L’Associazione Culturale Mediterraneo compie tre anni
GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE: L’ASSOCIAZIONE CULTURALE MEDITERRANEO COMPIE TRE ANNI
ORE 17 CAMeC PRESENTAZIONE DEL LIBRO “OCCHI DI MASCHIO. LE DONNE E LA TELEVISIONE IN ITALIA. UNA STORIA DAL 1954 AD OGGI” DI DANIELA BRANCATI. L’AUTRICE NE DISCUTE CON FRANCO CARDINI E DARIO VERGASSOLA
Daniela Brancati, spezzina, ha diretto il Tg3, e ancora prima il tg di Videomusic. Conosce quindi il mondo della tv da protagonista. Il libro è una “storia della tv”, scrive l’autrice, “dal punto di vista dei vinti, cioè delle persone di buon gusto e di buon senso, e delle femmine”. Il percorso della nostra televisione è infatti, almeno per ora, “una progressiva vittoria del male sul bene, della volgarità sulla sobrietà, del consumo sulla cultura, del maschilismo sulle ragioni delle donne”. Su questo giudizio così negativo, ma anche sulle speranze del futuro, discuteranno con l’autrice due uomini: lo storico Franco Cardini, già consigliere di amministrazione della Rai, e il comico e cabarettista spezzino Dario Vergassola.
ORE 20 CINEMA IL NUOVO VERRA’ OFFERTA UNA DEGUSTAZIONE DI CUCINA VENETA
ORE 21 CINEMA IL NUOVO PROIEZIONE DEL FILM “COSE DELL’ALTRO MONDO”
“Cose dell’altro mondo” (2011) è una divertente commedia girata da Francesco Patierno, che affronta con intelligenza il tema dell’immigrazione. Il film è ambientato in una città del Nord Est d’Italia, dove l’immigrazione incide sul tessuto sociale. L’industriale Golfetto (Diego Abatuantono) non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Un mattino, però, tutti gli stranieri scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli: proprio coloro che più contrastano la presenza degli immigrati più ne avvertono la necessità per la stessa sopravvivenza del proprio trend di vita. Come spesso accade nella storia del cinema è la commedia che riesce a far arrivare a un vasto pubblico delle idee che il dramma o la riflessione “alta” avrebbero costretto nella ristretta cerchia dei già convinti. Il film viene proiettato in collaborazione con il cinema Il Nuovo circuito d’essai La Spezia.
Ingresso: 7 euro; 5,50 euro ridotti; 4,50 euro soci dell’Associazione Culturale Mediterraneo
L’Associazione Culturale Mediterraneo ha festeggiato il suo terzo anno di vita: la sua prima iniziativa si tenne infatti il 3 novembre 2008, con il maestro di strada Marco Rossi Doria. Ogni anno, il 3 novembre, si tiene un’iniziativa pubblica con una personalità particolarmente legata all’Associazione: la pedagogista Cinzia Mion nel 2009, don Andrea Gallo lo scorso anno, la scrittrice Daniela Brancati quest’anno. “E’ l’iniziativa numero 75 -ha ricordato il presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano-, il che significa 25 iniziative all’anno: il nostro successo dimostra che in città c’è bisogno di un luogo di confronto e di riflessione critica aperto, plurale e non conformista come il nostro”. Daniela Brancati, prima direttora nella storia della Rai (diresse il Tg3 nel 1994), ha presentato il suo libro “Occhi di maschio. Le donne e la televisione in Italia. Una storia dal 1954 a oggi”: una vera e propria storia della società italiana attraverso la Rai e dell’influsso esercitato dalla Rai sulla società italiana. In questa storia si confrontano due modelli di televisione: dapprima quello di “intrattenimento educativo tipico del servizio pubblico, che era sì bacchettone, ma che si poteva permettere un livello alto perché agiva in regime di monopolio”, poi quello della televisione commerciale, “orientato dall’esigenza di massimizzare l’ascolto”. Due modelli, ha detto la Brancati, con una caratteristica comune: “sono entrambi impositivi, la gente si trova davanti a un modello preconfezionato”, che oggi più che mai “inquina le menti”. Un’altra caratteristica comune dei due modelli, secondo l’autrice, è “la vittoria del maschilismo sulle ragioni delle donne”: tutto “è filtrato dallo sguardo maschile”. Anche quando la donna sembra protagonista della ripresa, “dietro la telecamera c’è l’occhio di un uomo che offre di lei l’immagine che lui desidera”. La televisione, dunque, è il luogo degli stereotipi: “lui vestito, lei spogliata, lui assertivo, lei sentimentale, lui esperto, lei complemento della scenografia”. In questo contesto, ha aggiunto la Brancati, “le donne non sono innocenti”: c’è chi è stata parte attiva, e chi non ha voluto o saputo opporre resistenza. Ma c’è anche chi si è opposta: “tante donne invisibili hanno fatto la Tv, anche se non compaiono nella sua storia”, e il libro le ricorda tutte, con una sorta di risarcimento. L’autrice ha concluso con un ragionamento sulle cause della fatica della televisione a stare al passo con l’effettivo ruolo delle donne nella società italiana: “il motivo principale è che la Tv è dominata dalla politica, e che la politica non è riconoscente verso le donne”.
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