La Festa della Donna e le presentazioni di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 7 Marzo ore 10.30 a Santa Margherita Ligure, Sabato 9 ore 16.30 a Vernazza e Domenica 10 ore 15.30 a Tellaro
La festa della donna e le presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
* Giovedì 7 Marzo ore 10.30 a Santa Margherita Ligure
* Sabato 9 ore 16.30 a Vernazza
* Domenica 10 ore 15.30 a Tellaro
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) sarà protagonista nelle iniziative dedicate alla Festa della Donna.
Il primo appuntamento è fissato per giovedì 7 marzo alle ore 10,30 a Santa Margherita Ligure, nel Salone degli Stucchi di Villa Durazzo. L’iniziativa, a cura della Sezione Anpi di Santa Margherita Ligure, si tiene nell’ambito della rassegna “Il Bello delle Donne Liguri”, organizzata dal Comune.
Sabato 9 marzo il libro sarà presentato alle ore 16,30 nella Biblioteca di Vernazza, per iniziativa del Comune: interverranno il Sindaco Vincenzo Resasco e la Consigliera comunale alla Scuola e alla Cultura Francesca Salmonese.
Domenica 10 marzo, infine, “Sebben che siamo donne” farà tappa a Tellaro, alle ore 15,30. Alla presentazione, organizzata dalla Società di Mutuo Soccorso, dalla Borgata Marinara e dal Comitato di Frazione di Tellaro, interverranno Maura Novelli, Graziella Ghidoni, figlia di Lina Isoppo, una delle protagoniste del libro, e Stefania Novelli, Presidente del Comitato di Frazione. Al termine aperitivo presentato dalle donne di Tellaro.
A tutte e tre le iniziative saranno presenti gli autori.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.
Il libro sarà quindi l’occasione per una riflessione sul percorso di emancipazione delle donne. “Indubbiamente -sostengono gli autori- senza la Resistenza non ci sarebbe stata la Costituzione e gli articoli che sanciscono l’emancipazione e l’eguaglianza femminile. Ma va anche detto che l’onda lunga partita dalla Resistenza si infranse spesso contro la mentalità dell’epoca e contro una legislazione arretrata che impiegò lunghissimi anni per adeguarsi ai cambiamenti previsti dalla Legge fondamentale dello Stato. E se nel tempo la legislazione si è faticosamente adeguata, sulla mentalità e sui comportamenti relativi all’epoca che viviamo, ci sarebbe ancora oggi molto da ridire”.
Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” è stato presentato, con grande partecipazione di pubblico, anche a Santa Margherita Ligure, Vernazza e Tellaro. A Santa Margherita le protagoniste della giornata, nel ricordo degli autori, sono state le donne partigiane della Brigata garibaldina Coduri, che operò nel Tigullio, e le donne contadine della Val di Vara, che sostennero la Brigata. A Vernazza sono state ricordate le donne contadine dello Zerasco, che aiutarono i partigiani di Vernazza della Colonna Giustizia e Liberà operanti in zona, dodici dei quali furono uccisi dai nazifascisti ad Adelano di Zeri durante il rastrellamento del gennaio 1945. A Tellaro, invece, era presente Graziella Ghidoni, figlia di Alfredo Ghidoni, antifascista e partigiano comunista, e di Lina Isoppo, che fu sempre a fianco del marito, sia negli anni del confino durante il fascismo sia nell’attività partigiana alla Rocchetta di Lerici, dove era stata allestita la tipografia clandestina del CLN e de PCI. E’ stata tratteggiata la sua figura di donna coraggiosa, impegnata anche nell’attività di staffetta.
“Con la Resistenza -hanno detto Pagano e Mirabello- le donne furono protagoniste per la prima volta nella storia. Seppero, in momenti drammatici, impegnarsi per sconfiggere il fascismo e conquistare la Costituzione, nella quale, anche in questo caso per la prima volta, nei principi fondamentali venne affermata l’eguaglianza tra uomini e donne”. L’onda lunga partita dalla Resistenza si infranse poi contro la mentalità dell’epoca e contro una legislazione arretrata che impiegò lunghissimi anni per adeguarsi ai cambiamenti previsti dalla legge fondamentale dello Stato. E se nel tempo la legislazione si è faticosamente adeguata, sulla mentalità e sui comportamenti relativi all’epoca che viviamo, c’è molto da riflettere: c’è una nuova coscienza delle donne, ma ci sono anche il ritorno di un maschilismo violento e il rischio di un ritorno indietro in molti campi. “A guidarci, come in ogni momento difficile -hanno concluso gli autori- deve essere la concezione ideale e morale della Resistenza, che insegna che tutte le donne, anche le più deboli, possono fare qualcosa e diventare protagoniste della storia. Se in questo 8 marzo 2019 c’è un richiamo e un augurio da fare alle ragazze di oggi, il migliore è probabilmente proprio quello di una forte idealità, senza la quale non ci può essere progettazione di un futuro più giusto e libero per tutte le donne in tutto il mondo”.
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