Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

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Giocare di squadra è l’unica ricetta per salvare la Liguria

a cura di in data 24 Ottobre 2011 – 14:04

La Repubblica – Il Lavoro 24 ottobre 2011 – I tagli hanno reso drammatiche le condizioni di Regioni e Comuni: la manovra Tremonti ha tolto alla sola Regione Liguria oltre 150 milioni di euro. Le aree urbane costituiscono un forte potenziale per un nuovo sviluppo dell’Italia, che è però del tutto sottoutilizzato. In Europa prevale, per fortuna, una spinta diversa. La Commissione europea ha proposto di sviluppare una “ambiziosa agenda urbana” che permetta a regioni e città di essere protagoniste. Molti Paesi europei hanno politiche urbane nazionali e strutture di governo ad esse dedicate. Da noi, invece, regna la massima frammentazione, con  minime risorse.
Regioni e Comuni italiani, oltre ad opporsi alla tendenza governativa a penalizzare lo sviluppo locale, devono quindi attrezzarsi per stare di più e meglio in Europa. Si reagisce ai colpi non con la deriva localistica ma rilanciando il progetto, certo problematico ma senza alternative, di un’unità europea fondata sull’articolazione in regioni e città.
Anche perché la leva fondamentale per Regioni e Comuni boccheggianti sarà, sempre più, quella dei fondi europei. Occorre, però, una svolta. Nei giorni scorsi agli Open Days di Bruxelles, la settimana europea delle regioni e delle città, il giudizio sulle “politiche di coesione” sviluppate nell’arco della programmazione europea 2000-2013 è stato di insoddisfazione: la spesa aveva troppe priorità, e si è molto frammentata. Per questo la Commissione, in vista dei finanziamenti 2014-2020, spinge per il partenariato tra Regioni e Comuni e per la “governance multilivello”: cioè per grandi progetti integrati dedicati alle aree urbane, presentati in modo coordinato da reti e alleanze territoriali. Ad essi saranno dedicati fondi specifici, fino a garantire una soglia minima del 5 per cento. I poteri locali avranno quindi un ruolo sempre più importante in Europa, a patto che lavorino con il metodo dei patti e delle strategie. Insomma: meno progetti dei singoli Comuni e più progetti d’area vasta. Meno piazzette e più metropolitane.
A questa svolta anche la Liguria deve arrivare preparata. Come ha scritto Marta Vincenzi sulla Stampa “c’è stato un tempo, verso la fine dello scorso millennio, in cui le città sono riuscite ad esprimere progetti che partivano da idee condivise e solidali”. Furono egemoni filosofie e politiche che portarono, anche a Genova e a Spezia, ai Piani strategici, e che consentirono di affrontare con una “visione” partecipata le grandi crisi industriali e il cambiamento di “missione” delle città.. La Vincenzi prosegue affermando che “questi meccanismi virtuosi possono tornarci utili”. Non a caso i nuovi Sindaci, da Merola a De Magistris, da Pisapia  a Fassino, hanno cominciato a lavorare ai patti e alle strategie. Anche come strumento per fronteggiare, attraverso un miglior rapporto con l’Europa, la carenza di risorse.
Le primarie nel centrosinistra in Liguria, ormai vicine, sono ancora povere di contenuti. Eppure la crisi ci pone nuove, grandi sfide progettuali: dignità del lavoro, imprese innovative, green economy e difesa del paesaggio, nuovo welfare, sostegno agli immigrati e a tutti i più deboli, investimenti nella cultura… E, appunto, nuovo rapporto con l’Europa. Chi si cimenterà dovrà entrare in sintonia con la rinnovata voglia dei nostri elettori di riempire la scena e di scegliere e condividere non solo le candidature ma anche le idee e i grandi orientamenti per il futuro delle nostre città. Anche le primarie devono essere “strategiche”.

Giorgio Pagano

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