La Green Economy in Liguria, quale futuro?
MARTEDI’ 22 NOVEMBRE ORE 17 CAMeC
INCONTRO CON STEFANIA CROTTA, KATIUSCIA EROE, RENZO GUCCINELLI, ERNESTO SALAMONI.
In questa fase di crisi economica, l’industria deve scegliere il suo futuro. Tanto più l’industria energetica, alle prese con l’abbandono del nucleare e con una crisi climatica che sconsiglia l’uso di un combustibile inquinante come il carbone. Nel biennio nero 2009-2010 gli investimenti privati in imprese e tecnologie verdi a livello globale sono cresciuti del 35% superando i 220 milioni di dollari annui. E i governi si sono allineati destinando 190 miliardi di dollari nel quinquennio 2009-2013 alla riconversione energetica. Sono i numeri da cui parte “Lo sviluppo dell’industria verde italiana come volano della crescita”, lo studio del Cer (Centro Europa Ricerche) pensato per misurare i nostri spazi di espansione nel mercato green: facendo le scelte giuste, al 2040 l’energia pulita in Italia può arrivare a quota 25%, e il Pil può avere un balzo di 5 punti. I nuovi posti di lavoro sarebbero 170.000. Nonostante l’assenza di una politica nazionale coerente, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica viaggiano veloci anche in Italia. In Liguria, spiegano i dati, meno che altrove: come recuperare il gap è il tema di questo incontro del ciclo “Crisi climatica e nuove politiche energetiche”, a cui parteciperanno l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria Renzo Guccinelli, la dirigente del settore Ricerca, innovazione e competitività della Regione Piemonte Stefania Crotta, Katiuscia Eroe, dell’Ufficio Scientifico di Legambiente nazionale, e l’Amministratore Delegato di Ferrania Solis Ernesto Salamoni.
Nuovo appuntamento di riflessione dell’Associazione Culturale Mediterraneo, martedì al CAMeC, sul tema “La green economy in Liguria. Quale futuro?”. Ha introdotto i lavori Giorgio Pagano, Presidente dell’Associazione, citando lo studio del Cer (Centro italiano ricerche) “Lo sviluppo dell’industria verde italiana come volano della crescita”, che spiega le enormi potenzialità del settore. Soprattutto se il Governo e le Regioni sapranno programmare e agire da propulsori per lo sviluppo di nuove tecnologie verdi, tramite incentivi, strategie formative, semplificazione delle procedure. Pagano, citando un altro studio, il rapporto Greenitaly 2011 di Symbola e Unioncamere, ha aggiunto: “ormai più che di green economy bisogna parlare di terza rivoluzione industriale, che tocca molti altri comparti, indirettamente legati all’energia: elettronica, edilizia, telecomunicazioni, agricoltura, alimentazione”. Si sta andando, insomma, verso “la riconversione in chiave ecosostenibile dei comparti tradizionali dell’industria italiana”. E la Liguria? Tutti i dati la collocano nelle posizioni di coda. Ernesto Salamoni, amministratore delegato di Ferrania Solis, la fabbrica savonese che dalle pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano è passata ai pannelli fotovoltaici in silicio, ha spiegato che nel fotovoltaico “l’Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Germania, mentre la Liguria è l’ultima regione italiana”. Non solo nel fotovoltaico, ma più in generale nella produzione di energia da fonti rinnovabili. La ricca esperienza piemontese -il Piemonte è la terza regione in questa graduatoria- è stata raccontata dalla dirigente Stefania Crotta. Tra i progetti più interessanti il bando regionale per la realizzazione di “edifici a energia quasi zero”, con beneficiari soggetti pubblici e privati cittadini: “in un solo giorno -ha spiegato- sono stati presentati progetti per tutti i finanziamenti disponibili”. L’assessore regionale ligure Renzo Guccinelli ha ammesso il gap, riconducibile non solo alle caratteristiche del territorio regionale ma anche a una “carenza di consapevolezza”. E ha delineato una strategia per superarlo: semplificazione normativa, biomasse (anche per salvare il territorio montano), utilizzo di cave dismesse per il fotovoltaico, parchi eolici, sostegni e incentivi a imprese e cittadini. Infine Katiuscia Eroe, dell’Ufficio Scientifico di Legambiente nazionale, ha affermato che “produciamo più energia di quanto ci serve: per questo bisogna bloccare i progetti di rafforzamento delle centrali a carbone e puntare sulle fonti rinnovabili, privilegiando i piccoli impianti diffusi e decentrati rispetto a quelli grandi e più impattanti”.
Il prossimo appuntamento del gruppo di lavoro “Crisi climatica e nuove politiche energetiche” dell’Associazione Culturale Mediterraneo riguarderà, ha annunciato Pagano, il futuro della centrale Enel.
E’ possibile scaricare tutto il materiale in formato .ZIP dal seguente link:
Iniziativa su La Green Economy in Liguria, quale futuro del 22-11-2011
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