Non servono nuovi leader ma nuove anime
Città della Spezia 18 dicembre 2022
Il caso di corruzione che ha coinvolto il Pd e i socialisti europei per la vicenda del Qatar è di una gravità senza pari. La corruzione è sempre inaccettabile, ma se serve a dare credibilità a un regime che non la merita perché non rispetta la democrazia e i diritti umani diventa devastante. E il danno prodotto alle organizzazioni di cui i corrotti fanno parte è pesantissimo.
Capisco fino a un certo punto l’obiezione che dice: “ma nella destra la corruzione c’è anche di più”. E’ giusto sciorinare i dati sui corrotti appartenenti alla destra, ricordare che siamo stati più volte e a lungo governati da un plurimputato, poi pregiudicato cacciato dal parlamento… Ma per la sinistra la questione morale pone un problema più grande che per la destra, perché più ampio è il baratro tra gli ideali proclamati e i comportamenti.
Le domande sono molte. Come è possibile non accorgersi dei politici che hanno stili di vita non compatibili con le indennità che ricevono? Come è possibile accontentarsi, quando sono colti in fallo, dell’autosospensione o della sospensione? Verrà il giudizio della magistratura, ma il giudizio della politica non andrebbe dato subito? Come è possibile accettare che molti politici, una volta lasciati gli incarichi, offrano servigi di consulenza e di intermediazione a imprese e a governi in caccia di affari, come nel caso di tanti leader della sinistra europea e italiana (non mancano i casi anche nella nostra provincia)?
La domanda più di fondo è: perché i fenomeni corruttivi accadono anche nella sinistra? E’ solo questione di mancata vigilanza o di troppa tolleranza o tutto dipende dal mutamento del ruolo stesso della sinistra, dalla scelta politica di non combattere più questa società e di accettare lo stato delle cose? Se la politica è pragmatismo privo di un orizzonte ideale, è accettazione del mercato, è scelta di “essere come tutti” e di non stare da una parte sola, quella dei più deboli, se tutti gli interessi sono uguali, perché stupirsi?
Gli stili di vita dei dirigenti del movimento operaio erano sobri e austeri, i loro redditi erano modesti. La diversità rispetto ad oggi non era antropologica ma politica. Era il tempo in cui la critica a questa società, la ricerca della possibilità di una “società altra” non venivano negate. Venuto meno quel tempo, fatta la scelta del mercato, anche la politica diventa regolata dal mercato, e l’azione politica sottoposta all’etica dello scambio. Ci si può arricchire, si può modificare il proprio stile di vita. Non è inevitabile diventare come Antonio Panzeri, e infatti tanti non lo diventano: ma il terreno di coltura è comune, anche quando non si commettono reati.
Ecco perché le nuove regole – in questo caso contro il lobbismo – servirebbero a poco. La questione è sostituire l’etica dello scambio con l’etica politica di una sinistra “altra” rispetto all’esistente, che in forme nuove rilanci l’ideale socialista. E’ questo l’argomento che dovrebbe essere al centro della discussione di una sinistra mai così in crisi e alla ricerca di una identità.
Le vicende disastrose per la sinistra non finiscono qui. Anche la vicenda di Aboubakar Soumahoro lo è. Il bracciante nero diventato onorevole è oggetto di una crocifissione non per azioni sue ma della moglie e della famiglia di lei: come poteva non sapere, si dice? In ogni caso ha ucciso la speranza che incarnava: quella del disperato che arriva in Italia, lotta per i diritti e si sottrae al destino di sfruttato.
Da tempo ho scarsa fiducia nell’attuale “socialismo” europeo. Anche se non mi sarei mai immaginato di Panzeri con quelle valigie di soldi in casa. Avevo molta fiducia, invece, in Soumahoro. Ma l’avevo già persa prima della vicenda che lo sta distruggendo. La delusione è iniziata quando ha cominciato a diventare un’icona del marketing politico. Infatti non l’ho votato. Per protesta non tanto verso Soumahoro, stritolato in una storia più grande di lui, quanto verso chi lo ha usato come icona, senza saper niente di lui. Oltre ai dipendenti della moglie e della suocera, in fondo anche Soumahoro è, a suo modo, una vittima.
Anche in questo caso il danno per ciò che chiamiamo sommariamente sinistra è stato enorme.
L’innocenza, a sinistra, è stata perduta molto tempo fa. Ma questi due ultimi casi, così diversi tra loro, stanno facendo davvero molto male. Mi vengono in mente le parole di un attore-artista, Alessandro Bergonzoni:
“Sì, sono triste e deluso dalla politica, ma sono stanco-vivo non stanco-morto, nel senso che non sono rassegnato, la mia è disperanza. Ma la speranza non serve a niente se non hai un’energia ulteriore che è quella che ognuno di noi può tirar fuori… In assenza di una costituzione interiore, la bellezza della nostra Costituzione, tanto decantata, non serve a niente. La mia costituzione interiore me la devo costruire personalmente, ci vogliono scuole d’anima, non di partito. E’ inutile che il parlamento applauda Liliana Segre quando dice che in Libia ci sono gli stessi lager dove è stata lei, se poi lasciamo che la legge Minniti rispedisca i migranti in quel lager… Questo chiedo alla politica, di vedere oltre. Molti dicono che servono nuovi leader, ma a noi servono nuove anime”.
Post scriptum: le foto di oggi sono dedicate alla scritta per il voto al Fronte Popolare alle elezioni politiche del 18 aprile 1948, ancora visibile nel quartiere romano della Garbatella, e all’urna con le ceneri di Antonio Gramsci nel Cimitero acattolico di Roma.
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