Le primarie di programma e il voto spezzino
Il Secolo XIX – 8 Febbraio 2012 – Tanti cittadini chiedono di partecipare alle scelte sul futuro della città. Nel centrosinistra Sel ha cercato di dare una risposta proponendo le “primarie di programma”: per selezionare i candidati a sindaco ma anche per scegliere le risposte sui grandi temi del futuro. Il centrosinistra dovrebbe delineare una cornice generale condivisa da tutte le sue forze, e poi promuovere la partecipazione dei cittadini su opzioni programmatiche diverse, dentro questa cornice. Sel, per esempio, le ha espresse su più punti, dal waterfront all’Enel. Alla fine ci si ritroverà uniti, dopo un confronto che avrà arricchito tutti e avrà consentito a tutti di cambiare una parte delle proprie idee e di arrivare con trasparenza a sintesi nuove.
Questa proposta è stata finora rigettata dagli altri partiti di centrosinistra. Eppure la sua attuazione darebbe un valore aggiunto alla coalizione, perché la aprirebbe a relazioni con la società che oggi, a partiti in crisi, servirebbero come l’aria. Spero che una riflessione unitaria e alla luce del sole si possa ancora aprire: e che porti a una proposta comunque alternativa a programmi a tavolino privi dell’anima e del corpo dei nostri elettori.
Aggiungo una considerazione sui rapporti Pd-Sel. Io sono stato da subito critico verso il Pd, e ho scelto la strada dell’impegno associativo e civico. Ma non sono un antipartito, perché so che di partiti veri c’è bisogno. Ho aderito a Sel per dare il mio piccolo contributo perché si costruisca un partito di sinistra vero: una grande forza di governo della sinistra europea, socialista e ambientalista. La foto del futuro, quindi, è quella Bersani-Vendola. Per questo il Pd va incalzato da sinistra con l’obbiettivo di sottrarlo a una deriva centrista. Ci sono quindi, per me, anche motivi di prospettiva politica che spingono all’unità Pd-Sel nei territori. Ma per fare l’unità bisogna essere in due. A un alleato non si può dire solo dei no, a Spezia come a Ameglia… Ecco perché va riaperta una riflessione vera.
Infine: io sono un semplice iscritto a Sel, non ho ruoli dirigenti. Né mi candiderò ad alcunché. Tanti cittadini mi hanno chiesto di ricandidarmi a sindaco: ma non ci ho mai pensato. Perché ho altre passioni, perché non bisogna mai tornare sui propri passi e perché la mia generazione deve sostenere i giovani che si cimentano nella politica. In Sel ci sono ragazzi molto in gamba, che stimo perché credono nel dibattito delle idee e vogliono diventare gli “eroi di se stessi” e non i “fedeli” di un leader. Una postilla: come ad ogni elezione c’è qualcuno che prova con qualche battuta -ne ho lette sul Secolo- a mettermi da solo sul banco degli accusati per la vicenda Acam. Classico: si fa con chi non è più “in competizione”. Sulla materia ho pubblicato un Diario, dove c’è tutta la verità: è la storia della sconfitta delle mie idee ed è la mia autocritica. Ma dopo c’è stato solo il silenzio. Se qualcuno vuole aprire una discussione seria, è il benvenuto.
Giorgio Pagano
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