Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Le canzoni di Guccini, i valori del 25 Aprile

a cura di in data 26 Aprile 2009 – 18:38

Il Secolo XIX – 26 aprile 2009 – Sono stato al concerto di Francesco Guccini, con mio figlio e i suoi amici. Tra i 4.000 del Palasport c’erano tanti ragazzi: tutti sapevano a memoria le vecchie canzoni. Come il giorno dopo a Firenze al concerto di Bob Dylan. Gli slogan degli anni ’70 sono mediamente impresentabili, ma le canzoni sono ancora quelle. Non invecchiano. Sottotraccia, dunque, molto rimane della cultura della libertà, della democrazia, dell’eguaglianza. Guccini ha emozionato con una canzone inedita dedicata ai partigiani. Piccoli episodi che ci spiegano come la Resistenza sia radicata nella nostra terra, come i suoi valori siano diventati un fatto di popolo, un’esperienza civile collettiva. I ragazzi oggi sono lontani dalla politica, ma restano, in tanti, legati a quei valori. Il che ci fa capire il carattere popolare, nazionale, democratico dell’antifascismo. E che il problema di una memoria e di un’identità condivise, ancora aperto nel nostro Paese, può risolversi solo con l’unità sui valori fondanti della Resistenza. Il Presidente della Repubblica li ha più volte ricordati e reinterpretati, ponendo la base per  farli diventare patrimonio di tutti gli italiani.
A Spezia la condivisione di questi valori è sempre stata molto ampia, anche se va riconquistata ogni giorno. Lo spiega la storia: la città è stata liberata dai partigiani prima che dagli alleati, e alla Liberazione ha dato un contributo importante. Con gli scioperi nelle fabbriche: il segno, nella Resistenza, della ribellione e della speranza di giustizia sociale di tanti giovani operai. Con la scelta patriottica della Marina Militare: il segno, nella Resistenza, del senso del dovere e della dignità che animò i militari che rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò. Con l’impegno dei parroci, ricordato giovedì in un convegno. Con il tragico primato della più alta percentuale in Italia di deportati nei campi di sterminio nazisti: 680, di cui 260 non fecero più ritorno.
Qui stanno le radici della nostra identità di città solidale, aperta, ospitale. Come non disperderle, come tramandarle ai giovani? E’ l’interrogativo cruciale del 25 aprile. Era l’assillo di due custodi dell’antifascismo e infaticabili costruttori di memoria come Varese Antoni e Arnaldo Righetti. La loro morte è anche la vita che ci hanno donato come esempio.
Fa riflettere quel che disse un grande costruttore dell’Europa, Jean Monnet: “Gli uomini passano, altri verranno e prenderanno il nostro posto. Quel che possiamo lasciar loro sono delle istituzioni. La vita delle istituzioni è più lunga di quella degli uomini, e le istituzioni possono così accumulare e trasmettere la saggezza delle generazioni che si succedono”. C’è un ruolo delle istituzioni, anche locali: a Spezia è bene esercitato, e deve crescere ancora
C’è un ruolo che spetta alla scuola; e a partiti, sindacati, associazioni. Ma molto spetta ai cittadini. Oggi, tra di loro, c’è impegno, ma anche indifferenza e apatia. C’è delusione, che non deve trasformarsi in rassegnazione. Nei momenti difficili ci sorregge il patrimonio ideale della Resistenza, la sua lezione più bella: il pensare se stessi in relazione agli altri, il coraggio della partecipazione civile, la preoccupazione per la vita individuale che viene sostituita con l’amore per il bene comune. E’ davvero una grande risorsa, che ci aiuta a ridare nobiltà e cuore alla politica, per riavvicinarla ai cittadini e ai giovani. E  che ci spinge a impegnarci ancora per costruire un mondo migliore.

Lontanoevicino@gmail.com

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