É possibile vincere la sfida dei rifiuti
Il Secolo XIX – 22 giugno 2008 – Il nuovo impianto di produzione di CDR di Saliceti trasformerà i rifiuti indifferenziati in combustibile per produrre energia.
Il progetto fu pensato dieci anni fa. Fui eletto sindaco nel ’97, e nel mio programma c’era la scelta del Piano provinciale dei rifiuti del ’95:il forno inceneritore a Boscalino, per la cui realizzazione era già stata bandita la gara. Si aprì subito un grande dibattito. Proposi al Consiglio Comunale una disamina approfondita, che coinvolgesse studiosi e il Ministero dell’ambiente, anche su proposte alternative. Ero molto combattuto. Bisognava dire basta alle discariche e prevederne un utilizzo solo residuale. Il forno dava queste garanzie, ma era un impianto industriale che avrebbe comportato un aggravio del bilancio ambientale del levante cittadino, la zona ambientalmente più critica. Non volevo, però, lasciare il certo per l’incerto: avremmo favorito il “partito delle discariche”. Emerse la possibilità di una nuova via. Un sistema integrato basato sulla raccolta differenziata e su due impianti a “impatto zero” per l’ambiente: quello di compostaggio, per produrre compost per agricoltura dai rifiuti organici, che fu poi costruito a Boscalino, e quello di produzione del CDR. E con un ruolo marginale della discarica, in cui conferire il materiale inerte che residua. Scegliemmo, con una larga maggioranza, questa soluzione e la concordammo con le altre istituzioni, modificando il Piano dei rifiuti.
Ora va deciso come produrre energia con il CDR. Per i primi tre anni ci penserà l’appaltatore dell’opera. Poi si potrà continuare a valorizzarlo altrove: ma sarà più costoso. Si può pensare anche a un impianto di valorizzazione in provincia, solo per il nostro CDR: ne va valutata l’economicità, oltre che l’impatto in termini di emissioni. C’è poi la possibilità della combustione, insieme al carbone, nella centrale Enel, come a Venezia. Va verificato l’impatto ambientale, ma il vero problema è a monte:decidere sul futuro della centrale. Il programma del sindaco,che condivido,propone l’obiettivo della dismissione nel 2015, alla scadenza dell’autorizzazione attualmente all’esame del Ministero dell’ambiente. Obbiettivo non facile da raggiungere, perché non separabile dalle scelte che farà il Governo in campo energetico. Per noi spezzini è una questione “strategica”, che merita una discussione di ampio respiro.
C’è poi un altro tema connesso: più raccolta differenziata si farà meno CDR si produrrà, e quindi cambieranno i termini del problema. Dal ’97 a oggi la raccolta differenziata in città è cresciuta dal 5 al 26%: un risultato importante ma insufficiente. E’ positivo che il Comune si proponga l’obbiettivo del 50% nel 2010, con la raccolta porta a porta e una responsabilizzazione degli addetti nel rapporto con i cittadini. Perché è più che mai valida la gerarchia delle priorità indicata dal Piano dei rifiuti: riusare,ridurre,riciclare e poi smaltire, per produrre energia, solo ciò che rimane.
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