Sanità, troppe ingiustizie contro Spezia
Città della Spezia, 13 maggio 2018 – La dotazione del personale dell’Asl 5 è la più deprivata di risorse umane tra tutte le Asl liguri. Al 31 dicembre 2015 l’Asl 5 aveva, ogni 10.000 abitanti, 100,02 unità lavorative. L’Asl 1 imperiese 122,31; l’Asl 2 savonese 150,66; l’Asl 4 chiavarese 126,73. Il dato dell’Asl 3 genovese è più alto ancora, ma il raffronto non sarebbe corretto, perché va considerato il ruolo regionale dei grandi Ospedali genovesi. Per gli altri dati, invece, il raffronto va fatto, ed è semplicemente scandaloso.
La questione è stata sollevata dal “Tribunale del malato” e da “Cittadinanzattiva” e ripresa e rilanciata dall’ex Sindaco della città Sandro Bertagna: si veda “ Sanità gracile e storta, si è raschiato il fondo”, in “Lettere a Cds”, 8 maggio 2018.
Che sia una questione gravissima, lo dimostra la lettura della stampa, oltre che l’esperienza personale di ciascuno di noi: nonostante l’eccellenza professionale e l’attaccamento al lavoro di tanti medici e infermieri, crescono i disservizi legati alla penuria di organico. Con il picco influenzale invernale e il caldo estivo la situazione diventa, come abbiamo purtroppo già sperimentato, di vera e propria emergenza.
Bertagna spiega che il “buco” è di 351 dipendenti in meno rispetto alle altre Asl liguri, e propone di colmarlo nel giro di tre-cinque anni (ovviamente le assunzioni dovrebbero essere maggiori, per garantire il turn over di chi andrà in pensione). Il riequilibrio è indispensabile. Come si può parlare di contenimento del fenomeno della “fuga” degli spezzini a curarsi fuori regione senza affrontare questo nodo? E come si può pensare a un nuovo Ospedale, che dovrebbe avere nuove funzioni, in questa situazione? E’ vero che la sua costruzione è avvolta nella nebbia, ma ciò non può significare rinunciare alla battaglia perché la nebbia si diradi e all’iniziativa, da condurre ora e non dopo, perché il nuovo Ospedale abbia il personale necessario al suo funzionamento.
Non è vero che non c’erano le risorse finanziarie per queste assunzioni o che non si possono infrangere i rigidi vincoli di spesa stabiliti dalle severe leggi nazionali in materia. I soldi c’erano e ci sono. Il “Tribunale per i diritti del malato”, “Cittadinanzattiva” e Bertagna lo spiegano bene citando la Corte dei Conti:
“Detta Corte per la Liguria, nell’ultima sua Deliberazione (21 Luglio, n°65/2017/SRCLIG) di parificazione sul rendiconto generale per l’esercizio 2016 della Regione Liguria, certifica che con i conti della sanità ligure riguardanti la spesa per il personale delle Asl e aziende sanitarie pubbliche, pur dovendo sottostare alla stretta di riduzione economica disposta dalle leggi nazionali, si sarebbe potuto spendere di più per questa voce di bilancio, restando pur sempre al di sotto dei limiti di spesa per tale personale. Infatti, come dimostra la Tabella n°125 della Deliberazione di parificazione della Corte dei Conti, la Regione Liguria avrebbe potuto spendere ben 107 milioni di euro in più per il personale delle Asl, restando sempre nei limiti di legge. Ma non l’ha fatto. E nessuno qui ha fiatato. Vedremo, fra qualche mese, nel rendiconto e alla fine dell’anno nel prossimo bilancio, se la Regione insisterà o meno in questa politica della lesina che penalizza particolarmente e palesemente gli abitanti della nostra provincia”.
Ma le ingiustizie verso Spezia non finiscono qui. Anche il taglio dei posti letto ospedalieri colpisce l’Asl 5 più che le altre. In base alla normativa nazionale, i posti letto devono essere 3,7 ogni 1000 abitanti: per Spezia significherebbe averne 797, in realtà sono 518, circa il 35% in meno. In nessun’altra Asl il taglio è stato così drastico. Anche questo tema è urgente, in considerazione del fatto che sia sta tentando di costruire il nuovo Ospedale.
La questione delle responsabilità politiche è molto chiara: queste tendenze sono iniziate a partire dal 2008 con le ultime due Giunte regionali di centrosinistra (quindi fino al 2015) e non sono state corrette negli ultimi tre anni dall’attuale Giunta di centrodestra. Ce n’è, quindi, per tutti: la riflessione autocritica e l’impegno a invertire al rotta riguardano entrambi gli schieramenti.
Ma la svolta in Regione ci sarà solo se Spezia dimostrerà di avere una classe dirigente. I Sindaci e i Consigli Comunali devono fare la loro parte, così le forze politiche e sociali. So bene, avendo fatto il Sindaco (fino al 2007), che nella sanità i Comuni non hanno un ruolo “amministrativo” ma solo “politico”: ma non è poca cosa! In particolare, il Sindaco di Spezia deve alzare la voce. Anche contro una Regione guidata dalla sua parte politica (che tra l’altro ha, come abbiamo visto, solo una parte delle responsabilità). Io, quando era necessario, l’ho sempre fatto, perché gli interessi della città sono al di sopra di tutto. Poi non è più avvenuto, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Ma la classe dirigente, per esserci, ha bisogno di una spinta e di un sostegno di noi cittadini, della partecipazione popolare. Sul tema della sanità la fase che stiamo vivendo è decisiva. E’ il momento di superare diffidenza e sfiducia, e di mobilitarci.
Post scriptum:
sul tema della sanità si veda, in questa rubrica, “2018 tutte le sfide per Spezia – seconda parte”, 28 gennaio 2018
lucidellacitta2011@gmail.com
Popularity: 4%