Basta partiti, La Spezia punti sui suoi cittadini
Il Secolo XIX, 22 gennaio 2016 – Dopo la mia intervista al Secolo mi aspettavo un po’ di veleno, ed è arrivato da Roberto Azzoni. Rispondo subito a una falsa accusa: non ho nulla a che fare con i “politici trombati che non si rassegnano all’anonimato”. Ho sempre vinto le elezioni in cui mi sono presentato e, finito il mio mandato, ho lasciato la politica dei partiti -troppo degradata- per scegliere l’impegno sociale e culturale a Spezia e la cooperazione in Palestina e in Africa, dove sto per tornare. Da allora ho rifiutato ogni incarico e sto molto bene “nell’anonimato”, tra persone impegnate nel civismo a pensare a se stesse con gli altri e non solo a se stesse. Azzoni critichi pure Bondi, che è parlamentare, ma rispetti -vista l’altra accusa sul “lavorare”- chi, come me, ha lasciato il suo vecchio mondo senza ciambelle di salvataggio per diventare un precario che passa da un contratto all’altro e arriva a 1000 euro al mese in media. Una fatica che non mi pesa, perché ho scelto la libertà: realizzare ciò che si vuole veramente nella vita.
Azzoni critica poi il mio operato da Sindaco. Ho fatto, come tutti, cose buone e meno buone. Sono stato libero da ogni potere, e per questo a volte ho perso. Ma Spezia è cambiata, con la partecipazione: ha un centro storico, i musei, l’università, quartieri più vivibili e nuove vocazioni nella nautica e nel turismo. Non è questo, però, quel che conta. Io non esibisco le “glorie”, che pure ci sono, ma le sconfitte, per imparare la lezione. E rifletto sulle sfide nuove, perché non dobbiamo accontentarci mai ed esplorare sempre il cambiamento. Oggi il vecchio sviluppo non regge più, dobbiamo puntare sulla “terza rivoluzione industriale” e su una città più giusta.
Alla fine Azzoni, che ha sostenuto il Pd alle regionali, concorda con me: “l’impero dei partiti è finito”. Ancora più drastico è Luca Basile: “i partiti non esistono più”. Ma da dove ricominciare? Dai cittadini più attenti agli altri e all’ambiente. Loro sono già “scesi in campo” e ci giocano tutti i giorni. E’ la politica dei partiti che è uscita da tempo da quel campo. Basile dice che non si può prescindere dai militanti del Pd. Giusto: vanno mobilitate tutte le passioni civili e le competenze, comprese quelle nei partiti. Ma dentro lo spazio aperto di un grande progetto civico che elabori un ambizioso progetto di città e selezioni una nuova classe dirigente. I simboli vanno messi da parte: bisogna alzare lo sguardo e immaginare scenari del tutto inediti.
Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo
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