Presentazione del libro di Marco De Paolis e di Paolo Pezzino “Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti”- Martedì 14 novembre ore 21 al Museo Etnografico di Villafranca Lunigiana
Presentazione del libro di Marco De Paolis e di Paolo Pezzino
“Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti“
Martedì 14 novembre ore 21
Museo Etnografico di Villafranca Lunigiana
Martedì 14 novembre alle ore 21, nel Salone voltato del Museo Etnografico di Villafranca Lunigiana, si terrà la presentazione del libro di Marco De Paolis e di Paolo Pezzino “Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti”. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Alberico Benedicenti e dall’Associazione Culturale Mediterraneo. Saranno presenti i due autori, che dialogheranno con Giorgio Pagano.
Marco De Paolis ha diretto la Procura militare della Repubblica della Spezia dal 2002 al 2008 e quella di Roma dal 2010 al 2018, istruendo oltre 500 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto bellico mondiale. È stato pubblico ministero, tra gli altri, nei processi per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Monte Sole Marzabotto, Cefalonia. Attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello.
Paolo Pezzino è stato professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Pisa e dal giugno 2018 è Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri – Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Ha collaborato come consulente tecnico d’ufficio con la Procura militare dell Spezia nelle indagini sulle stragi di civili in Italia nella seconda guerra mondiale. Ha diretto il progetto per un Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, 1943-1945 (2013-2016), promosso dall’Anpi e dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri.
Giorgio Pagano è stato Sindaco della Spezia dal 1997 al 2007. È impegnato in progetti di cooperazione internazionale in Africa e in Palestina. Alla Spezia è copresidente del Comitato Unitario della Resistenza e presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo. E’ autore di libri e saggi sulla storia della Resistenza e delle origini del fascismo.
Il libro di Marco De Paolis e di Paolo Pezzino “Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti” è stato presentato con successo di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini presenti sia alla Spezia che a Villafranca Lunigiana.
Introdotti alla Spezia da Patrizia Gallotti e a Villafranca da Giorgio Pagano, i due autori hanno raccontato la strage nazista di Monte Sole, più conosciuta con il nome del Comune dove è stato costruito il sacrario, Marzabotto. Pezzino l’ha definita “la più grande strage di civili dell’Europa occidentale”. Tra il 28 settembre e il 5 ottobre del 1944, in un’operazione formalmente presentata come rastrellamento antipartigiano, vennero sterminate intere comunità situate nell’altopiano fra le Valli del Reno e del Setta: furono quasi 800 i civili uccisi, per lo più bambini, donne e anziani. In realtà, ha spiegato Pezzino, “i documenti smontano la tesi nazista: i partigiani sostanzialmente non combatterono, di fronte a forze così preponderanti, e si sbandarono. I tedeschi non ebbero perdite rilevanti. L’obiettivo era lo sterminio della popolazione, perché si pensava che, facendo terra bruciata dei civili, i partigiani non potessero più continuare ad operare”.
Le testimonianze raccolte da Pezzino sono agghiaccianti: tappa dopo tappa raccontano i crimini orrendi compiuti in base a un vero e proprio progetto eliminazionista. Pagina dopo pagina leggiamo di donne, bambini, vecchi bruciati vivi, sventrati… Pezzino racconta anche il dramma dei sopravvissuti, o meglio delle sopravvissute. Le loro furono esperienze estreme, al limite della possibilità umana di rielaborarle. Per molte delle sopravvissute, ha detto lo storico, “la vita successiva fu un disastro”.
Marco De Paolis, che ha diretto la Procura militare della Repubblica della Spezia dal 2002 al 2008 e quella di Roma dal 2010 al 2018, istruendo oltre 500 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto bellico mondiale, ha raccontato la sua esperienza giudiziaria: “Abbiamo rovesciato – ha detto – l’impostazione tradizionale che vedeva come unici responsabili i comandanti. Non bisogna limitarsi a giudicare soltanto i comandanti ma anche tutti i collaboratori e gli esecutori materiali, perché c’è sempre una responsabilità personale”.
Sia Pezzino che De Paolis hanno raccontato alcune storie di disertori tedeschi. De Paolis ha citato la scelta del caporale della Wehrmacht Josef Vogt che a San Polo di Arezzo, il 14 luglio 1944, disse al maresciallo che gli aveva ordinato di uccidere i civili: “la mia pistola non è fatta per questo”. E la testimonianza sul soldato che a Cerpiano, a Montesole, non se la sentiva di sparare.
Il magistrato ha così concluso: “Il dovere di obbedienza ha dei paletti. Se un ordine militare è manifestamente criminoso, il militare ha il dovere di non obbedire. ‘Uccidere tutti’ è un ordine manifestamente criminoso, non si rispetta. Non è vero che ‘in guerra tutto è permesso’. E’ decisiva la responsabilità individuale. Anche la costruzione della pace riguarda ciascuno di noi”.
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