Iniziativa del 22 novembre 2010 con Edoardo Salzano
Lunedì 22 novembre alle 17 al Centro Allende nuovo appuntamento dell’Associazione Culturale Mediterraneo (Corso Cavour, 221): per il ciclo “Economia, società, politica: anticorpi alla crisi” il grande urbanista Edoardo Salzano presenterà i suoi libri “Memorie di un urbanista” e “Ma dove vivi? La città raccontata”.
“La figura dell’urbanista è simile a quella del diplomatico, nel senso che per nessuno dei due è pensabile un lavoro al servizio del privato”. E’ questa la convinzione di Salzano, ottant’anni, figlio della grande borghesia napoletana -il nonno era un personaggio famosissimo a Spezia, Armando Diaz, Duca della Vittoria-, professore a Venezia, dove è stato anche assessore, artefice del piano paesaggistico della Sardegna del presidente Soru e, ora che è in pensione, promotore di eddyburg.it, diventato il più importante e consultato sito che si occupa di urbanistica e territorio.
I suoi osservatori privilegiati sono stati il Ministero dei Lavori Pubblici, negli anni del primo centrosinistra; il Consiglio Comunale di Roma, ai tempi dell’opposizione al “sacco” della città; la Giunta comunale di Venezia, negli anni esaltanti delle giunte rosse, e l’Istituto universitario di architettura di Venezia. Ora eddyburg.it raccoglie il lievito di queste esperienze e soprattutto le elaborazioni culturali che lì sono maturate. Ma continuamente le aggiorna, le confronta con le più avanzate realtà internazionali e ne fa la linfa per una scuola aperta ai giovani pianificatori. E per divulgare le ragioni dell’urbanistica e della pianificazione a un pubblico largo e soprattutto giovane.
Il fulcro delle riflessioni di Salzano è l’idea che la città e il territorio sono un bene comune, a disposizione di interessi collettivi, e non sono merce, non si contrattano. Di questo è garante -dovrebbe essere garante- proprio l’urbanista. In gioco c’è un territorio come quello italiano che versa in condizioni preoccupanti, molto più di altri territori europei, a causa, scrive Salzano, della fragilità morfologica e idrogeologica, della densità di testimonianze della storia e a causa della sregolata disseminazione di costruzioni cresciute prepotentemente in questi decenni. La città, sostiene Salzano, è la casa della società. E la società, i cittadini, devono partecipare alla costruzione della casa. Buoni governanti, buoni urbanisti e buoni cittadini, uniti, possono salvare la città dalla mercificazione.
Per aderire e per avere informazioni sulle attività dell’Associazione Culturale Mediterraneo telefonare al numero 3456124237 o scrivere all’indirizzo e-mail spmediterraneo@gmail.com o visitare il sito www.associazioneculturalemediterraneo.it
Edoardo Salzano, uno dei più grandi urbanisti italiani, ha presentato, in un’iniziativa organizzata al Centro Allende dall’Associazione Culturale Mediterraneo, i suoi libri “Memorie di un urbanista” e “Ma dove vivi? La città raccontata”. Salzano ha ripercorso mezzo secolo di esperienze urbanistiche, dal suo impegno al Ministero dei Lavori Pubblici negli anni delle riforme per il governo del territorio del primo centrosinistra, a quello di opposizione, nel Consiglio Comunale di Roma, al “sacco” della capitale, fino ai dieci anni di assessorato all’urbanistica a Venezia, nei quali elaborò il piano regolatore della città storica. Docente all’Università di Venezia, Salzano continua a impegnarsi nell’attività di ricerca e di divulgazione, soprattutto con eddyburg.it, il più importante sito che si occupa di territorio.
Salzano si è soffermato sulla “restaurazione” urbanistica avviata negli anni ’80, “quando inizia a vincere la cultura della trasgressione delle regole pubbliche, dell’urbanistica contrattata con il privato, del declino degli spazi pubblici, del consumo di suolo, dell’attacco all’ambiente e al paesaggio”. E ha tracciato le linee di un programma alternativo: titolarità pubblica delle scelte del territorio, scelte di lungo periodo, priorità degli interessi dei cittadini rispetto a quelli della proprietà immobiliare, riduzione delle diseguaglianze sociali e politica abitativa per i più deboli, tutela della qualità del territorio e della sua integrità fisica, difesa dello spazio pubblico della città, partecipazione.
Salzano ha difeso la pianificazione, perché “assicura la sistematicità e la trasparenza”, ma, ha aggiunto, “va superata ogni rigidità, perché la pianificazione deve essere continua e processuale e va periodicamente aggiornata”. E ha concluso sul soggetto della pianificazione: “deve tornare ad essere il popolo e non la rendita, la proprietà immobiliare” perché “il suo compito non deve essere solo costruire ma far vivere meglio i cittadini, e i più deboli in particolare”.
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