Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Incontri con Fabrizio Barca – Venerdì 24 marzo a La Spezia e Sarzana

a cura di in data 14 Marzo 2023 – 22:26

Invito 24 marzo 2023

Incontri con Fabrizio Barca
Venerdì 24 marzo
Diversi eppure uguali. Una bussola
ore 10, 30 La Spezia Liceo Artistico Cardarelli
Essere e agire di sinistra
ore 17 Sarzana Sala della Repubblica

Il quarto appuntamento del ciclo “Socialismo e democrazia, uguaglianza e libertà. Storie, riflessioni, speranze”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Circolo Pertini, si terrà venerdì 24 marzo. Alle ore 10, 30, al Liceo Artistico Cardarelli della Spezia, Fabrizio Barca, economista, esponente del Forum Disuguaglianze Diversità, dialogherà con gli studenti sul tema “Diversi eppure uguali. Una bussola”; alle ore 17 a Sarzana, nella Sala della Repubblica, Barca dialogherà con Marco Baruzzo, vicepresidente del Circolo Pertini, e con Luca Comiti, segretario provinciale della CGIL, sul tema “Essere e agire di sinistra”.

Nell’incontro con gli studenti del Liceo Artistico Cardarelli si prenderà di petto una domanda: “Ma se siamo tutti diversi cosa vuol dire allora essere uguali?”. Si partirà dal sentire degli studenti a cui verranno poste domande in diretta su quali ritengono che siano le disuguaglianze primarie, su come affrontarle, sul loro impegno nel farlo. Barca reagirà alle risposte e su queste basi affronterà poi il quesito, facendo ricorso alla ricerca teorica e alla nostra Costituzione che offre una soluzione moderna e operativa. Nel farlo mostrerà quante ambiguità e quanti errori possono essere racchiusi nell’apparente innocuo consenso sulla risposta: “si tratta di assicurare uguaglianza di opportunità”. Insieme, si proveranno ad utilizzare i concetti acquisiti con riguardo a esempi concreti di interesse degli studenti.

Nell’incontro pubblico a Sarzana, Barca argomenterà sull’utilità di tornare a usare la parola “sinistra” e su come definirla. In una fase storica così travagliata e incerta, dove il succedersi di crisi e la vastità delle disuguaglianze sociali e ambientali rendono evidente a chi non è cieco che è necessario un cambio di paradigma di vita e di produzione, è importante che ognuno espliciti la propria visione del mondo e delle cause di quelle crisi e ingiustizie. Solo così si potrà tornare ad un confronto acceso, informato, aperto e ragionevole (anziché a insopportabili baruffe autoreferenziali e caduche) e ad un agire strategico (anziché al susseguirsi parossistico di “progetti” e “interventi”). Nell’illustrare i suoi suggerimenti, Barca toccherà cinque dimensioni: reciprocità nelle relazioni umane e cosmopolitismo parziale; intersezionalità e riequilibrio dei poteri; metodo del pubblico dibattito; sistematico contrasto della concentrazione del controllo; natura storicamente determinata e malleabilità del capitalismo. Sono le basi che consentono l’elaborazione di proposte concrete di cambiamento sistemico, come quelle che il Forum Disuguaglianze Diversità ha elaborato, che Barca userà a mo’ di esempio.


FABRIZIO BARCA E GLI STUDENTI DEL CARDARELLI
UN DIALOGO SU COME OGNUNO DI NOI PUO’ ESERCITARE LA LIBERTA’ DI VIVERE LA VITA CHE DESIDERA

Fabrizio Barca, economista, esponente del Forum Disuguaglianze Università, ha incontrato le ragazze e i ragazzi di alcune classi del Liceo Artistico Cardarelli. All’iniziativa, organizzata dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Circolo Pertini in collaborazione con la dirigente scolastica e un gruppo di insegnanti, hanno partecipato cento studenti, che hanno dialogato con Barca sul tema “Diversi eppure uguali. Una bussola”.
I “centouno” hanno affrontato il tema di cosa davvero voglia dire “offrire a tutte e a tutti uguali opportunità”. Si è partiti dalla valutazione dei giovani di quali siano per loro le principali diseguaglianze: prevalgono quelle di origine etnica e di genere, così hanno esposto gli studenti. Mentre invece le principali preoccupazioni riguardo al futuro sono – hanno riferito ancora i ragazzi – legate al reddito e alla possibilità di realizzare la vita che si desidera.
Sono state discusse tre definizioni diverse di “uguaglianza di opportunità”: quella di poter accedere al mercato; l’opportunità di superare le caratteristiche che la vita ha assegnato a ognuno di noi; infine l’opportunità, in linea con l’articolo 3 della Costituzione, di vivere la vita che ognuno di noi sente con le proprie corde di poter vivere.
Si è mostrato quanto sia inadeguata la prima definizione di “uguaglianza di opportunità”, perché non tutte le disuguaglianze della vita possono essere superate attraverso il mercato, che ha addirittura effetti distorsivi sui nostri valori. La seconda è affascinante ma irrealizzabile. La terza si presta invece a essere attuata e a responsabilizzare le singole persone e a diventare uno strumento di indirizzo nella vita.


LA FOLLA DELLE GRANDI OCCASIONI PER DISCUTERE SU
“ESSERE E AGIRE DI SINISTRA” CON FABRIZIO BARCA

Tempi duri, per la sinistra italiana. I suoi rappresentanti, messi a dura prova da una lunga crisi dell’economia che ha accresciuto le disuguaglianze, e da una parallela crisi della politica che ha visto svilirsi il ruolo dei partiti e crescere sempre più il divario tra governanti e governati, sono a corto di un pensiero strategico: sembrano avere smarrito il nesso tra lo studio della realtà e la sua trasformazione. Da troppo tempo manca una visione, che sappia precedere e accompagnare l’azione politica. Nella sua elaborazione e iniziativa di questi anni Fabrizio Barca, economista ed esponente del Forum Diseguaglianze Diversità, ha provato ad affrontare il problema di una strategia d’insieme di cui si dovrebbe dotare il soggetto politico che volesse essere artefice di una trasformazione all’altezza delle sfide del presente.
Barca ne ha parlato nell’incontro tenutosi venerdì scorso a Sarzana sul tema “Essere e agire di sinistra”, quarto del ciclo “Socialismo e democrazia, uguaglianza e libertà. Storie, riflessioni, speranze”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Circolo Pertini. Era presente la folla dalle grandi occasioni, che ha partecipato attenta e attiva: tra i tanti l’on. Andrea Orlando, la consigliera del Movimento 5 Stelle e candidata a sindaco di Sarzana Federica Giorgi, esponenti di Pd, M5S, sinistra radicale, sindacati, associazioni, e soprattutto molte persone impegnate nel civismo e nel volontariato. Correlatori Marco Baruzzo, vicepresidente del Circolo Pertini, e Luca Comiti, segretario della CGIL spezzina.
Per un disguido dovuto ai gestori della sala, purtroppo non è stata aperta la piena capienza di tutta l’area delle conferenze. Solo cento persone hanno trovato posto a sedere, molte decine si sono dovute accontentare di stare in piedi o di ascoltare dal loggiato di accesso.
I principi di fondo per “essere e agire di sinistra” sono ad avviso di Barca cinque: “la centralità della persona e la reciprocità delle relazioni umane, contro ogni egoismo; il riequilibrio del potere, per affrontare e per intersecare le quattro forme di subalternità da cui emanciparsi: di classe, di genere, di razza e ambientale; il conflitto, il dibattito pubblico ed il necessario compromesso di sintesi; il sistematico contrasto della concentrazione del controllo; l’operare nel capitalismo, che è realtà storicamente determinata, malleabile, dentro cui è possibile costruire forme alternative”.
Sulla base di questi principi il Forum Disuguaglianze Diversità, inusuale incontro tra i saperi delle organizzazioni di cittadinanza attiva e quelli di molti studiosi, ha formulato molte proposte concrete. Quella, ad esempio, di “ridare al lavoro una voce nel governo delle imprese, attraverso la creazione di consigli del lavoro e della cittadinanza”. O quella di “realizzare un hub europeo nel campo della salute che faccia non solo ricerca ma anche sviluppo delle terapie e dei prodotti, altrimenti i sistemi sanitari nazionali dovranno affrontare prezzi talmente elevati da non poter più assicurare una salute universale”.
Barca si è poi soffermato sulla svolta necessaria nelle politiche economiche: “Vedo grandi iniezioni di risorse pubbliche nel sistema, ma non una strategia per usarle. Guardiamo alla transizione ecologica: l’Italia, dicono gli studi, è ben posizionata dal punto di vista industriale, ma non siamo mai tra i primi nell’assorbire la torsione tecnologica verde. Non vedo nel Pnrr la spinta verso quella parte straordinaria della piccola e media impresa che ha alta produttività e forti esportazioni. Vedo soldini un po’ per tutti, roba vecchia”.
Tante di queste cose, ha proseguito Barca, “succedono in Italia, ma sono frammenti che non fanno sistema”. La strada è “la ricostruzione di un soggetto politico che prenda la guida di un cambiamento radicale, re-intermediando le persone, e che, andando oltre la stagione gloriosa consumatasi sulle spalle della socialdemocrazia, e innestando nuovo pensiero nel meglio del pensiero del Novecento, trovi l’intersezione delle quattro tensioni primarie del vivere umano: di classe, di genere, ambientale e di razza”.
Dopo un’ampia discussione e gli interventi di Baruzzo e Comiti, Barca ha lodato “alcune esperienze fatte dal M5S che ha raccolto la bandiera di molte lotte sociali, che altri avevano lasciato cadere”, ha detto di riporre “grandi speranze nella novità introdotta dall’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd”, ha parlato della necessità di “riunire la sinistra più radicale” (Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Verdi). La sinistra deve unirsi e “ascoltare ed essere interprete di quanto il sindacato, le associazioni e i vari movimenti sanno oggi trasmettere”. Nessuna preclusione a priori: “Ma sulle proposte e sulle vertenze è difficile poter immaginare un rapporto con chi definiva innovativo Marchionne e conservatore il sindacato, o con chi ha varato misure di controriforma come il Job’s act e la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori”.
Queste le parole conclusive: “Se si va alla radice del comune sentire, e dove c’è un comune sentire e lo si coglie, le differenze stratificatesi fra tante delusioni e piccole e grandi divisioni quotidiane, certo non scompaiono, ma possono essere viste con maggiore distacco e magari, chissà, diluite, in uno sforzo rinnovato e comune”.

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