Presentazione di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17 a Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
15 Dicembre 2024 – 19:29

Presentazione di
“Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Giovedì 19 dicembre 2024 ore 17
Porto Venere – Ristorante La Marina Calata Doria
I due …

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Walter Tocci presenta “La scuola, le api e le formiche” Venerdì 11 Marzo ore 17 Urban Center

a cura di in data 6 Marzo 2016 – 11:57
Invito

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WALTER TOCCI PRESENTA “LA SCUOLA, LE API E LE FORMICHE
Venerdì 11 marzo ore 17 Urban Center

L’Associazione Culturale Mediterraneo prosegue nell’impegno ad analizzare la situazione della scuola e del livello culturale del Paese: venerdì 11 marzo alle 17 all’Urban Center verrà presentato il libro di Walter Tocci, Direttore del Centro Riforma dello Stato, “La scuola, le api e le formiche”. La “Buona scuola”, secondo l’autore, è una riforma mancata, che complica la vita della scuola senza risolverne i problemi strutturali. La via d’uscita è un diverso discorso pubblico, che coinvolga le energie e le intelligenze di cui il nostro sistema di istruzione dispone e susciti una spinta creativa per rimuovere le diseguaglianze, rielaborare la didattica di fronte alle sfide del nuovo mondo, accordare il tempo della scuola e il tempo della vita, ripensare la scuola come istituzione.

Così Walter Tocci sintetizza il contenuto del libro: “In natura ci sono due comunità operose: le formiche che curano la vita in comune e le api che scrutano nuovi paesaggi. Ecco una sorta di manuale per i riformatori dell’istituzione scolastica: formicai accoglienti per le domande dei giovani, per i migranti, per i giovani che tornano a studiare. E favi sapienti, alimentati dalla curiosità per il nuovo mondo e dalla creatività della didattica. Sono questi i mondi vitali che salvano l’educazione dalle ossessioni normative. Così sono maturate le buone opere e i giorni migliori della scuola italiana. Per editto è venuto ben poco”.


 

Walter Tocci, Direttore del Centro Riforma dello Stato, invitato dall’Associazione Culturale Mediterraneo ha presentato all’Urban Center il suo libro “La scuola, le api e le formiche”. Il Presidente Giorgio Pagano ha presentato il libro sottolineando la sua coerenza con uno degli assunti su cui è nata e cresciuta l’Associazione: la riflessione sull’anima della scuola, sui suoi fondamenti valoriali, sulla nuova didattica. Per Tocci, infatti, “la riforma della scuola non è una questione di leggi ma una grande questione culturale del nostro tempo”. Tra i punti principali del suo intervento quello sulla “didattica tutta da inventare per il nuovo mondo” e sul “ripensamento dei fondamenti teorici e pratici della didattica”, problemi “non affrontati dalla buona scuola del Governo Renzi”. Così come, hanno detto sia Pagano che Tocci, non vengono affrontate dalla riforma governativa altre questioni chiave: la riforma dei cicli scolastici, l’abbandono degli studenti, il neoanalfabetismo degli adulti, le diseguaglianze sociali. L’unica novità è “l’applicazione ossessiva della logica di uno solo al comando anche nel mondo della scuola”: “ci sono -ha detto l’autore- presidi capaci e presidi incapaci, il rafforzamento solo amministrativo della figura aiuta solamente il preside inadeguato, chi è capace il suo ruolo lo ha già conquistato sul campo”. Tocci ha poi criticato la competizione tra insegnanti (“il lavoro migliore è quello di equipe, il clima di condivisione nelle scuole non va minato”) e una concezione tutta formale della valutazione (“con i quiz ministeriali la scuola di Mario Lodi e di don Milani non sarebbe mai diventata un modello per generazioni di insegnanti”). Focus anche sul rapporto con il mondo del lavoro: “Il nostro sistema produttivo è arretrato e non ha bisogno di tante competenze: abbiamo circa la metà dei laureati rispetto agli altri Paesi europei, ma non trovano lavoro”. La soluzione “non è abbassare il livello dell’asticella per adeguarsi al mercato, perché così si lavora per il declino, ma invece investire su scuola e ricerca per sviluppare l’economia”. Infine una considerazione sul metodo: “Non c’è stato un coinvolgimento delle competenze, né un rapporto con i fermenti che ci sono nelle scuole: dentro la scuola italiana c’è un patrimonio morale e culturale, il vero riformatore deve entrare in connessione con questo patrimonio, non fare editti decisionisti che poi non riescono a modificare la realtà”.

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