“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, a cura di Giorgio Pagano – Presentazione a Sestri Levante mercoledì 4 ottobre ore 17
““Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista””
di Dino Grassi a cura di Giorgio Pagano
Presentazione a Sestri Levante mercoledì 4 ottobre ore 17
Primo piano di Palazzo Fascie (corso Colombo 50)
Mercoledì 4 ottobre alle ore 17, in sala Bo al primo piano di Palazzo Fascie (corso Colombo, 50 Sestri Levante), si terrà la presentazione del libro Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista, a cura di Giorgio Pagano. Dialoga con l’autore Antonio Gibelli, docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Genova.
Il libro raccoglie la Memoria scritta da Dino Grassi nel 1995 e finora inedita, l’Intervista e la postfazione curate da Giorgio Pagano.
Dino Grassi, scomparso nel giugno 2023, ha fatto l’operaio dall’età di quattordici anni fino al 1980 al Cantiere Muggiano della Spezia. È stato per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna, l’organismo sindacale della fabbrica e consigliere regionale per il PCI dal 1970 al 1980, senza mai lasciare il suo lavoro di operaio. La Memoria racconta la vita di Dino dal 1940 al 1980, mentre l’Intervista si sofferma anche sull’oggi. Dai due testi emerge l’esperienza peculiare di una persona, ma anche l’epopea corale di una comunità investita dai grandi avvenimenti politici e sociali: gli scioperi del 1944 e la Resistenza, la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale, la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta all’Autunno caldo, la successiva sconfitta.
Giorgio Pagano, già sindaco della Spezia, è autore di diversi volumi, tra i quali ricordiamo gli ultimi Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia e in provincia. Volume primo e volume secondo, con Maria Cristina Mirabello. È opinionista per diverse testate giornalistiche e fotografo.
Antonio Gibelli è docente in pensione di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Genova, esperto di storia del movimento operaio e Resistenza innanzitutto di Genova e della Liguria. Al fine di promuovere lo studio di questi materiali salvandoli dalla dispersione ha fondato l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, oggi una delle principali istituzioni europee del genere.
La presentazione è organizzata dal Comune di Sestri Levante e Mediaterraneo Servizi, tramite il Sistema Bibliotecario Urbano e il MuSel – il Museo Archeologico e della Città, in collaborazione con l’Associazione A.Bi.Ci.
Per informazioni: 0185478530 ; iat@mediaterraneo.it.
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” ha suscitato interesse e partecipazione anche a Sestri Levante, nella presentazione organizzata dal Comune di Sestri Levante e Mediaterraneo Servizi, tramite il Sistema Bibliotecario Urbano e il MuSel – il Museo Archeologico e della Città, in collaborazione con l’Associazione A.Bi.Ci.
A dialogare sul libro sono stati Giorgio Pagano, curatore dell’opera, e Antonio Gibelli, docente in pensione di Storia dell’Età Contemporanea all’Università di Genova.
Gibelli ha definito il libro “molto ricco” e “pieno di pagine affascinanti”. “Sono affascinanti – ha detto – le pagine dell’operaio che ha ammirazione per la fabbrica e la sua opera costruttiva, intrise di quell’etica ed estetica del lavoro che esprimono orgoglio del mestiere e fascino per suoni, odori, ritmi della fabbrica, intesa anche come luogo di bellezza”.
Ma affascinanti – ha aggiunto – “sono anche le pagine sulla storia su come si forma un militante del movimento operaio: Dino Grassi conosce i comunisti clandestini, in lui si accende qualcosa, la coscienza politica. Sono operai che conquistano la politica e insieme la dignità, si liberano dalla soggezione e da sudditi si trasformano in cittadini consapevoli”. “Sono esperienze che non vanno monumentalizzate – ha concluso Gibelli – perché anche questi militanti erano uomini, avevano difetti, ma non possono essere liquidate con poche parole, vanno guardate con rispetto e ammirazione”.
Per Pagano “il libro di Grassi è prezioso perché invita a indagare su un problema irrisolto della politica e della cultura della sinistra sindacale e politica – l’istituzione sindacato, nella sconfitta, ha resistito, nonostante la crisi della sua capacità di rappresentanza, mentre l’altra istituzione, i partiti di massa della classe operaia e dei lavoratori sono solo un ricordo – e a recuperare una parte almeno della ricchezza della presenza passata per cercare di uscire da un presente povero”. Con un progetto certamente nuovo – nuovo modello di sviluppo, questione ecologica, questione femminile – “ma che metta alle sue spalle l’’abbandono del mondo del lavoro’ denunciato da Grassi”.
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