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“L’Africa e il mondo che migra”, incontro con Martin Nkafu Nkemnkia, Giovedì 19 Novembre ore 17 al Centro Allende

a cura di in data 9 Novembre 2015 – 17:15
L'Africa e il mondo che migra

L’Africa e il mondo che migra

L’AFRICA CHE MIGRA
INCONTRO CON MARTIN NKAFU NKEMNKIA
Giovedì 19 novembre ore 17 Centro Allende

Sempre più africani sono costretti a migrare. Ma chi sono i migranti, perché lasciano l’Africa? Alla domanda cercherà di rispondere l’iniziativa “L’Africa e il mondo che migra” organizzata giovedì 19 novembre alle 17 al Centro Allende dall’Associazione Culturale Mediterraneo, dall’Associazione Igino Giordani del Levante Ligure e dal Liceo Scientifico Pacinotti, a cui parteciperà Martin Nkafu Nkemnkia, africano del Camerun, docente di Filosofia e Missiologia all’Università Pontificia Lateranense, uno dei massimi esperti di storia, religioni e culture dell’Africa.

Il sottotitolo dell’iniziativa -“Il valore dell’accoglienza e dell’integrazione. Il passaggio dalla guerra e dalla povertà alla pace e allo sviluppo”- spiega i temi che saranno affrontati. Da un lato ci sono i migranti richiedenti asilo, che fuggono dalle guerre di cui spesso siamo noi, i Paesi occidentali, i responsabili. Non possiamo che accoglierli: perché nessuno di questi migranti, per ora, può tornare a casa sua. E’ ipocrita chiedere che siano “aiutati a casa loro”: la loro casa non c’è più. I rifugiati vanno quindi “aiutati a casa nostra”. Servono piani formativi e per il lavoro che siano a loro utili per quando potranno rientrare nelle loro case. Piani che riguardino tutti i poveri, rifugiati e italiani. Ci sono poi i “migranti economici” e “ambientali”, vittime della miseria o dei cambiamenti climatici, che non hanno diritto allo status di rifugiato: sono bollati come clandestini e respinti al loro Paese, o schiavizzati in campagna dai caporali. Ma è giusto distinguere i profughi dai “migranti economici” e “ambientali”? Le persone che fuggono dalla miseria sono forse meno bisognose di chi fugge da una guerra? L’Europa non dovrebbe accogliere anche loro, rendendole regolari? Non ne abbiamo forse bisogno? In Italia sono più i decessi che le nascite, e il rischio demografico e della mancanza di forza-lavoro è dietro l’angolo. Contemporaneamente, però, occorre agire sulle cause che spingono sia i “migranti richiedenti asilo” che quelli “economici” e “ambientali” a fuggire. Dobbiamo favorire la pace e lo sviluppo economico e umano nei loro Paesi: “aiutarli a casa loro”. Serve un grande piano di cooperazione internazionale che impegni gli Stati, gli Enti locali, le Chiese, i giovani di tutto il mondo, per creare libere comunità autogovernate dai popoli.

Il tema sarà discusso anche in un incontro al mattino con gli studenti del Liceo Scientifico Pacinotti e di altre scuole superiori cittadine, che si terrà alle ore 10,30 nell’Auditorium del Liceo Scientifico.

L’Associazione Culturale Mediterraneo, l’Associazione Igino Giordani del Levante Ligure e il Liceo Scientifico hanno organizzato due incontri sul tema “l’Africa e il mondo che migra” con Martin Nkafu Nkemnkia, filosofo e missiologo del Camerun. Nkafu ha incontrato, al mattino, gli studenti del Liceo Scientifico e di altre scuole superiori cittadine. “Non voglio essere straniero ma amico e fratello -ha esordito con i ragazzi- il mondo è la casa di tutti, nessuno è straniero”. Nkafu ha sostenuto che “l’uomo ha sempre migrato” perché “se non si muove non può conoscere” e si è soffermato sugli articoli 13 e 14 della Carta Internazionale di Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, che invitano tutti a tendere alla cittadinanza universale: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato”; “Ogni individuo ha il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”; “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”; “Questo diritto non potrà essere revocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite”. Questi diritti vanno rispettati, perché -ha detto- “la migrazione è la vocazione dell’uomo”. Nkafu ha così proseguito: “Non esiste un modello culturale e di civiltà unico, per questo è necessario lo scambio culturale”. Circa il fenomeno dei migranti profughi a causa delle guerre Nkafu ha messo l’accento sulle responsabilità dell’Occidente per la vendita d armi. Bisogna, invece, “investire sull’educazione, che è l’arma più importante”. Nel dibattito che è seguito è intervenuto anche Bambà, profugo della Costa d’Avorio, che ha raccontato l’odissea del suo viaggio lungo il deserto fino alla Libia, ha invitato l’Occidente a non vendere le armi, perché altrimenti la guerra nel suo Paese non cesserà mai, e ha invitato i ragazzi a distinguere: ”i profughi non sono i terroristi, e nemmeno gli islamici sono i terroristi: i terroristi sono i nostri comuni nemici”.

Il Presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano ha avanzato la proposta di un progetto, capace di durare nel tempo, che porti i profughi attualmente ospitati a Spezia in tutte le aule scolastiche, a incontrare gli studenti spezzini, perché “l’antidoto alla paura del diverso è solo l’incontro, il parlarsi e il guardarsi: è la conoscenza che produce il dialogo”. Durante l’incontro l’assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione Luca Basile si è detto d’accordo, così la Caritas, una delle associazioni che accoglie i profughi; la Direzione Scolastica Regionale si era già detta d’accordo nelle scorse settimane.

Nel pomeriggio Nkafu ha incontrato i cittadini spezzini al Centro Allende. Erano presenti, tra gli altri, tutti coloro che in città sono impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti.

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