L’Italicum e i cittadini che vogliono contare
Il Secolo XIX, 8 dicembre 2015 – Non avrei mai pensato di ritrovarmi, un giorno, a ricorrere in Tribunale contro una legge. Eppure l’ho fatto: qualche giorno fa, insieme ad altri liguri impegnati nella cultura e nella politica , ho presentato un ricorso al Tribunale di Genova contro l’Italicum, la nuova legge elettorale, perché incostituzionale. Qualcuno dirà: ci sono cose più importanti. In realtà per combattere il terrorismo o la disoccupazione serve una democrazia “dignitosa” e “non affidata all’uomo solo al comando”, come ha detto uno di noi, l’ex Sindaco di Genova Adriano Sansa. Serve che i cittadini votino secondo regole e norme conformi alla Costituzione. Così non è stato con il Porcellum, giudicato incostituzionale perché il diritto al voto libero ed eguale era stato illegittimamente compromesso da premi di maggioranza irragionevoli e da liste bloccate. Ora l’Italicum ripropone gli stessi vizi: l’unico valore è la governabilità, il nemico è la rappresentanza. L’aspetto peggiorativo è che si creerà un sistema politico basato sul governo di un unico partito, che potrebbe avere il 15% dei voti e avrà comunque uno scarso seguito nel Paese, e che da poco più che comitato elettorale -perché oggi questi sono i partiti- verrà trasformato in un solitario dominus del Parlamento, al fedele servizio del Capo della politica italiana, il Presidente del Consiglio. Il Parlamento non sarà più rappresentativo della volontà popolare, il potere legislativo sarà subalterno a quello esecutivo, una minoranza agirà a suo arbitrio, senza contrappesi: saremmo fuori dalla democrazia costituzionale. E’ peggio della “legge truffa” del ’53: allora si proponeva di rafforzare una maggioranza che c’era, oggi si vuole far diventare maggioranza una minoranza. Inoltre, grazie alle candidature bloccate dei capilista e a quelle multiple, il gioco delle segreterie dei partiti rimarrà dominante e nessuna scelta effettiva resterà al cittadino.
L’Italicum si salda con le altre riforme istituzionali, ispirate a un unico intento: allontanare il popolo dalle istituzioni, togliergli voce, ridurne il peso politico. La nostra sensibilità democratica, dopo anni di logoramento, si è attenuata. Ci si abitua a tutto, anche al peggio. Ma bisogna stare attenti a non abituarsi troppo. Per questo abbiamo fatto ricorso: dobbiamo svegliarci e riscoprirci cittadini che vogliono contare.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
Popularity: 3%