Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Presentazione di “Non come tutti” in carcere

a cura di in data 4 Febbraio 2015 – 09:33
Presentazione di Non come tutti in carcere

Presentazione di Non come tutti in carcere

Presentazione di “Non come tutti” in carcere
Venerdì 20 febbraio ore 14
Casa Circondariale della Spezia

Giorgio Pagano, già Sindaco della Spezia, è ora impegnato nella cooperazione internazionale -presiede le associazioni Januaforum e Funzionari senza Frontiere- e nella pianificazione strategica urbana; nonché, in città, nel campo della cultura, come presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e dell’antifascismo, come co-presidente del Comitato Unitario della Resistenza. Al suo ruolo associativo e civico ha sempre accompagnato l’impegno nella sinistra. E alla sinistra italiana, e alla necessità della sua ricostruzione, ha dedicato il suo ultimo libro, “Non come tutti” (edizioni Cinque Terre), che sarà presentato, dopo La Spezia, Genova, Lerici, Sarzana, Chiavari e Levanto, nel carcere spezzino di Villa Andreini. L’incontro, a cura dell’Associazione Culturale Mediterraneo e della Direzione della Casa Circondariale della Spezia, si terrà venerdì 20 febbraio alle ore 14. Introdurranno Licia Vanni, responsabile dell’Area Trattamentale, e Agostino Codispoti, funzionario giuridico pedagogico; interverrà Alessandra Ballerini, avvocato civilista, specializzato in diritti umani e immigrazione.

Il titolo trae spunto da quello del libro di Francesco Piccolo “Il desiderio di essere come tutti”, vincitore del Premio Strega 2014, un racconto autobiografico contenente una tesi politica con cui Pagano polemizza. La tesi di Piccolo è che la sinistra ha iniziato a perdere quando si è isolata in una diversità sterile e non si è posta la questione della responsabilità del potere, non si è “sporcata le mani” con il potere. Secondo Pagano, invece, “la sinistra negli ultimi vent’anni la questione del potere se l’è posta, ma male: perché l’ha esercitato adattandosi alle idee degli altri”. La sinistra, rinunciando ad avere una sua ideologia, è stata in realtà subalterna all’ideologia dominante, il “pensiero unico” neoliberista, quello che ci ha portato alla “Grande crisi”. Ecco perché, se vogliamo uscirne, “vale la pena -secondo Pagano-, almeno qualche volta, non essere come tutti”.
La “ricostruzione della sinistra”, sostiene l’autore, deve basarsi su alcune grandi finalità: l’eguaglianza, la libertà della persona che lavora, la difesa della natura e i diritti civili, tra cui i diritti degli immigrati, a cui Pagano dedica molte pagine.

“Ringrazio la Direzione della Casa Circondariale per l’invito -afferma Pagano- e spero che possa svilupparsi un feconda discussione con detenuti e operatori. Spero che possano interessare la mia concezione ‘libertaria’ della sinistra e la mia riflessione sulla trasformazione della vita quotidiana e sulla riforma della propria vita come modi di fare politica, sul cambiamento personale come condizione del cambiamento sociale e politico. Per me la grande politica altro non è che la capacità di rendere le persone autonome, capaci di autogovernarsi da sé. Ecco perché il lavoro politico più importante da fare è oggi quello sociale e culturale, dal basso”.


 
Il libro “Non come tutti” di Giorgio Pagano è stato presentato nel carcere di Villa Andreino, per iniziativa dell’Associazione Culturale Mediterraneo e della Direzione della Casa Circondariale. Era presente l’avvocato Alessandra Ballerini, impegnata, con l’Associazione Antigone, per i diritti umani nelle carceri. La riflessione, tenutasi nella cappella, ha coinvolto molti detenuti, operatori, volontari. Agostino Codispoti, funzionario giuridico-pedagogico, l’ha introdotta così: “La sinistra deve occuparsi dei più poveri, e i più poveri sono in carcere”. Licia Vanni, responsabile dell’Area Trattamentale, ha detto: “Abbiamo invitato due persone in grado di infondere fiducia”. Alessandra Ballerini ha presentato il libro di Pagano insistendo sul concetto di eguaglianza come cardine della sinistra, e sulla necessità che la sinistra non dimentichi gli ultimi: “a turno siamo tutti ultimi”. Sono intervenuti molti detenuti, che hanno raccontato la loro storia: “abbiamo sbagliato, ma siamo persone anche noi, il carcere deve essere un luogo di rieducazione per il nostro reinserimento sociale, vogliamo dialogare di più con la società che sta fuori”. Molte le domande, e anche le considerazioni politiche: “La politica si è staccata dalle necessità del carcere, e la sinistra non fa più la sinistra”. Giorgio Pagano ha detto: “La sinistra non deve ‘essere come tutti’, deve far diventare popolari idee che oggi sono impopolari, come il decongestionamento e l’umanizzazione delle carceri, le pene alternative, l’abrogazione di leggi ‘riempicarceri’ come la Bossi-Fini sull’immigrazione e la Fini-Giovanardi sulle droghe leggere… La sinistra si è ormai omologata alla destra, deve tornare a usare parole sue, come eguaglianza e rappresentanza dei ceti più deboli, dei lavoratori, dei precari, degli emarginati. Ma la sinistra non rinascerà per la volontà di un leader illuminato, la ricostruiremo solo dal basso, nella società, tra le persone. Poi verrà il leader, come in Grecia e in Spagna: ma Syriza e Podemos sono nati da spinte sociali e culturali dal basso. Il vero cambiamento passa dal cambiamento personale, dalla riforma della nostra vita”. Interrogato dalla Ballerini sulla sua riflessione sul potere e sulla libertà Pagano ha detto: “Il potere non è tutto, nemmeno i soldi. Come dice Pepe Mujica, ex Presidente dell’Uruguay, la felicità sta nella libertà, nel tempo da dedicare all’amore per gli altri, per gli amici, per la natura. Io ho avuto il coraggio di lasciare una via già tracciata, sicura e confortevole, e di rischiare rinunciando a tutto per ricominciare da capo. Non ne sono pentito, anzi: la felicità è realizzare ciò che si vuole veramente, alla ricerca della vita”. Le conclusioni dell’incontro sono state dedicate a don Andrea Gallo e al concetto di speranza: “Come diceva don Gallo, il male grida forte, ma la speranza grida ancora più forte. La speranza è una virtù incancellabile, vivere veramente è sperare”.

A questo link, sul sito del Secolo XIX, potete trovare anche il video della presentazione:
http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2015/02/21/ARpxdTbD-presenta_cittadino_carcere.shtml

 

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