Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
14 Novembre 2024 – 21:22

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 22 novembre ore 17 al Palazzo Ducale di Massa
Massa, Palazzo Ducale – Sala della Resistenza
Il libro di Dino Grassi “Io …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Città della Spezia, Rubrica Luci della città di Giorgio Pagano

Storie di repubblichini

a cura di in data 13 Ottobre 2023 – 20:56

La Spezia, manifestazione del 25 aprile 2023
(foto Ercole Buoso)

“Città della Spezia” primo maggio 2023

Parole mai così forti. Sergio Mattarella, il 25 aprile, è andato a Boves, la prima città martire della Resistenza. La Costituzione è antifascista, punto. Di fronte a tante bestemmie, il Presidente ha ricordato a tutti che cosa fu davvero il fascismo, di quali colpe si macchiò insieme al nazismo.
Dobbiamo testardamente raccontare che cosa fu il fascismo. La storia basata sui documenti ci è di grande aiuto. Nel penultimo articolo della rubrica ho scritto di un libro di storia sulle stragi nazifasciste nel settore occidentale della Linea Gotica, confinante con lo Spezzino. Oggi scriverò di due libri di storia sul fascismo repubblichino in Liguria. Sono i fatti della storia che ci fanno scegliere in quale Italia riconoscersi.
“Storia della Liguria durante la Repubblica sociale 1943-1945” di Sandro Antonini è un libro di grande interesse, complesso, attento alle sfaccettature. I repubblichini “si resero responsabili di episodi brutali ai danni di inermi cittadini”. Erano una minoranza, imposta dai tedeschi. Tra di loro prevalevano i fascisti più violenti, più estremisti. Certamente ci furono anche persone “perbene”. Dobbiamo vedere tutte le facce del fascismo, e Antonini lo fa. Ma la “cifra” che predomina è quella della violenza. In alcuni repubblichini c’era “buona fede”: ma l’argomento è storicamente inconsistente. I ragazzi di Salò non avranno tutti saputo della Shoah, ma conoscevano tutti molto bene le leggi razziali del 1938 e la deportazione degli ebrei italiani. Alla fine – spiega Antonini – la socializzazione, il volto sociale, non decollò neppure, e rimase la faccia della violenza. Nel febbraio 1944 il Questore fascista di Genova scrisse preoccupato al Prefetto fascista di Genova: nella riviera di Levante ci sono “elementi malfamati” e pericolosi.


La Spezia, manifestazione del 25 aprile 2023
(foto Ercole Buoso)

Aveva purtroppo ragione. Giorgio “Getto” Viarengo ne ha scritto a proposito di Chiavari, nel libro, anch’esso di grande interesse, “Il processo Spiotta”. Vito Spiotta era un criminale, il capo dei fascisti chiavaresi. E’ un libro sulla violenza fascista e sulla giustizia popolare nell’immediato dopoguerra: Spiotta e i suoi compari Enrico Podestà e Giuseppe Righi vennero condannati a morte dopo un regolare processo. I racconti dei sopravvissuti alle torture sono agghiaccianti. C’era in Spiotta un odio particolare verso i sacerdoti.
Sono tutti elementi che ritroviamo nella vicenda spezzina della banda Gallo. Una ricerca storica come quella di Viarengo sarebbe davvero utile. Marco Bardi ha scritto una tesi di laurea sulla Rsi a Spezia, in cui si sofferma anche sulla banda Gallo: può essere la base di questa ricerca, insieme ad altri studi già pubblicati. Anche in questo caso un gruppo criminale, che odiava gli antifascisti e i sacerdoti. Anche in questo caso testimonianze terribili sugli orrori praticati, e un processo regolare che si concluse con la condanna a morte di tre criminali: Aurelio Gallo, Emilio Battisti e Achille Morelli.
Se leggiamo le testimonianze ai due processi stentiamo a crederci. Purtroppo è tutto vero: il fascismo fu sempre violento, e quello repubblichino raggiunse le vette tragiche della perversione.
Nonostante che i notiziari della Guardia Nazionale Repubblicana testimoniassero l’avanzata della disfatta, giorno dopo giorno. Tra tutti gli enti preposti fu l’unico a mantenere la necessaria lucidità, spiega Antonini. E tuttavia i violenti non si fermarono mai, anzi. Fino alla fine fu una mattanza.
Per fortuna ci fu la Resistenza. Fra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 morì un modo di intendere la patria, e rinacque un’altra ben più alta idea di patria.
Il fascismo come barbarie, la Liberazione come rinascita morale. Dobbiamo non dimenticare, non deturpare, raccontare con le parole giuste.

Post scriptum:
sulla banda Gallo rimando alla mia Prefazione al libro “Umili e ribelli”, leggibile su www.associazioneculturalemediterraneo.com
Le fotografie di oggi sono state scattate da Ercole Buoso alla manifestazione alla Spezia del 25 aprile 2023.

lucidellacitta2011@gmail.com

Popularity: 3%