’atmosfera terrestre conteneva concentrazioni simili di CO2 era più di tre milioni di anni fa, quando il livello dei mari era diversi metri più alto e in Antartide c’erano foreste rigogliose (la fonte scientifica è l’Osservatorio Mauna Loa). Un’altra notizia recente è che, dopo aver devastato il 75% del suolo e il 66% dei mari, un milione di specie -su otto milioni- saranno estinte tra pochi decenni: una catastrofe per la biodiversità (la fonte scientifica è l’agenzia dell’ONU Ipbes).
“Anche i dinosauri pensavano di avere più tempo”, c’era scritto in un cartello innalzato da una studentessa spezzina nella manifestazione “Friday for future” del 15 marzo scorso: lo vedete nella foto in basso. Non c’è più tempo, invece. Ogni giorno di più ci rendiamo conto della fragilità del mondo in cui viviamo. Per questo motivo bisogna agire subito perché, come disse il filosofo tedesco Hans Jonas, “è lo smisurato potere che ci siamo dati, su noi stessi e sull’ambiente, ad imporci di sapere cosa stiamo facendo e di scegliere in quale direzione vogliamo inoltrarci”.
CIASCUNO DI NOI PUO’ FARE LA DIFFERENZA
Venerdì scorso, quando i ragazzi hanno nuovamente manifestato, ho lavorato. La prossima volta sciopererò, e impiegherò a mia giornata a chiedere anch’io azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico. E a praticarne qualcuna. Dobbiamo convincerci che ciascuno di noi può fare la differenza. Secondo uno studio recente è necessario che il 3,5% della popolazione si mobiliti su un certo tema perché si producano cambiamenti. Insomma, se le persone si uniscono hanno un grande potere.
Qual è l’obbiettivo? Dobbiamo ridurre il 50% delle emissioni entro il 2050. Ma come? Ci sono tante cose da fare: sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili, modificare il modo di muoverci, preservare l’acqua, cambiare la dieta. Certo, anche cambiare la dieta: l’alimentazione umana incide molto più di quanto pensiamo. Il 30% delle emissioni di gas serra in Europa sono legate al cibo, dalla produzione fino al rifiuto. Se mangiamo due volte a settimana la carne anziché cinque, riduciamo del 50% le emissioni di gas serra. Non serve diventare vegani, ma cambiare le abitudini.
Quindi non dobbiamo essere scettici e pensare che non possiamo fare nulla. Ogni nostra singola azione può entrare a far parte di un’azione collettiva di cambiamento. Vale se usiamo la bici, se andiamo a piedi, se usiamo l’auto elettrica, se consumiamo meno acqua e meno energia, se differenziamo la raccolta dei rifiuti, se mettiamo i pannelli solari sui tetti, se rinunciamo alla plastica…
Certo, poi devono esserci i governi -dall’Europa al Comune passando per il livello nazionale- a fare la propria parte. E noi dobbiamo mobilitarci quando, come spesso accade, non la fanno.
GLI ERRORI DEL PIANO DEL GOVERNO PER L’ENERGIA ED IL CLIMA
Faccio un esempio che riguarda la nostra città. Il Governo nazionale ha recentemente varato il Piano nazionale per l’energia ed il clima (Pniec). “Chi si aspettava un Piano capace di riportare l’Italia sulla ‘rotta giusta’ e di rispondere ‘all’ultima chiamata’, degli scienziati, rimarrà deluso”. Con queste parole si apre il documento di commento al Piano del Governo elaborato da “Energia per l’Italia”, comitato composto da scienziati e ricercatori bolognesi, esperti di tematiche energetiche e climatiche.
Il documento spiega molto bene dove stanno gli errori. Ne cito uno solo: viene confermata l’uscita dal carbone, ma il petrolio diminuisce di soli cinque punti percentuali, da 36% a 31%, mentre il gas rimane addirittura invariato al 37% e le rinnovabili incrementano soltanto dal 18% al 28%. “Questi dati sono molto deludenti”, dichiara il comitato, “tanto più che in questo modo al 2030 la quota delle rinnovabili sarà minore sia di quella del petrolio che di quella del gas, prese separatamente”.
Inoltre il documento prevede che, secondo le direttive del Piano, nel 2040 la fonte prevalente di energia primaria italiana sarà ancora il combustibile fossile (circa 65%): “questi obiettivi riguardo il mix energetico sono la conseguenza inevitabile di un Piano che si preoccupa di facilitare e potenziare, anziché di limitare, l’approvvigionamento e l’utilizzo di gas e petrolio”, conclude il comitato.
L’ERRORE DELLA CENTRALE A GAS A SPEZIA
E’ chiaro che, con questo Piano del Governo, l’Enel non poteva che chiedere, per la centrale di Spezia di cui era prevista la dismissione, la sostituzione degli impianti a carbone con impianti a gas. Se passasse questa proposta, la città sarebbe condannata ad avere una centrale elettrica nel suo centro urbano ancora per decenni. Meno inquinante di quella a carbone, ma pur sempre inquinante. Il Sindaco non può limitarsi a dire che “le decisioni sul merito devono essere prese dal Ministero dell’Economia”. E’ vero, ma il Comune può e deve battersi per evitare un altro errore, “storico” come quello commesso da tutte le forze politiche negli anni Sessanta (allora non c’era, come ha detto il Sindaco, la sinistra a governare, ma la DC e il PSI, con il PCI all’opposizione; però anche il PCI fu d’accordo, perché quella era la cultura del tempo). Va aggiunto che allora l’errore si fece per molte centinaia di occupati, mentre oggi si farebbe solo per poche decine, che potrebbero trovare occupazione in molti altri modi, nelle tante attività possibili di riuso di un’area strategica per la città.
E l’EUROPA?
Nel giorno delle elezioni europee è doveroso interrogarsi anche sul ruolo dell’Europa. Io sono da tempo molto critico verso questa Europa, quella dell’austerity neoliberista a dominio tedesco. Però riconosco che le Direttive europee sull’ambiente -anche quelle su clima ed energia- sono le migliori del mondo. Ora bisogna passare dalle parole (le Direttive)ai fatti (le azioni concrete degli Stati nazionali). Cerchiamo quindi di eleggere nostri rappresentanti che si impegnino per questo. Cercate in rete i candidati, uno per uno, e guardate quel che propongono. Io ho fatto così. Questa volta voterò più le persone che il partito. Perché sono le persone a fare le cose.
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