Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 29 novembre ore 16.30 a Pontremoli
24 Novembre 2024 – 21:44

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 29 novembre ore 16.30
Pontremoli – Centro ricreativo comunale
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro …

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Impossibile distinguere tra chi fugge dalle guerre e chi fugge dalla fame

a cura di in data 15 Settembre 2015 – 07:24

La Nazione, 12 settembre 2015 – E’ impossibile distinguere, come fa il lettore Silvano Landucci in polemica con un mio intervento, chi fugge dalle guerre da chi fugge dalla fame, tacciando questi ultimi come “clandestini”. Conosco bene l’Africa: non solo le guerre ma anche il saccheggio neocoloniale delle risorse e la nostra “guerra al clima” spingono milioni di persone affamate verso il mondo più ricco. Oggi, grazie a un’antenna satellitare, anche nel più remoto villaggio africano va in onda lo spettacolo di un’ingiustizia tragica, e le menti delle popolazioni immiserite subiscono il potere incontenibile di attrazione delle nostre società. Dobbiamo certamente impegnarci perché l’Africa cambi, con un grande progetto di pace e di ricostruzione: io, nel mio piccolo, lo sto facendo, ma questo grande progetto purtroppo non c’è ancora. Non ci resta, intanto, che accogliere.
Non dimentico certo “la situazione critica di tanti italiani”, anzi. Sostengo che un’Europa che ha adottato da anni politiche che negano l’accoglienza -casa, lavoro, reddito e sicurezza- a una quota crescente dei suoi cittadini non riuscirà ad accogliere i migranti. Potrà farlo solo se cambierà i suoi bilanci e abbandonerà l’austerity, a vantaggio di tutti i più deboli, italiani e migranti. L’accoglienza ai migranti non è quindi solo solidarietà ma anche ricerca comune di giustizia sociale. Non mi piace la frase “prima gli italiani”, ma nemmeno quella “prima i migranti”. Mi piace dire: aiutiamoci tutti insieme, su questa terra, che è di tutti. Infine: cerchiamo di capire quali vantaggi una forza lavoro giovane e abbondante procurerà alle invecchiate società europee nei prossimi anni. Le tasse versate dai migranti in Italia superano già oggi i benefici che essi ricevono dal nostro welfare per 4 miliardi; e gli economisti spiegano che senza 250 milioni di immigrati entro il 2060 non riusciremo a salvare le pensioni in Europa.

Giorgio Pagano
Presidente delle associazioni Mediterraneo e Funzionari senza Frontiere

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