“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi a Montaretto venerdì 25 agosto e a Varese Ligure sabato 26 agosto ore 21
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”
di Dino Grassi
Montaretto, Casa del Popolo – venerdì 25 agosto ore 21
Varese Ligure, Sala mostre del Castello dei Fieschi – sabato 26 agosto ore 21
Prosegue il giro di presentazioni del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”. Il libro sarà presentato venerdì 25 agosto alle ore 21 nella Casa del Popolo di Montaretto di Bonassola, per iniziativa del locale Circolo ARCI, e sabato 26 agosto alle ore 21 nella sala mostre del castello di Varese Ligure, per iniziativa del Comune e della Pro Loco.
Giorgio Pagano, curatore dell’opera, dialogherà a Montaretto con lo storico Sandro Antonini e a Varese Ligure con il saggista Andrea Ranieri e con il giornalista e studioso di storia locale Egidio Banti.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna. Fu poi consigliere regionale del PCI, assessore comunale a Sarzana e assessore provinciale.
Il libro è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
La figura di Dino Grassi, l’operaio del Cantiere Muggiano della Spezia autore di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”, ha colpito anche il pubblico che ha partecipato alle presentazioni tenutesi alla Casa del Popolo di Montaretto e al Castello dei Fieschi di Varese Ligure.
Adastro Bonarini, sindaco “storico” di Bonassola, ha definito Grassi “una persona straordinaria”. Così gli altri relatori che l’hanno conosciuto di persona. Per Egidio Banti Grassi è stato “un modello di moralità, di cultura, di maturità conquistata in esperienze difficili”. Andrea Ranieri ha raccontato che suo padre Paolino, a lungo sindaco di Sarzana, “stimava Dino per la sua dirittura morale, per il senso altissimo della solidarietà”. Ma anche lo storico Sandro Antonini, che ha conosciuto Grassi solo attraverso il libro, lo ha definito “una persona altamente coerente, sempre in prima fila per i diritti del lavoro e per l’unità dei lavoratori”. Proprio per questo, ha detto Banti, “’Io sono un operaio’ è un libro per tutti, non solo per chi ha condiviso le idee politiche dell’autore”.
Ranieri ha sottolineato, in Grassi, “la poesia del fare” e “l’amore per il lavoro buono”, sempre intrecciati alla “lotta contro il lavoro cattivo”, all’”antagonismo di classe per mediare con i datori di lavoro per raggiungere condizioni migliori per i lavoratori”.
Giorgio Pagano, curatore del libro, ha parlato di uno “stile di vita operaio, tipico del Muggiano”. Gli “ansaldini”, ha spiegato, avevano “una forte connotazione morale: correttezza, lealtà, equilibrio, maturità, capacità di autoeducazione civile, disinteresse personale, lotta alle ingiustizie”. “Gli operai del Muggiano – scrive Grassi nella “Memoria” – mi hanno insegnato a come vivere”.
Pagano ha aggiunto che uno degli elementi di forza del libro sta nell’evidenziare “l’importanza della persona, della soggettività nella storia”. Lungo mezzo secolo ed oltre di “grande storia” raccontata nel libro, emerge che “la coscienza della classe operaia si forma innanzitutto nella persona, grazie alla cultura, alla moralità, all’esperienza concreta di vita, e non solo in virtù dell’intervento dall’esterno del sindacato e del partito”. Dino Grassi, così come gli altri suoi compagni operai, “è certamente plasmato dal sindacato e dal partito” ma al contempo “plasma il sindacato e il partito”. Le istituzioni della classe operaia “estendono e completano la personalità del singolo operaio”. “La ‘Memoria’ – ha concluso Pagano – ci invita a pensare a queste interrelazioni, alle connessioni e agli interscambi tra militanti e dirigenti, tra idee e azioni provenienti dal basso e indotte dall’alto. Non a caso, nella Resistenza come nell’Autunno caldo, gli operai, come dice Grassi, ‘erano più avanti del sindacato e del partito’”.
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