Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
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Un patto per la prevenzione e il recupero del territorio

a cura di in data 30 Ottobre 2011 – 15:04
La Spezia,Tramonti (2010)   (foto Giorgio Pagano)

La Spezia,Tramonti (2010) (foto Giorgio Pagano)

Città  della  Spezia – 30 ottobre 2011 – La catastrofe che ci ha drammaticamente colpiti rivela molte cose. Innanzitutto l’orgoglio e la dignità dei liguri. Prima le lacrime, ma subito dopo il sudore e la generosità. Tanti cittadini, e soprattutto tanti giovani, si stanno dando da fare per un aiuto concreto. C’è anche chi viene da altre città:  è la “meglio gioventù”, ragazze e ragazzi  che si sono risvegliati da un torpore e da un’apatia che li hanno visti a lungo silenziosi e assenti e che oggi riscoprono le “passioni pubbliche” e l’attenzione agli altri.
L’altra cosa emersa è che il regime delle piogge è radicalmente cambiato. E’ una novità con cui dobbiamo sempre più fare i conti. Al posto delle pioggerelline autunnali o invernali abbiamo le alluvioni istantanee (flash-food), vere e proprie bombe d’acqua che scaricano in poche ore la stessa quantità di piogge che un tempo cadeva in qualche mese. Il nostro, ha detto il Presidente Napolitano, è stato “un tributo molto doloroso pagato ai cambiamenti climatici”. Il clima che si surriscalda, per effetto delle attività umane inquinanti, comporta la sempre maggiore possibilità di eventi fuori scala rispetto al passato. C’è davvero da riflettere, dunque, sui necessari cambiamenti delle politiche energetiche ma anche dei nostri comportamenti individuali, dalla scarsa propensione al risparmio energetico all’uso smodato dell’auto privata.
La terza cosa che ci è stata rivelata è questa: l’assenza di politiche del territorio in grado di  prevenire le conseguenze del dissesto idro-geologico. Le risorse stanziate per la sicurezza del territorio sono sempre di meno. Dopo due giorni di imbarazzato silenzio, il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo ha ritrovato la parola, per dire che “bisogna subito ripartire con il piano straordinario di difesa del suolo, per la gran parte non avviato a causa della mancata erogazione delle risorse”. Presidente Berlusconi e Ministro Tremonti: se non ora, quando?  Non è vero che i soldi non ci sono, come dice anche il sen. Grillo sulla Nazione del 29 ottobre. Basta prendere quelli per il Ponte sullo Stretto di Messina! O recuperare anche solo una parte dell’enorme evasione fiscale, 120 miliardi l’anno.
Infine la quarta cosa: paghiamo l’abbandono del territorio, dei boschi da rastrellare e dei campi da coltivare. Come ha detto il Presidente della Regione Burlando, c’è anche “la colpevolezza di ciò che l’uomo non ha fatto”: l’aver lasciato al suo destino un territorio così forgiato dall’uomo da non poter più fare a meno della sua costante presenza manutentiva. Nelle Cinque Terre, in particolare, il “destino” è la macchia mediterranea, quella che esisteva prima dei muretti a secco e delle terrazze. Una macchia non curata,  che può solo scendere progressivamente a mare.
Ora è prioritario trovare le risorse per l’emergenza e la ricostruzione. Il governo ha stanziato 65 milioni di euro per Liguria e Toscana: somma grandemente insufficiente, che andrà integrata da fondi delle Regioni colpite con l’aumento di tributi di propria competenza. Non ha torto il Presidente della Provincia Fiasella: abbiamo già un’economia debole, siamo stati colpiti da un flagello, oggi “servirebbe detassare per dare un po’ di ossigeno a chi sta tentando di sopravvivere”. Mentre invece saremo tassati.
Ma la vera discussione da fare è un’altra: come ricostruire? Come prepararci alle bombe d’acqua che purtroppo arriveranno ancora? Serve, per Spezia e la Lunigiana, “un patto per la prevenzione e per il recupero del territorio”, un grande progetto che impegni Governo, Regioni, Autorità di bacino, Province, Comuni, associazioni, sindacati, giovani nella principale opera pubblica di cui abbiamo bisogno. Smettiamola con i raddoppi delle strade, e pensiamo all’agricoltura e alle tante opere diffuse. Da questa catastrofe si esce con un nuovo modello di sviluppo e di governo del territorio.

lucidellacitta2011@gmail.com

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