Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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A settant’anni dall’8 e 9 settembre 1943. L’inizio della Resistenza

a cura di in data 8 Settembre 2013 – 09:29

Città della Spezia, Cronaca4, La Gazzetta della Spezia – 7 Settembre 2013 – Nel pomeriggio dell’8 settembre 1943 giunse improvvisa via radio la notizia che il Governo Badoglio, sorto dopo la caduta del fascismo il 25 luglio, aveva firmato l’armistizio con gli angloamericani. I tedeschi, nostri alleati, lo temevano e avevano inviato in Italia le truppe per occupare il Paese. Per loro era prioritario catturare la nostra flotta, in gran parte ospitata alla Spezia. Per questo si erano posizionati sull’Appennino parmense, mentre Badoglio aveva inviato a difesa del golfo due divisioni dell’Esercito. La notizia dell’armistizio provocò gioia, per la fine della guerra -a Spezia si spararono i bengala- e paura, per l’attacco tedesco. Purtroppo Badoglio non diede indicazioni alle Forze Armate, e fuggì insieme al Re e ai vertici delle tre armi a Bari, già in mano degli angloamericani. Fu la dimostrazione del degrado morale delle alte gerarchie in vent’anni di dittatura. A Spezia ci fu un atto in controtendenza: il comandante della squadra navale Ammiraglio Carlo Bergamini obbedì agli ordini superiori e sottrasse le navi alla cattura da parte dei tedeschi. Al mattino del 9 settembre salparono dal golfo le tre corazzate Roma, Italia e Vittorio Veneto. Il Roma fu colpito dai tedeschi al largo dell’Asinara: Bergamini morì con 1253 marinai. Fu l’inizio della Resistenza? Certamente fu una scelta, in un momento di sgretolamento di ogni quadro di riferimento istituzionale per gli italiani, che dimostrava senso del dovere e dell’interesse della Patria. Furono questi, in fondo, i sentimenti che animarono la Resistenza.

In città la situazione precipitò: i tedeschi si impossessarono dell’Arsenale e degli edifici pubblici, senza resistenza dei militari, lasciati senza ordini, sbandati e demoralizzati, alla febbrile ricerca di abiti civili. Ci fu un solo caduto: un ufficiale medico del bolognese, che resterà sconosciuto, caduto combattendo sul ponte del Magra a Sarzana. La popolazione civile assaltò le caserme e i magazzini abbandonati, per impadronirsi di cibo e vestiti. Nel giro di pochissimi giorni Spezia passò sotto il ferreo controllo dei tedeschi e dei fascisti repubblichini. Ma si verificarono già subito i primi episodi spontanei di resistenza e di sabotaggio: piccoli gruppi di operai danneggiarono o nascosero armi. La sera del 9 settembre si riunirono i comunisti, poi le altre forze antifasciste. Il CLN fece i primi passi, cominciò la Resistenza. Tra i primi partigiani molti furono i militari sbandati, soprattutto meridionali. L’antefatto immediato della formazione delle “bande” è da ricercare in quei giorni di settant’anni fa, nel clamoroso naufragio della classe dirigente. L’8 settembre non fu solo la “morte della Patria”, fu il punto di origine di un’altra Patria. Fu un punto di rinascita, morale e politico. E Spezia ne fu protagonista.

Giorgio Pagano
Copresidente del Comitato Unitario della Resistenza

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