Il pianeta donna tra conquiste e sconfitte
Il Secolo XIX – 28 giugno 2010 – Anche quest’anno ho partecipato alla consegna del Premio Donne Leader, giunto alla nona edizione. Il network EWMD, presieduto da Clara Paganini, dà un riconoscimento a donne nate alla Spezia, che si sono affermate come “modelli positivi”, è solita dire Clara, nei campi del lavoro, della cultura, della politica, della famiglia. Il messaggio del Premio è che conta la caparbia determinazione di queste donne a voler esprimere le proprie capacità e a resistere ai contro-messaggi che salgono dalla società. Contano gli esempi di vita, che sono una forza e un bene in un Paese che nega a tante donne lavoro, riconoscimento professionale, rispetto, parità vera. Non falsa come quella di chi propone di fissare l’età pensionabile a 65 anni per le lavoratrici pubbliche senza tener conto che le donne devono affrontare anche le fatiche della maternità e della casa, in un’Italia che a parole ama tanto la famiglia ma che nei fatti spende per le politiche sociali e dell’infanzia la metà della media Ocse.
A Spezia i problemi non mancano. I disoccupati sono saliti dai 4000 del 2008 ai 6000 del 2009: le donne sono 3000. A peggiorare è soprattutto la componente femminile, in particolare dai 25 anni in su. Un convegno e una mostra delle Federcasalinghe hanno denunciato il dato degli infortuni domestici, per il 66% femminili. E il peso nella società? Alla consegna del Premio Massimo Federici, Andrea Corradino e Enzo Papi hanno parlato della crescita delle donne in Comune, Carispe e industria locale. Segnali positivi, ma c’è anche altro: due sole donne in Giunta, nessuna nel Consiglio di amministrazione della banca, mentre nell’industria le donne incontrano, anche da noi, incredibili difficoltà (si veda il libro Revolution Womenomics di Avivah Wittenberg-Cox e Alison Maitland). Ancora: aumentano soprusi e violenze. E cresce il bombardamento mediatico che rappresenta la donna come mero oggetto di consumo, se non addirittura donna-tangente.
Ma c’è anche la rivolta contro le offese alla donne. Cito due esempi recentissimi. Il Centro Antiviolenza Irene, nato un anno fa per iniziativa della Provincia (con il finanziamento della Regione e la collaborazione di enti e associazioni) ha garantito prima accoglienza, ascolto, sostegno, ospitalità protetta a 52 donne. Si comincia a dare una risposta civile a un disagio sociale che forse non immaginavamo così diffuso. L’altro esempio è la nascita del blog sequestaeunadonna.blogspot, creato dalle ragazze e dai ragazzi del Liceo scientifico Pacinotti, coinvolti in un progetto di educazione alla relazione promosso da Aied e Comune, che punta a sviluppare una coscienza critica sull’immagine della donna nei media.
E sul resto? Deve crescere l’impegno a creare lavoro, una questione che si risolve anche dando alle donne disoccupate gli strumenti formativi adeguati. E per le pari opportunità? Scrivo dalla Norvegia, dove è in vigore una legge, emanata dal Governo conservatore, che impone alle imprese che almeno il 40% dei membri dei loro Consigli di amministrazione sia composto da donne. E le quote rose sono da tempo esistenti in politica. Ma si può fare anche senza leggi. Nichi Vendola, in Puglia, ha scelto la nuova Giunta: metà assessori sono donne.
lontanoevicino@gmail.com
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