La prima volta sulla tangenziale
Città della Spezia – 4 settembre 2011 – Pochi giorni fa ho percorso per la prima volta il tratto della Variante Aurelia tra la Chiappa e il Felettino, parte essenziale del secondo lotto della tangenziale, inaugurato a giugno. A dire la verità non è stata proprio la prima volta: lo feci -pensate- nel 1993, appena nominato assessore dal sindaco Rosaia. Fu più emozionante: ero con l’architetto Erario, del Comune, a bordo di una vecchia Punto, a passo di lumaca su un tracciato accidentato e completamente al buio nelle gallerie. L’opera era stata terminata nel 1992, doveva essere solamente resa funzionale alla circolazione e collegata, alla Chiappa e al Felettino, alla viabilità esistente. Le difficoltà dell’Anas, l’ente realizzatore, dapprima decapitata per le vicende di Tangentopoli, poi priva dei finanziamenti per concludere i lavori, ci hanno portato al 2011, quasi vent’anni dopo.
Nel frattempo -nel 2007- si è conclusa un’altra “odissea”, quella del primo lotto della Variante, da San Benedetto alla Chiappa. I lavori furono abbandonati per i movimenti franosi verificatisi durante lo scavo della galleria di Marinasco, e poi ripresi con un altro tracciato, anch’esso molto “tormentato”. Poche settimane fa un cittadino mi ha cercato per informarmi che Anas sta risarcendo i proprietari delle case e dei terreni che hanno avuto danni e per ringraziarmi per l’impegno del Comune al loro fianco. La notizia mi ha fatto piacere, quanto quella della fine dei lavori del tratto la Chiappa- Felettino. Non saprei dire a quale delle due questioni -l’impegno per i risarcimenti e la ricerca dei finanziamenti delle opere- abbia dedicato più tempo.
Il secondo lotto, tuttavia, non è ultimato: mancano la discesa dalla tangenziale all’area ex Ip e il sottopasso di corso Nazionale, perché Anas è stata costretta ben due volte a rescindere il contratto con le aziende aggiudicatarie. Speriamo vada meglio con la terza: altrimenti l’apertura del centro commerciale nell’area ex Ip provocherebbe enormi problemi di traffico in città.
Intanto, altra buona notizia, Anas ha consegnato i lavori per la costruzione del terzo lotto dal Felettino al raccordo autostradale all’altezza di Melara, con svincoli a Buonviaggio e a San Venerio. Entro il 2014 l’opera dovrebbe essere completata, rendendo così possibile il collegamento veloce tra Val di Vara e Val di Magra e recuperando il ruolo centrale di Spezia come “capoluogo infrastrutturale”. Anche in questo caso il parto è stato molto lungo. Ai tempi di Rosaia ci inventammo, con l’assessore Zolezzi, una soluzione straordinaria alle difficoltà di Anas a procedere nel lavoro che le spettava: nel febbraio del 1997 firmammo la convenzione Comune-Anas che affidava a noi il compito di bandire la gara per il progetto e lo studio di impatto ambientale del terzo lotto. Senza l’impegno di due nostri dirigenti, il dottor Fusoni e l’architetto Erario, oggi saremmo molto più indietro. Così come bisogna ringraziare la Regione, che nel 2008 mise una sua quota per poter finalmente finanziare l’opera.
La Variante Aurelia non ha un grande impatto ambientale, e comunque il sacrificio di suolo comporterà importanti benefici ambientali per la città: il traffico di attraversamento urbano, a poco a poco, si sposterà dalla galleria Spallanzani e dall’asse viale Italia-viale Amendola sulla tangenziale, con conseguente disinquinamento. Le trasformazioni, dunque, si possono fare: ma devono garantire, come in questo caso, un “utile ambientale”.
Detto questo, non possiamo nasconderci che l’Italia è il Paese con il massimo tasso di densità automobilistica in Europa, e che anche Spezia fa la sua parte. C’è bisogno di spostare parte della mobilità delle persone sul trasporto pubblico: ora il nostro “grande progetto” infrastrutturale, contenuto nel Piano strategico ma dimenticato, deve diventare la Ferrovia Urbana Veloce, che colleghi Spezia con la Val di Magra, la Versilia, la Lunigiana e le Cinque Terre. Lo sviluppo sostenibile di un’area di grande pregio ambientale passa da qui.
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